Descrizione
È stato presentato oggi al Ministero della Cultura dal Direttore Generale del Gabinetto del Ministro della Cultura Caterina Bova, dal Sindaco del Comune di Vicenza Giacomo Possamai, dall’Assessore alla Cultura del Comune di Vicenza Ilaria Fantin, dalla Direttrice artistica del Festival Marina Wallace, dall’ideatore del Festival Vittorio Bo, dall’artista Matilde Sambo, ARTis – Festival dell’Arte, che con la sua prima edizione si svolgerà dal 10 al 16 novembre 2025 a Vicenza.
Il Festival è ideato e prodotto da Associazione Be You e Codice Edizioni, si avvale del Patrocinio della Regione Veneto e dei contributi di Ministero della Cultura, AGSM AIM, Assicurazioni Generali, Fondazione CariVerona, Miles Manifattura, Treccani Arte. Media partner del Festival sono: Giornale dell’Arte, Sky Arte, Publiadige.
Il Ministro della Cultura Alessandro Giuli, impossibilitato a partecipare alla conferenza stampa, ha voluto comunque inviare un messaggio di saluto e di sostegno all’iniziativa: «ARTis è più di un festival. È un laboratorio di idee ed esperienze, che mette al centro l’arte in tutte le sue declinazioni. L’intuizione è di Vittorio Bo, editore e promotore culturale. Dopo aver reso la scienza accessibile al grande pubblico, Bo applica oggi la stessa formula all’arte, per avvicinare chi la crea a chi la osserva. Il Ministero della Cultura è orgoglioso di sostenere concretamente questa iniziativa, che interpreta al meglio la nostra missione: rendere la cultura accessibile, viva, quotidiana. La scelta di Vicenza come città ospitante è tutt’altro che casuale. Si tratta di una città di magnificenza architettonica, con i suoi palazzi palladiani e il suo patrimonio Unesco, ma è anche un territorio che merita di essere valorizzato come luogo di cultura viva e condivisa. Festival come questo trasformano la ricchezza storica e artistica in esperienza di comunità, capace di generare nuova partecipazione».
Il sindaco di Vicenza Giacomo Possamai: «La capacità imprenditoriale e l’apertura al mondo che caratterizzano Vicenza affondano le radici nella sua storia, nelle stesse ragioni per cui oggi la città è riconosciuta come sito Unesco. Nel Cinquecento, Andrea Palladio progettò ville e palazzi per i ricchi mercanti veneziani, che commerciavano principalmente tessuti a livello internazionale. Uno dei temi centrali — e una delle motivazioni che hanno spinto Vittorio Bo a individuare Vicenza come sede ideale per questo festival — è proprio quell’intreccio storico tra economia e apertura al mondo, un legame che si rifletteva direttamente anche nella vita culturale della città. Questo festival rappresenta un’occasione preziosa per (ri)scoprire Vicenza: una città forse più nota per il suo ruolo di capitale industriale che per essere uno scrigno palladiano di meraviglie. Quando Vittorio ci ha proposto il progetto, abbiamo subito accolto con entusiasmo l’idea. Essere la città di Palladio è una straordinaria fortuna, ma comporta anche una grande responsabilità, soprattutto in termini di tutela e valorizzazione del patrimonio. Un’iniziativa come questa — che abbraccia epoche e temi diversi, spaziando dalla storia dell’arte all’arte contemporanea, fino al dialogo con la scienza e le scienze — è un’opportunità straordinaria di riflessione e confronto. Il mio più sentito ringraziamento va a Vittorio Bo e a tutte le persone che stanno lavorando all’organizzazione del festival. Un grazie particolare anche al Ministero della Cultura, che ha deciso di investire in questa importante iniziativa per la città di Vicenza».
