Descrizione
“Si combatteva Qui! Sulle orme della Grande Guerra” apre in Basilica Palladiana venerdì 27 giugno alle 14. La mostra fotografica di Alessio Franconi promossa dal Comune di Vicenza in collaborazione con Noack Culture Container ETS e patrocinata dalla Commissione Europea, giunge a Vicenza in occasione del 110° anniversario dall’inizio della Grande Guerra. Conflitto che vide pesantemente coinvolte anche le zone del Veneto.
Sarà possibile intraprendere un impressionante viaggio fotografico dalle Alpi ai Carpazi attraverso 70 scatti. Seguendo labili tracce nella neve l’autore si addentra in incredibili storie finite nell’oblio. Storie di un intreccio di popoli in conflitto, con persone costrette a viaggi devastanti, spesso senza ritorno. Per non dimenticare.
L’esposizione è stata inaugurata oggi dal sindaco Giacomo Possamai, dall’assessore alla cultura, al turismo e all’attrattività della città Ilaria Fantin, dall’autore Alessio Franconi e dal presidente dell’Associazione Nazionale Alpini Sebastiano Favero.
Il coro vicentino di voci bianche Iter Novum, diretto da Serena Peroni, ha proposto tre canti: “Signore delle Cime” e “Monte Pasubio” di Bepi De Marzi, presente all’inaugurazione, e di Mario Lanaro e Akai hana di Nachiko Terashima.
«Questa esposizione non è solo un viaggio fotografico tra le montagne e i sentieri segnati dal conflitto: è un invito alla memoria, un gesto di rispetto, un modo per fermarsi, guardare indietro e riflettere sul peso della Storia – ha detto il sindaco Giacomo Possamai -. Vicenza, durante la Prima Guerra Mondiale, fu molto più che una città di retrovia. Fu cuore pulsante dello sforzo collettivo e punto nevralgico delle operazioni strategiche tant’è che spesso, a chi entra nell’ufficio del sindaco dove oggi ho l’onore di lavorare, racconto che quell’ufficio fu il quartier generale, sede del Comando della Prima Armata, dal quale il Generale Guglielmo Pecori Giraldi impartiva gli ordini diretti ai reparti impegnati sull’arco del fronte vicentino. Vicenza fu centro di smistamento di Unità militari, di truppe di rinforzo e di rifornimenti, mentre gli ospedali, militari e civili accoglievano i feriti anche con una efficiente rete di assistenza civile. La Città di Vicenza ebbe dunque un importantissimo ruolo durante il primo conflitto mondiale. La mostra che inauguriamo - ha proseguito poi il sindaco - oggi si inserisce in un percorso di memoria più ampio che la nostra città ha deciso di intraprendere. Sempre qui, nella Basilica Palladiana, ospitiamo infatti — fino al 10 agosto — un’altra esposizione dal forte valore simbolico: “L’occhio del testimone. Vicenza sotto le bombe”, che attraverso gli scatti di Giovanni Maria Sandrini documenta gli effetti devastanti dei bombardamenti sulla città durante la Seconda Guerra Mondiale. Due mostre, due guerre, due cicatrici diverse, ma unite da un filo comune: la forza della testimonianza. Perché guardare le immagini di ciò che è stato ci aiuta a comprendere il prezzo della libertà, il senso della pace, la necessità del ricordo. Alessio Franconi con il suo lavoro appassionato e rigoroso ha saputo restituirci non solo i luoghi della guerra, ma anche il silenzio che li avvolge oggi — un silenzio che parla, che commuove, che educa».
«Apriamo oggi questa mostra “in musica” accompagnati dalle giovani voci del coro Iter novum a testimonianza di come il ricordo del passato possa essere trasmesso di generazione in generazione anche attraverso il canto e la fotografia, e poi con la storia l’arte e la cultura che ci aiutano a non dimenticare quanto accaduto – è intervenuta l’assessore alla cultura, al turismo e all’attrattività della città Ilaria Fantin -. Prosegue quindi il percorso che abbiamo avviato qui in Basilica, ma anche in altri luoghi della città, con l’esposizione di fotografie. La musica accompagna la mostra – sottolinea l’assessore -: i brani eseguiti dal coro Ana di Milano saranno trasmessi nel salone per rendere ancora più emozionante il viaggio tra i luoghi della prima guerra mondiale fotografati da Alessio Fanconi».
«È con vivo piacere inaugurare la mostra a Vicenza, così vicini ad alcuni dei luoghi più significativi della Grande Guerra ripresi nel reportage – ha dichiarato il curatore Alessio Franconi -. A Tallinn sto esponendo gli scatti dei luoghi della Seconda guerra mondiale, a 80 anni dal conflitto, a Vicenza invece quelli della Prima guerra mondiale a distanza di 110 anni da quelle immense battaglie. Sembrano epoche lontane ma non è così, era la vita dei nostri nonni e bisnonni e la guerra è purtroppo tornata ed essere attorno a noi».
Le foto sono state esposte sia in Italia che in Europa, da Roma ad Helsinki, creando uno spirito di memoria condivisa dei due conflitti mondiali. Franconi torna ad esporre in Italia con un percorso arricchito di alcune opere inedite.
