Città di Vicenza

11/07/2014

Variante PI, perimetrate 6 aree degradate da riqualificare anche con strutture di vendita

Dopo l'illustrazione del Documento del sindaco al consiglio comunale avvenuta ieri, la giunta comunale oggi ha licenziato la variante al Piano degli interventi che ora sarà trasferita alla commissione territorio e al consiglio comunale per l'adozione.
Il documento contiene l'adeguamento alla nuova legge regionale sul commercio, con l'individuazione delle aree di degrado nelle quali è possibile l'insediamento di medie e grandi strutture di vendita, la perimetrazione del centro storico, del centro urbano e dei parchi commerciali esistenti. La variante definisce inoltre il perfezionamento dell'accordo per l'area ex Zambon e prevede alcuni modesti adeguamenti cartografici.
Per quanto riguarda le aree degradate, stabiliti i criteri in base ai quali consentire l'eventuale insediamento di medie e grandi strutture di vendita, solo 2 delle 16 domande avanzate nei mesi scorsi da privati sono state accolte dall'amministrazione. Si tratta delle richieste per l'area di Ferretto Group e per l'area di Noaro Costruzioni a Vicenza Ovest, in località Ponte Alto. L'amministrazione ha inoltre individuato altre quattro aree a cui dare questa opportunità: si tratta dell'ex servizio psichiatrico dell'Ulss di Laghetto, dell'ex Consorzio agrario lombardo veneto in viale Trento, dell'area ex Enel in viale della Pace e dell'ex PP7 tra via Cattaneo e corso Santi Felice e Fortunato.
“Obiettivo di questo adeguamento è quello di individuare aree cittadine, oggi degradate od abbandonate, nelle quali è possibile avviare la riqualificazione anche mediante l'inserimento di strutture di vendita. E' una possibilità al momento solo teorica, ma che per essere attuata dovrà superare molti passaggi, alcuni dei quali estremamente complessi. Con questa prima variante diamo seguito immediato a quanto scritto nel Documento del sindaco, ovvero che prima devono essere utilizzate le superfici da riqualificare, senza nuovo consumo di territorio.
La possibilità di trasformazione delle prime due aree, costrette tra la ferrovia e l'asse stradale della Regionale 11 – ha commentato l'assessore alla progettazione e sostenibilità urbana Antonio dalla Pozza – riqualificate grazie anche all'eventuale introduzione di nuovi esercizi commerciali, ha il grande obiettivo di migliorare la cosiddetta "porta ovest" della città, che oggi non rappresenta certo un biglietto da visita accattivante, consentendo di recuperare spazi pubblici, una migliore viabilità, viali alberati, spazi per la ciclabilità ed il trasporto pubblico, non dimenticando che su quel comparto l'amministrazione comunale sta lavorando in un'ottica di importantissima trasformazione e valorizzazione dell'intera area, che comprende oggi il polo fieristico e domani la nuova stazione dell'alta velocità. La nuova opportunità prevista per il PP7, nell'ambito del più generale progetto di riqualificazione della spina ovest, potrà contribuire a risolvere le problematiche del quartiere di San Felice ed andrà coordinata con il progetto del nuovo centro civico. Analogo ragionamento vale per l'area ex Enel, nel cuore di San Pio X, oggi oggetto di cronaca per il degrado e che dovrà essere connessa con il quartiere ed il polo commerciale di prossimità già esistente. Sull'area dell'Ulss a Laghetto già esiste un accordo di programma che punta al recupero dei fatiscenti stabili che dovevano essere adibiti ad ospedale psichiatrico. In viale Trento, infine, la possibilità di inserire medie e grandi superfici di vendita, in un'area in parte di proprietà comunale, si collega alla presenza del vicino parco commerciale ed è coordinata con il più generale progetto della cosiddetta Spina ovest, che partirà da corso santi Felice e Fortunato, con connessioni di verde pubblico, piste ciclabili e riordino urbanistico, e di cui fa parte anche l'accordo per l'ex Zambon”.
In centro storico eventuali medie e grandi superfici di vendita potranno invece insediarsi soltanto in un'area ristrettissima tra corso Palladio e corso Fogazzaro: “Queste realtà – ha spiegato Dalla Pozza - non devono infatti distogliere clientela dai negozi del centro, ma, semmai, far loro da volano, e comunque sempre nel rispetto del valore storico ed architettonico della parte monumentale di Vicenza”.

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La presentazione della variante

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