L’assessore alla cultura del Comune di Vicenza Ilaria Fantin: «Oggi è con grande gioia, soddisfazione e orgoglio che, a nome dell’assessorato alla cultura e del turismo, dell’amministrazione comunale e di tutto il circuito dei Musei Civici di Vicenza, accogliamo questo importante festival. Un evento che debutta qui in città come prima nazionale e internazionale, portando con sé valore, visibilità e nuove opportunità per il nostro territorio. Siamo particolarmente fieri del sostegno e della vicinanza del Ministero della Cultura, che ringrazio sinceramente. Abbiamo aderito con entusiasmo a questa iniziativa perché risponde pienamente a due delle linee guida centrali della nostra politica culturale. La prima è la valorizzazione delle realtà locali. Vittorio Bo, insieme al suo staff e alla direzione artistica del festival, ha subito saputo entrare in sintonia con la rete dei Musei Civici e con le tante associazioni culturali attive in città. Con l’assessorato abbiamo infatti creato un Forum delle Associazioni, che oggi conta oltre 80 realtà: stiamo costruendo insieme, giorno dopo giorno, la visione culturale di Vicenza per i prossimi anni. Il festival si è inserito naturalmente in questo tessuto, trovando accoglienza e partecipazione. Il secondo pilastro è il modo in cui guardiamo al nostro patrimonio: non solo come qualcosa da conservare, ma come una risorsa viva, generativa, da coltivare insieme alla comunità. Vogliamo che il patrimonio culturale di Vicenza sia sempre più vissuto e condiviso. In questo senso, questa rassegna rappresenta perfettamente lo spirito della nostra visione. Prosegue così il dialogo profondo che Vicenza porta avanti da sempre tra antico e contemporaneo. Per questo, un sentito grazie va ancora agli organizzatori del festival per aver scelto la nostra città: è un'opportunità preziosa che accogliamo con entusiasmo».
L’arte non è soltanto qualcosa da contemplare: è un campo di forze che mette in discussione la realtà, ne rivela le contraddizioni, apre varchi di senso. Spesso però ciò che rimane nascosto è proprio il percorso che porta l’artista a creare, come anche il contesto professionale necessario all’artista. D’altro canto in Italia, l’incontro diretto con l’arte è ancora poco diffuso: secondo l’ISTAT, una persona su due nel 2023 non ha visitato alcun museo, mostra o sito archeologico. Per non parlare della distanza tra l’artista e il pubblico, che, se colmata, potrebbe spingere le persone ad avvicinarsi di più all’arte. Obiettivo del Festival, dunque, è proprio quello di colmare questa distanza, offrendo al pubblico la possibilità di incontrare gli artisti, dialogare con i critici, comprendere le intenzioni e i gesti che precedono l’opera. Una settimana di incontri, performance, workshop e laboratori che svelano il lato più autentico dell’arte: quello che nasce nel dialogo, nella ricerca e nella vita quotidiana di chi crea. “Non vi è arte senza artista” è il tema di questa prima edizione. Cosa fa un artista, come vive, di cosa vive, quando diventa “grande”? Quali sono i pensieri e le scelte che danno origine a un lavoro? Sono alcune delle domande che guideranno il Festival. Oggi l’arte non si limita più a rappresentare la realtà: la interroga, sconfinando nella politica, nell’economia, nel sociale e affrontando i problemi ambientali e le diversità di genere. Comprendere l’arte, sia quella del passato, sia quella contemporanea, avviene anche attraverso la comprensione dell’artista, aprendosi a riflettere sulla società insieme all’artista.
Ospiti del Festival
Al centro del Festival, l’incontro tra il pubblico e i grandi artisti italiani e internazionali. Da Shirin Neshat (in video collegamento), regista, fotografa e artista iraniana tra le voci più influenti dell’arte contemporanea, a Ackroyd & Harvey, artisti visivi britannici pionieri dell’arte ambientale, fino a Katharine Dowson in dialogo con Semir Zeki, neurobiologo di fama mondiale presso l’University College di Londra. Insieme a Arcangelo Sassolino, Ugo Nespolo, Renata Boero, Marzia Migliora, Sabrina Mezzaqui, Nicola Samorì, Gian Maria Tosatti, Emilio Isgrò, Elena Ketra, Lucia Veronesi, Dunhill and O’Brien. Accanto a loro, voci autorevoli della critica e della storia dell’arte, tra cui Martin Kemp, Emerito Professore dell’Università di Oxford e massima autorità su Leonardo da Vinci, Bill Sherman, Direttore del Warburg Institute di Londra, Martin Gayford, tra i più noti narratori d’arte contemporanei, Demetrio Paparoni, Bartolomeo Pietromarchi, Flavio Caroli, Cristiana Collu, Chiara Bertola, Jacopo Veneziani, Vincenzo Trione, Vittorio Urbani e Laura Pugno.