Gli scatti sono stati realizzati durante un lungo viaggio in cui l’autore ha affrontato prima le creste vertiginose delle Alpi per poi addentrarsi nei paesaggi cristallizzati nel gelo dei Monti Carpazi. Ispirato dalle note e dei canti Alpini, l’autore parte dalle Alpi e si addentra nell’est Europa fino a raggiungere l’Ucraina. Dalle montagne vicine a Vicenza, tra cui risuonano nomi segnati dalla storia come Monte Cengio, l’Ortigara ed il Monte Pasubio, se ne affiancano altri che riemergono oggi a causa dell’odierno conflitto ucraino. Bastioni di fortezze abbandonate, dove furono combattute battaglie campali come nella città di Przemyśl. Finita sulle prime pagine dell’epoca per l’imponente assedio russo, Przemyśl oggi tornata in auge quale punto di arrivo dei rifugiati ucraini e punto di partenza degli aiuti internazionali.
La mostra è un viaggio per riscoprire i luoghi di prigionia dove caddero i nostri bisnonni ma anche dove si combatterono alcune delle più importanti battaglie della Grande Guerra.
Nata con lo scopo di ricordare le sofferenze di chi ebbe a combattere quella Guerra e di non dimenticare il costo del sacrificio umano, la mostra guida il visitatore verso una più profonda comprensione del valore della pace e dell’Unione Europea che, da oltre 70 anni, previene il crearsi di nuovi conflitti armati entro i propri confini.
Per Alessio Franconi, autore del reportage fotografico, «è stato un insegnamento di vita, un percorso introspettivo verso una maggior comprensione del mondo contemporaneo; osservare dal vivo i luoghi della Grande Guerra è un’esperienza faticosa e dolorosa dal momento in cui ancora si possono trovare le ossa sparse sui campi di battaglia».
Il progetto è il risultato di un lungo lavoro pluriennale. L’autore si è recato lungo tutto l’arco alpino passando dalla Slovenia, dall’Italia e dall’Austria lungo quello che fu il fronte italo–austroungarico della Prima Guerra Mondiale, raggiungendo campi di battaglia a oltre 3000 metri di quota. Con una lunga e delicata missione fotografica, ha attraversato i Monti Carpazi, per ricordare il dimenticato fronte orientale raggiungendo l’Ungheria, l’Ucraina, la Polonia, la Slovacchia e la Repubblica Ceca.
Alessio Franconi ci ricorda il valore della pace con delle fotografie da luoghi che sono tornati di drammatica attualità «Quando ho varcato il confine dell’Unione per entrare in Ucraina mi sono recato nei cimiteri di guerra ma, accanto ai caduti della Grande Guerra, mi sono trovato innanzi ai caduti ventenni che già combattevano nelle zone Est dell’Ucraina. I venti di guerra, oggi esplosi completamente, si respiravano ovunque».
La visita alla mostra sarà accompagnata dai canti del Coro ANA – Orchestra Sinfonica di Milano “Non ti ricordi quel mese di Aprile”: Monte Canino, Sui monti Scarpazi, Gran Dio del cielo, Il testamento del capitano, Al comando dei nostri ufficiali, Era una notte che pioveva, Siam prigionieri.
Il reportage, giunto alla sua quarantaseiesima tappa espositiva, potrà essere visitato fino al 17 agosto nel salone della Basilica Palladiana, dal martedì alla domenica, dalle 10 alle 18 (ultimo ingresso ore 17.30). Ingresso compreso nel biglietto di accesso al monumento: 6 euro intero, 4 euro ridotto. Aperto anche il 15 agosto.
Informazioni: https://www.mostreinbasilica.it/it/
Il Libro Reportage
Nato dalle esplorazioni fotografiche dell’autore sui fronti della Grande Guerra, il libro Si combatteva Qui! 1914-1918 Nei luoghi della Grande Guerra offre uno sguardo approfondito su cime innevate, pareti scoscese ed altipiani petrosi accompagnando il lettore attraverso gli scenari dove si è combattuta la Prima Guerra Mondiale, oggi avvolti nel silenzio di una natura maestosa. La novità storiografica e iconografica del volume consiste nel trattare anche, per la prima volta, il fronte orientale, lungo i Monti Carpazi, dove combatterono i soldati di origine italiana ma nati sotto l’Impero austroungarico.
«Le immagini sono bellissime, impressionanti. Alcune tolgono davvero il fiato, soprattutto se si pensa che in luoghi così scoscesi e inospitali tanti giovani persero la vita», Antonio Carioti, Corriere della Sera.
Il libro è in vendita nel bookshop della Basilica.
La mostra ha il patrocinio di: Commissione Europea, Ambasciata Britannica di Roma, Ambasciata di Polonia a Roma, Commonwealth War Grave Commission, Centro Ceco di Milano, Associazione Nazionale Alpini, Club Alpino Italiano, Erasmus Student Network Italia, Fondazione Pot Miru “Sentiero della Pace”, Ufficio Nazionale per il Turismo Sloveno, Società Storica per la Guerra Bianca, Comitato per il Centenario in seno al Gruppo Alpini Milano Centro, The International Propeller Club – Port of Milan, Città di Asiago.
Supporter tecnici: PermaJet; AJ Photo; BiG Ciaccio.
L’AUTORE
Alessio Franconi è fotografo, scrittore ed avvocato. È autore di Si combatteva Qui! un reportage fotografico esposto innumerevoli volte in Italia e in altri Stati europei che, per il suo impatto e spirito di pace, è patrocinato dalla Commissione Europea e da numerosi enti. L’autore ha pubblicato, oltre ad altri libri, Si combatteva qui! Nei luoghi della Grande Guerra (2017) e Alpi, teatro di battaglie! 1940 – 1945 (2020) con Hoepli. Riferimenti: www.franconiphotos.eu