Città di Vicenza

01/12/2014

Fuochi all'aperto, dal 2 dicembre nuova ordinanza: stop nei centri abitati

E, dal 15 ottobre al 28 febbraio, in tutto il territorio comunale. Dalla Pozza: “Misura necessaria per limitare l'inquinamento dell'aria d'intesa con le associazioni di categoria”

Da domani, martedì 2 dicembre, nei centri abitati del territorio comunale sarà vietato bruciare ramaglie all'aperto. E, nel periodo compreso tra il 15 ottobre e il 28 febbraio di ogni anno, il divieto si estenderà a tutto il territorio comunale, non solo nei centri abitati.

La disposizione - contenuta in un'ordinanza del settore Ambiente, energia e tutela del territorio pubblicata oggi su questo sito nella pagine del settore - sostituisce la precedente ordinanza, quella che dall'1 gennaio 2009 vietava l'accensione di fuochi all'aperto per attività agricole, di cantiere e di giardinaggio (anche domestico) in tutto il territorio comunale, per tutto l'anno.

Detto in altre parole - tenuto conto che bruciare ramaglie, frasche o altri residui vegetali è un'usanza, una tradizione e un'abitudine che si è consolidata nella prassi contadina -, da domani, rispetto a prima, cambia che sarà permesso bruciare ramaglie all'aperto dall'1 marzo (o 29 febbraio in caso di anno bisestile) al 14 ottobre di ogni anno, ma fuori dai centri abitati (le cui delimitazioni sono indicate in una planimetria allegata all'ordinanza) e nel luogo di produzione, in piccoli cumuli. Sono esclusi dal divieto la preparazione dei cibi e le misure adottate dal servizio fitosanitario regionale del Veneto.

Abbiamo recepito le recenti normative nazionali e regionali – spiega l'assessore alla progettazione e sostenibilità urbana, Antonio Dalla Pozza -, tenendo conto tuttavia della particolare situazione in cui versa la nostra città, a causa dell'inquinamento atmosferico, aggravato dalla posizione geografica e morfologica di Vicenza, stretta fra i Colli Berici e le prealpi. Dopo un lavoro di analisi e un confronto con le associazioni di categoria, siamo giunti ad una soluzione che consente di non limitare eccessivamente le attività agricole, contemperandole con le esigenze di salvaguardia dell'ambiente e della salute dei cittadini. Ricordo tuttavia – conclude l'assessore - che esistono per i cittadini efficienti ed economici servizi svolti da Aim Ambiente per la gestione del verde domestico”.

Le limitazioni contenute nell'ordinanza infatti - che rispondono ad una facoltà dei Comuni, prevista dalla legge, di sospendere, differire o vietare la combustione del materiale vegetale all'aperto in tutti i casi in cui sussistano condizioni meteorologiche, climatiche o ambientali sfavorevoli e in tutti i casi in cui da tale attività possano derivare rischi per la salute umana - fanno seguito agli alti livelli di inquinamento dell'aria che, in particolare a Vicenza, vengono registrati dalle stazioni di rilevamento degli inquinanti atmosferici presenti sul territorio, cui contribuiscono anche le combustioni.

In effetti, posto che la normativa fissa in 35 il numero massimo di giorni di superamento dei limiti previsti per la concentrazione delle polveri sottili (pm10), al fine di ridurre l'esposizione dei gruppi di popolazione più sensibili, a Vicenza i limiti sono stati superati 94 volte nel 2012, 46 volte nel 2013 e 57 nel 2014 (dato aggiornato ad oggi).

L'ordinanza invita infine i cittadini, in particolare i residenti nei centri abitati, a ricorrere ai servizi di Aim Ambiente per la raccolta e lo smaltimento delle ramaglie, delle potature di alberi, delle foglie e gli sfalci d'erba e di siepi provenienti dalla pulizia degli orti e dei giardini: il ritiro a domicilio, che, dopo aver acquistato il bidone, dà diritto ad un numero illimitato di ritiri e alla riduzione del 5% del tributo dovuto; il ritiro saltuario a domicilio con mezzi speciali, in caso di quantitativi maggiori (servizio a pagamento); il conferimento nei cassonetti stradali verdi o nelle riciclerie (senza costi aggiuntivi); e l'attivazione del compostaggio domestico, dove possibile, che dà diritto alla riduzione del 20% del tributo. Oppure è sempre possibile ricorrere a mezzi alternativi al fuoco, come la cippatura del materiale.

Chi non rispetta l'ordinanza può incorrere in una sanzione amministrativa da 25 a 500 euro, sempre che il fatto non costituisca un illecito o un reato e quindi scatti anche una denuncia.

ATTENZIONE: La notizia si riferisce alla data di pubblicazione indicata in alto. Le informazioni contenute possono pertanto subire variazioni nel tempo, non registrate in questa pagina, ma in comunicazioni successive.