Tra gli incontri previsti in programma: l’incontro con Martin Kemp, sommo esperto di Leonardo da Vinci, che presenterà per ARTis, per la prima volta, alcune delle proprie recenti riflessioni su questioni specifiche della erratica carriera di Leonardo pittore, intraprendendo un viaggio singolare attraverso alcuni dei suoi lavori più emblematici. Kemp dimostrerà come nessun pittore ha mai affrontato un viaggio così coraggioso, dalla certezza visiva all’ignoto; nell’evento Come si dipinge (e perché la pittura conta) lo scrittore e critico d’arte Martin Gayford, attingendo a decenni di conversazioni con artisti attivi, e in particolare, anche recentemente, con David Hockney, offrirà una visione intima della pratica, del significato e del potenziale della pittura, intrecciando riflessioni personali, aneddoti e osservazioni critiche che illuminano il dialogo continuo tra artista e opera; l’incontro Arte col Cervello in Mente unirà per la prima volta la scultrice Katharine Dowson – che si è confrontata con ricercatori che studiano genetica, dislessia e morbo di Parkinson e ha preso parte a mostre centrate sulle funzioni del cervello umano – e il neurobiologo Semir Zeki, fondatore della Neuroestetica, che ha concentrato la sua ricerca sulla funzione visiva del cervello, applicando i suoi studi anche all’arte e alla percezione estetica; nell’evento Arte, politica e ambiente Heather Ackroyd e Dan Harvey, artisti che lavorano spesso al di fuori degli spazi espositivi in contesti diversi e che sono acclamati per interventi architettonici su larga scala (inclusa un’installazione per le Olimpiadi di Londra), racconteranno il loro lavoro, che interseca discipline che spaziano dall’arte all’attivismo, dalle scienze alle materie umanistiche, dando vita a opere che instaurano connessioni con le ecologie politiche urbane; nell’incontro La storia dell’arte: il racconto di un classico con il Direttore del Warburg Institute Bill Sherman, si celebrerà l’importante 75esimo anniversario del libro sull’arte più famoso e popolare mai pubblicato, “La storia dell’arte”, “The Story of Art”, di Ernst Gombrich, libro tradotto in decine di lingue e diffuso in milioni di copie che ha contribuito a formare generazioni di studenti, studiosi e appassionati. Sherman si interrogherà sull’attualità del libro e sul ruolo che può ancora avere oggi nel trasmettere la conoscenza dell’arte in un mondo sempre più visivo e digitale, notando anche che “The Story of Art” non annovera neppure una donna artista; protagonisti dell’incontro Arte, colore e mente l’artista Giuliano Dal Molin e Anya Hurlbert, docente di Neuroscienze visive alla Newcastle University e per anni anche nel Consiglio della National Gallery di Londra, parleranno delle loro ricerche nel colore: l’artista e la scienziata metteranno a confronto due percorsi diversi ma paralleli, uniti dall’intento di esplorare il mistero del colore tra scienza e immaginazione; nell’evento Perfette sconosciute. Artiste che la storia ha preferito tacere di e con Jacopo Veneziani, lo storico dell’arte metterà a fuoco che per secoli la storia dell’arte è stata narrata da una prospettiva maschile, sminuendo o escludendo le artiste. Veneziani riporterà al centro le artiste che hanno lasciato un segno indelebile nell’arte, da Properzia de’ Rossi alle avanguardiste visionarie come Hilma af Klint, da Dora Maar e Lee Krasner, troppo spesso confinate al ruolo di “muse”, fino a Marina Abramović, pioniera della performance art che ha ridefinito il concetto stesso di corpo e resistenza; l’artista Sabrina Mezzaqui e Elena Volpato, conservatore e curatore della GAM-Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino, saranno protagoniste dell’evento L’incorruttibile ricamo che avrà al centro la bibliomanzia, pratica millenaria che consiste nel consultare i libri non solo per abbandonarsi al piacere della narrazione, ma anche per trovare una risposta alle proprie domande; nell’incontro So questo. Che la Terra è un corpo celeste l’artista Renata Boero e Cristiana Collu, Direttrice Fondazione Querini Stampalia, dialogheranno sul tema della visione organica dell’artista, dalla creazione alla scrittura biologica delle opere e all’idea di co-creazione, riflettendo sulla trasformazione della materia vibrante e mai inerte, sulla scoperta e sullo stupore dei processi creativi