Città di Vicenza

15/12/2011

Il procuratore nazionale antimafia Piero Grasso sarà a palazzo Trissino sabato 17 dicembre per presentare il suo ultimo libro “Soldi sporchi”

Sabato 17 dicembre, alle 16, nella Sala degli Stucchi di Palazzo Trissino, il procuratore nazionale antimafia Piero Grasso presenterà il suo ultimo libro “Soldi sporchi. Come le mafie riciclano miliardi e inquinano l'economia mondiale” (Dalai editore).

Si tratta della prima iniziativa organizzata sul territorio dal neonato coordinamento di Vicenza di Libera, l’associazione nata nel 1995 con l'intento di sollecitare la società civile nella lotta alle mafie e promuovere legalità e giustizia.

L’appuntamento – che vedrà la partecipazione del vicensindaco Alessandra Moretti e verrà introdotto da don Luigi Tellatin, referente di Libera Veneto -, oltre a poter contare sulla collaborazione della Libreria Do Rode, gode anche del patrocinio del Comune di Vicenza, che aderisce in qualità di socio di Avviso Pubblico (associazione di enti locali e regionali per la formazione civile contro le mafie.

Nel suo saggio, Piero Grasso delinea forme e figure di quell’economia parallela che vive con il riciclaggio del denaro delle mafie e che rappresenta una “holding con migliaia di partecipate e collegate” capace di inquinare il tessuto produttivo e gli assetti istituzionali dei Paesi in cui opera, tanto più in periodi di crisi. “Senza il riciclaggio – afferma Grasso, che ha scritto il libro con il giornalista palermitano Enrico Bellavia – il denaro delle mafie sarebbe un ricavato inerte”: a far sì che il riciclaggio sia “la prima azienda del Paese”, con un fatturato di 150 miliardi, equivalenti al 10% del Pil nazionale (la stima è di Bankitalia), è una rete sommersa di intermediari finanziari (dal broker al commercialista, dai colletti bianchi alle banche) che si adopera a costruire strategie sempre più complesse, capaci di aggirare i meccanismi di controllo previsti dalla legge. Se non si è capaci di colmare il deficit culturale e legislativo esistente, a livello nazionale e internazionale, si rischia di perdere quella che gli autori definiscono “la sfida del nuovo millennio”.

 

 

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