Città di Vicenza

Cupola della Cattedrale

Aggiornato al: 09/08/2021

Cattedrale di Santa Maria Annunciata

via Cesare Battisti
36100 Vicenza

VISITABILE (controlla modalità)

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Iscritta nella WHL dal 1994

Descrizione storico-architettonica

L’intervento palladiano per il compimento dell’abside della Cattedrale comprende le opere realizzate sopra il cornicione di coronamento del corpo absidale: il tamburo esadecagonale articolato da semplici paraste angolari, la cupola emisferica e la lanterna dal profilo curvilineo, con cupolino anch’esso emisferico.

La cupola, a doppia calotta, è in muratura; l’estradosso, la lanterna e il cupolino sono coperti da lastre di rame.

La vecchia cappella maggiore (o tribuna) della Cattedrale, probabilmente duecentesca, era stata demolita nel 1482 per realizzarne una nuova, su progetto di Lorenzo da Bologna e per volontà del vescovo cardinale Giambattista Zeno. L’impresa, avviata dopo il 1501, fu a lungo interrotta; nel 1538 la tribuna risultava ancora incompleta e nel 1540 era stata approntata una copertura provvisoria, nell’ipotesi che Vicenza potesse ospitare il Concilio, poi tenutosi a Trento.

Solo nel 1557, essendo finalmente disponibile un cospicuo lascito già da alcuni decenni destinato per testamento all’impresa dallo stesso vescovo Zeno, venne affidato l’incarico a Palladio per dare compiutezza al corpo absidale. Il suo progetto venne eseguito in due fasi: nel 1558-59 si impostarono il cornicione e il tamburo; tra il 1564 e il 1565 vennero erette la cupola e la lanterna.

Sulla sommità della struttura venne posta in opera in un primo momento una semplice croce metallica successivamente sostituita da un angelo dorato con le ali spiegate (1574), abbattuto da un fulmine nel 1620.

Nulla si conosce del progetto palladiano. Si sa solo che dal 1558 Palladio venne pagato per i lavori del tamburo e della cupola, assieme al figlio Marcantonio che spesso lo sostituiva a causa dei numerosi impegni.

Sono evidenti le analogie con le cupole di altri edifici sacri palladiani, che seguirono la progettazione di quella vicentina: dalle cupole delle chiese veneziane di San Giorgio Maggiore e del Redentore a quella del tempietto di villa Barbaro a Maser, tutte esperienze in cui Palladio ripropose quel modello ideale di cupola, evidentemente ispirata ai canoni dell’antichità classica, ben esemplificato nei suoi disegni di templi romani a pianta centrale.

 

(fonte: Guida al sito UNESCO edito da Ufficio Unesco Vicenza)