imprevedibili e mutabili nelle strutture microscopiche e macroscopiche, con uno sguardo finale su spiritualità, comunione e armonia; nell’incontro Famiglie d’artista Ackroyd & Harvey, Dunhill and O’Brien e Matilde, Mauro e Antonella Sambo, racconteranno l’arte attraverso le loro famiglie, in un dialogo corale moderato dal pediatra, gallerista e curatore Vittorio Urbani. In Ridisegnando la Natura: il rapporto tra creatività, natura, azione umana e trasformazione ecologica l’artista Marzia Migliora riflette su un tema di grande attualità ovvero come può l’atto creativo collocarsi tra l’umano e la natura in un’epoca segnata da instabilità climatica e crisi ambientale; il dialogo Il futuro della memoria (se la memoria ha un futuro) tra l’artista Francesco Vezzoli e lo storico e critico d’arte Vincenzo Trione prenderà spunto e renderà omaggio a un libro di Leonardo Sciascia per riflettere sul fenomeno diffuso e multiforme della ripresa dell’antico nell’arte contemporanea, una conversazione che guarderà al passato come riserva di ispirazione per dare forma al futuro; nell’incontro Un instabile equilibrio Santa Nastro, vicedirettrice “Artribune”, la gallerista Elena Dal Molin e l’artista Lucia Veronesi si confronteranno sulla pratica artistica e curatoriale da una parte e sulla forza generativa e trasformativa della maternità, oggetto di un libro per Nastro e di una trilogia di mostre per Dal Molin; nell’incontro dedicato a arte e scienza, Il verde nell’arte, la scienza nel paesaggio il botanico Renato Bruni, direttore scientifico dell’Orto Botanico Università di Parma, rifletterà su come l’ambiente ispiri l’arte e come l’arte possa sensibilizzare su temi ecologici, rileggendo il paesaggio non solo come sfondo, ma come protagonista della creazione artistica e culturale. La parola cancellata vedrà a confronto l’artista e scrittore Emilio Isgrò e la poetessa, narratrice e saggista Laura Pugno; nell’incontro La parete dimenticata Franco Guerzoni, artista e autore di pratiche di produzione sperimentali e vicine alla fotografia, e Gianfranco Maraniello, critico d’arte e direttore dei Musei d’Arte Moderna e Contemporanea di Milano, esploreranno il ruolo dell’arte contemporanea, e come può anche essere messa al servizio della decorazione; nel loro incontro Ma l’artista è un investimento? Cesare Biasini Selvaggi, manager culturale e direttore editoriale di “exibart”, e l’artista Elena Ketra, valuteranno quanto gli artisti possano o vogliano essere considerati un investimento; in Palladio, classico insuperabile lo storico dell’arte Stefano Zuffi racconterà la vita, la carriera, le idee dell’architetto che ha cambiato il volto di Vicenza e ha lasciato alla storia dell’arte un’eredità straordinaria, dilatata nel tempo e nello spazio: il “Palladio”, le cui architetture sono una eterna lezione di stile.
L’arte come festa e patrimonio condiviso
ARTis non propone opere in vendita né mostre di mercato, ma vuole essere una grande festa dell’arte, una “piazza” aperta a tutti, che mette al centro l’artista, restituendo al pubblico la possibilità di comprendere l’arte contemporanea attraverso chi la rende viva, allo stesso tempo fruendo della città e del suo patrimonio in modo nuovo. La città di Vicenza diventerà, attraverso i suoi luoghi più prestigiosi e significativi, il palcoscenico di eventi performativi, workshop e incontri. Questi i luoghi che ospiteranno il Festival: Biblioteca Civica Bertoliana-Sede di Palazzo Cordellina, Teatro Olimpico di Vicenza, Museo Civico di Palazzo Chiericati, Gallerie D’Italia-Vicenza, Fondazione Zoé, Museo Diocesano di Vicenza, Museo Naturalistico Archeologico, Basilica Palladiana, Palladio Museum, Porto Burci, Astertre. Palazzo Valmarana Braga, opera incompiuta di Andrea Palladio, diventerà una residenza artistica ospitata da Francesca Braga Rosa, proprietaria del palazzo: l’artista veneziana, Matilde Sambo svilupperà un progetto site-specific in dialogo con l’architettura del grande Maestro vicentino, trasformando lo studio in un luogo vivo di creazione. Il pubblico sarà invitato a visitare lo studio dell’artista e a dialogare con lei.
Laboratori, attività per famiglie e grandi collaborazioni
Accanto agli incontri con gli artisti, ARTis propone un ricco programma educational, con numerosi laboratori didattici ed esperienziali per scuole e famiglie.
