Città di Vicenza

24/05/2016

Parla italiano il penultimo appuntamento con Poetry Vicenza

Alle Gallerie di Intesa Sanpaolo, giovedì 26 maggio

Alessandro Fo (foto di Gianfranco Negri)

Giovedì 26 maggio, alle ore 18.00, parla italiano l’appuntamento alle Gallerie di Palazzo Leoni Montanari con Poetry Vicenza. Sono infatti Alessandro Fo e Andrea Molesini i protagonisti del penultimo incontro della rassegna di poesia e musica ideata e curata da Marco Fazzini, promossa da Gallerie d’Italia - Palazzo Leoni Montanari e Comune di Vicenza, in collaborazione con l’associazione culturale TheArtsBox, con il Dipartimento di Studi Linguistici e Culturali Comparati di Ca’ Foscari (Venezia) e con Vicenza Jazz.

Si tratta di poesia spontanea, istintiva, toccante, eppure dotta e ricercata, una poesia che attinge direttamente dalla classicità per una perfetta calibratura dei versi e una musicalità singolare. Entrambi docenti universitari e traduttori, Fo e Molesini hanno plasmato il loro stile su modelli e antesignani di grande caratura: la letteratura latina per Fo e quella greca per Molesini anche se, da avidi lettori, hanno riferimenti precisi anche nella contemporaneità di Sereni, Campana, Ripellino, Walcott, Simic, Pound e Hughes.

Accompagnano i poeti le musiche di due tra i musicisti più lirici del panorama nazionale: Giovanni Ceccarelli (pianoforte) e Daniele Di Bonaventura (bandoneon).

Anche giovedì le persone interessate trovano a Palazzo Leoni Montanari il volume antologico di Poetry Vicenza contenente i testi, le biografie e le bibliografie dei protagonisti della rassegna del 2016, assieme a un ampio repertorio inedito di contributi, testi e immagini sulla Beat Generation americana, per la ricorrenza dei 60 anni dell’uscita di Urlo di Allen Ginsberg.

L’ingresso è libero fino a esaurimento posti.

Andrea Molesini (Venezia, 1954) è poeta, critico, traduttore e narratore. Vive a Venezia e insegna Letteratura Comparata presso l’Università di Padova. Dal 1989 al 2000 con Arnoldo Mondadori pubblica una dozzina di libri per ragazzi. Nel 1999 vince il Premio Andersen alla carriera. Dal 1998 al 2010 collabora con Alias (supplemento letterario del “Manifesto”). Dal 2001 al 2008 traduce e cura per Adelphi tre volumi di Derek Walcott e uno di Charles Simic. Nel 2008 vince il Premio Monselice per la Traduzione letteraria. Nel 2011 il suo romanzo Non tutti i bastardi sono di Vienna vince il Premio Campiello, il Premio Comisso il Premio Latisana e il Premio Città di Cuneo Primo Romanzo e viene tradotto in varie lingue, tra cui: inglese, francese, tedesco, spagnolo, olandese, norvegese, sloveno, danese e ungherese. I suoi romanzi successivi sono: La primavera del lupo (2013) e Presagio (2014). Molesini ha tradotto più di 30 libri, occupandosi anche di alcuni dei maggiori poeti di lingua inglese. I suoi principali libri di poesia sono: Storie del ritorno (1997); Tarme d’estate (1999); L’isola nera (2000); Chi naviga, chi resta (2006).

Alessandro Fo (Legnano, 1955) insegna Letteratura Latina all’Università di Siena. Ha tradotto e curato: Rutilio Namaziano (Il ritorno, Einaudi 1994), Apuleio (Le Metamorfosi, Einaudi 2010), La Favola di Amore e Psiche (Einaudi 2014), Virgilio (Eneide, con studio introduttivo, e con note di Filomena Giannotti, 2012). Si occupa anche di fortuna letteraria dei classici (ha studiato in tal senso soprattutto Virgilio, Orazio, Ovidio e Rutilio Namaziano) e di letteratura italiana contemporanea (specialmente Angelo Maria Ripellino). I suoi libri di versi sono: Otto febbraio (Scheiwiller 1995); Giorni di scuola (Edimond 2001); Piccole poesie per banconote (Polistampa 2002); Corpuscolo (Einaudi 2004); Vecchi filmati (Manni 2006); Mancanze (Einaudi 2014). È autore del saggio Il cieco e la luna. Un’idea della poesia (Edizioni degli Amici, 2003).

 

Gallerie d’Italia - Palazzo Leoni Montanari

contra’ Santa Corona 25 - 36100 Vicenza

Numero verde 800.578875

www.gallerieditalia.com

info@palazzomontanari.com

 

CANTO

 

Ogni cosa del cielo alla terra ritorna –

il sole, la pioggia, l’aquila ignara.

Poco, con gli anni gran poco s’impara –

forse ad ascoltare chi ci ama,

a tendere l’arco dello stile al semplice

dire di ogni giorno,

a giocare col filo della trama.

Ogni cosa tende al suo ritorno –

il sussurro dell’ombra tutto brama.

 

(Andrea Molesini)

 

 

BENEDETTO IL FRUTTO

 

Forse, distante, in questo istante mi scrive.

 

Il suo pensiero, pieno di sé per me,

s’irradia come un ordine nei nervi,

raggiunge gli occhi, l’espressione, il collo,

la spalla destra, l’anello dell’ascella,

scende per i muscoli del braccio,

sfocia alle dita, docile s’impenna

nella ferma stretta della penna,

muta in inchiostro, si fissa nella carta,

cifra in simboli idea, conforto e affetto.

 

E io, mentre l’immagino, risalgo

dal foglio, su cui tiene fissi gli occhi

e in prospettiva io pure mi rifletto,

lungo la penna, le dita, quella mano,

il braccio, il collo,

le tempie, il suo pensiero,

che poi, in ultima analisi, è un pensiero,

lo spicchio di un rapporto, di un progetto,

nientedimeno che un’idea

di Dio.

 

(Alessandro Fo)

Galleria fotografica

Alessandro Fo (foto di Gianfranco Negri) Andrea Molesini

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