Città di Vicenza

23/12/2011

Documento di salvaguardia del territorio, tra i firmatari anche il sindaco di Napoli e l’Anci Veneto invia il testo al Governo

Anche il sindaco di Napoli Luigi de Magistris firma il documento elaborato dal Comune di Vicenza con cui si chiede al Governo di rendere prioritaria la salvaguardia idrogeologica del territorio. L’Anci Veneto, inoltre, ne ha condiviso i contenuti e si conferma, così, interessata al tema considerando indispensabile evitare i seri danni causati dall’alluvione del 2010.  Per questo il 4 dicembre scorso ha inviato il documento direttamente al Governo, al presidente del consiglio Mario Monti e al ministro dell’ambiente Corrado Clini.

L’Anci nazionale, con il suo presidente Graziano Del Rio,  ha preso visione del documento e ha manifestato interesse.

“La salvaguardia del territorio italiano é già una priorità nei fatti – commenta il sindaco Variati -: lo reclama una cronaca tragica e insopportabile, fatta di troppi disastri, troppi morti, troppe fratture che paralizzano le attività e la vita ordinaria del nostro Paese. Ora deve diventare una priorità anche dal punto di vista del governo. Questo documento nasce a Vicenza, ma sta diventando patrimonio di numerosi sindaci e dello stesso presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, che lo hanno firmato. Zaia, in perfetta sintonia con il documento, proprio ieri ha ridefinito le priorità della Regione nella prevenzione, salvaguardia e cura del territorio piuttosto che nello sviluppo indiscriminato. Il documento è già nei fatti trasversale politicamente, perché difendere il territorio e investire sulla sua sicurezza é una battaglia che accomuna gli amministratori locali. Vorremmo diventasse trasversale geograficamente, perché come vediamo anche in questi mesi é tutto il territorio italiano ad essere in crisi, e per questo chiediamo la firma di comuni, province e regioni d'Italia, assieme all'Anci. Rinnoviamo quindi l’invito ai comuni che non l’hanno ancora fatto a partecipare alla nostra iniziativa e a firmare il documento. Ringrazio invece quanti lo hanno già sottoscritto, l’Anci Veneto e l’Anci nazionale”.

 

Il documento è stato sottoscritto oltre che dal sindaco di Vicenza, Achille Variati, dai sindaci degli altri dieci Comuni veneti maggiormente colpiti dall’alluvione del 2010: Vittorio Meneghello (Bovolenta), Marcello Vezzaro (Caldogno), Elisa Venturini (Casalserugo), Carlo Tessari (Monteforte d’Alpone), Enrico Rinuncini (Ponte S. Nicolò), Daniele Mocellin (Saletto), Lino Gambaretto (Soave), Giorgio Calli (Torrebelvicino), Armando Cunegato (Valli del Pasubio), Anna Lazzarin (Veggiano).

Successivamente è stato sottoscritto anche dal governatore del Veneto, Luca Zaia oltre che dal sindaco di Verona,  Flavio Tosi, e di Padova, Flavio Zanonato, e in questi giorni stanno aderendo anche altri Comuni capoluogo di regione e di provincia, Comuni che hanno subito alluvioni negli ultimi anni, Regioni e Province, per raccoglierne le adesioni. Tra questi Antonio Prade (Belluno), Luigi de Magistris (Napoli), Oscar Troi (Colle Santa Lucia), Maria Antonia Ciotti (Pieve di Cadore), Roberto Zanchetta (Ponte di Piave), Roberto Padrin (Longarone), Graz Alberto (Sappada).

 

 

SALVARE IL TERRITORIO

RILANCIARE L’ECONOMIA

 

Il Veneto e la Liguria, la Toscana e la Campania, il Lazio e l’Abruzzo, le Marche e l’Emilia-Romagna sono alcune delle regioni italiane che negli ultimi due anni sono state flagellate da alluvioni, nubifragi, smottamenti, frane e allagamenti che hanno mostrato come l’assetto idrogeologico del nostro Paese sia troppo fragile.

 

Con regolarità sempre più allarmante osserviamo, viviamo in prima persona e siamo chiamati a pagare le conseguenze di sciagure di origine meteorologica che provocano vittime e danni materiali alla popolazione, alle abitazioni, alle imprese e al paesaggio e aprono ferite che hanno bisogno di molto tempo e risorse per rimarginarsi.

 

Molti eventi catastrofici potrebbero e dovrebbero essere evitati con adeguate opere pubbliche in grado di garantire la sicurezza idrogeologica dei territori a rischio. Non effettuare i lavori necessari con tempestività o rinviarli ad un non precisato futuro, spesso con la motivazione che non si trovano risorse sufficienti a finanziarli, significa costringere le popolazioni e le attività produttive dei territori interessati a vivere un’esistenza di angosciante precarietà. Con il rischio di dover poi investire molte risorse per i soccorsi, i rimborsi e per riportare la situazione alla normalità una volta che il disastro si è verificato, condannando all’immobilità intere comunità in attesa di ripartire da zero per ricostruire tutto ciò che si è perso, dalle case ai posti di lavoro.

 

Senza contare le conseguenze negative indirette ad esempio per il turismo, settore economico trainante per l’economia del nostro Paese, con il calo della domanda e dell’offerta causato da questo genere di eventi. Alluvioni e altri fenomeni devastanti causano danni e rendendo inagibili strutture ricettive e bellezze paesaggistiche, artistiche e architettoniche, limitando l’offerta per i milioni di turisti che ogni anno vengono ad ammirare il nostro paese; le immagini delle devastazioni trasmesse dai media di tutto il mondo mostrano un Belpaese sfregiato persino in siti patrimonio dell’Unesco.

 

Progettare e realizzare tempestivamente le opere per garantire la sicurezza idrogeologica dell’Italia significa prevenire eventuali nuove sciagure; risparmiare, perché le risorse che devono essere stanziate una volta avvenuto il disastro per gestire l’emergenza sono nettamente superiori a quanto sarebbe sufficiente per evitare che tali disastri avvengano; evitare di perdere posti di lavoro e ricchezza in vari settori dell’economia; salvaguardare le vite umane, responsabilità prima di chi governa un territorio o un Paese.

 

Le opere di salvaguardia e prevenzione idrogeologica, inoltre, consentono di creare nuovi posti di lavoro in un momento di profonda crisi economica, con enormi benefici per le imprese e per tutta l’economia nazionale, trasformando un fattore di crisi in un’opportunità di sviluppo.

 

Per questo noi amministratori firmiamo questo documento con cui lanciamo un appello al Governo perché l’assetto idrogeologico dell’Italia diventi una priorità nella pianificazione economica e chiediamo quindi che all’interno delle misure in fase di studio per uscire dalla crisi sia inserito uno specifico e dettagliato piano che finanzi la realizzazione delle opere necessarie a garantire la sicurezza idrogeologica del territorio italiano.

 

 

ATTENZIONE: La notizia si riferisce alla data di pubblicazione indicata in alto. Le informazioni contenute possono pertanto subire variazioni nel tempo, non registrate in questa pagina, ma in comunicazioni successive.