Dal 10 al 14 novembre musei e spazi vicentini aprono le porte alle scuole con un programma gratuito (su prenotazione) di laboratori e attività pensati per stimolare curiosità, creatività e senso critico delle nuove generazioni. Il viaggio parte con Scatola Cultura, che propone Quella notte stellata, un percorso interdisciplinare dedicato al cielo e ai suoi simboli, e Il mio totem, laboratorio in cui ogni studente costruirà una scultura capace di raccontare storie personali e collettive. Al Palladio Museum gli studenti diventeranno protagonisti di Che pasticcio!, partendo da Canaletto per creare città immaginarie, e di Legarsi all’albero, ispirato a Maria Lai, che trasforma fili e legami in storie condivise. Le Gallerie d’Italia–Vicenza offrono Riflessi e riflessioni, un laboratorio sulla fotografia etica di Cristina Mittermeier, che inviterà a guardare al pianeta con rispetto e responsabilità. Il Museo Diocesano di Vicenza accompagnerà gli studenti tra culture e linguaggi diversi con Africa magica, un viaggio tra maschere e sculture tradizionali, Re-Genesis, riflessione su etica e arte contemporanea, e Sembra una foto!, percorso sul ritratto nelle diverse epoche. Il Castello di Rivoli proporrà Nel segno dell’arte e degli artisti, esperienza che intreccia creatività, educazione e inclusione, insieme a percorsi come Incontri e Colorare di paci il futuro, ispirati a mostre e collezioni che celebrano il dialogo e il linguaggio universale dell’arte. Con il MART di Rovereto si vola a New York insieme a Fortunato Depero grazie a Lettering tra i grattacieli, mentre il MAXXI di Roma porterà i ragazzi nel mondo immaginifico di Alighiero Boetti con Geografie dell’immaginazione e viaggi postali. Ad arricchire il programma anche le esperienze di Arte Sella, che con Geografie dei luoghi belli invita a progettare spazi di armonia e condivisione, e del Museo Tattile Statale Omero, dove i bambini imparano a creare libri tattili e a conoscere il codice Braille in un percorso di accessibilità e inclusione.
I musei offriranno anche una serie di attività per le famiglie: Fotografi del pianeta a cura di Gallerie d’Italia–Vicenza, un viaggio attraverso gli scatti di Cristina Mittermeier per imparare a osservare il mondo con occhi curiosi e consapevoli; Forme danzanti a cura dell’Ufficio Educazione del MAXXI, laboratorio dedicato all’artista Carla Accardi, per ripercorrere la storia e l’arte dell’artista siciliana attraverso l’albo illustrato della collana Piccoli MAXXI; Gratta cielo a cura dei servizi educativi del Palladio Museum, in cui i partecipanti costruiranno insieme un grattacielo sorprendente, il più alto mai visto al museo, un edificio collettivo che sfida la gravità e riflette, piano dopo piano, le personalità di chi lo ha immaginato; Nel segno dell’arte e degli artisti a cura del Dipartimento Educazione del Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, Un viaggio fortunato a cura di MART-Museo di arte contemporanea di Trento e Rovereto, laboratorio dedicato a Fortunato Depero che invita i partecipanti a cercare tracce dei suoi spostamenti nelle riproduzioni delle sue opere e a usarli per ricostruire e reinventare i suoi percorsi, passo dopo passo. Il risultato è un libro-oggetto con effetto pop up, dinamico come l’arte futurista; I Mobiles Painting di Alexander Calder a cura di Scatola Cultura, laboratorio che invita bambini e ragazzi a esplorare l’affascinante concetto dei “Mobile Painting”, le opere più celebri di Calder, dove forme e colori danzano liberamente nello spazio; Detective dei minerali sempre a cura di Scatola Cultura, avventura a tappe che trasformerà grandi e piccoli in veri esploratori di minerali; Storie da toccare a cura di Museo Tattile Statale Omero, laboratorio in cui saranno letti alcuni dei libri tattili del museo, realizzati per stimolare l’immaginazione e l’inclusione, tramite storie da ascoltare, guardare e toccare, inoltre bambini e genitori lavoreranno insieme per costruire un unico libro tattile di famiglia.
Tutti gli incontri sono a ingresso a libero. Le prenotazioni per le scuole sono attive tramite Scatolacultura:
e-mail didattica.museivicenza@scatolacultura.it; telefono 320 4566228.
Le prenotazioni per gli eventi saranno attive dal 24 ottobre sul sito https://artisfestival.it/