Città di Vicenza

Villa Thiene (Quinto Vicentino - VI)

Aggiornato al: 09/08/2021

Sede del Comune di Quinto Vicentino
Piazza IV Novembre, 4
Quinto Vicentino (VI)

VISITABILE (controlla modalità)

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Iscritta nella WHL dal 1996

Descrizione storico-architettonica

L’edificio attuale, adibito a sede municipale del Comune di Quinto Vicentino, costituisce l’unica porzione realizzata, e anche in parte successivamente modificata, di un ben più vasto organismo architettonico rimasto incompiuto. Si presenta come un blocco rettangolare con paramenti murari in laterizio, articolato da un ordine gigante di lesene doriche che, sul fronte settentrionale rivolto vero la piazza del paese, sono accoppiate includendo nel mezzo una nicchia, e scandiscono il prospetto, interamente coronato da un frontone, in tre parti, originariamente tutte finestrate (quella centrale ora ospita il portale d’accesso). Nelle prime due partizioni del fianco ovest si trovano finestre analoghe a quelle della facciata, mentre la parte destra presenta un grande arco cieco. Nel prospetto posteriore, rivolto a sud verso la campagna, risalta la parte centrale, animata da aperture ad arco ribassato disposte fra le lesene e coronata da  un timpano con finestra termale.

La parte originaria del fabbricato, corrispondente alla porzione nord rivolta verso la piazza, si articola in una sala centrale fiancheggiata su entrambi lati da un stanza rettangolare e una sala quadrata.

I committenti della villa furono i fratelli Adriano e Marcantonio Thiene, figli di Gian Galeazzo, che già possedeva fabbricati nella proprietà di Quinto. Gli studiosi ormai concordano nel datare intorno al 1542 la progettazione dell’intervento, in un periodo nel quale i due facoltosi esponenti della nobiltà vicentina erano anche impegnati nell’impresa del monumentale palazzo urbano di Vicenza.

L’esecuzione, di cui si ha riscontro in documenti del 1545 e del 1546, era certamente iniziata negli anni precedenti. La villa rimase incompiuta per la morte dei due fratelli e lo spostamento dell’interesse di Ottavio, figlio di Marcantonio, verso altri possedimenti in terra emiliana.

Una parte della critica, tra cui Burns, è orientata ad attribuire a Giulio Romano il progetto iniziale della villa (come anche del grandioso palazzo avviato in città), per gli evidenti riferimenti al mantovano Palazzo Te; (per es. l’articolazione esterna mediante lesene doriche a tutt’altezza che racchiudono finestre, con variazioni del motivo nei vari fronti, in cui si passa da elementi singoli a lesene accoppiate separate da nicchie). Il Pippi, infatti, era intervenuto a Vicenza nel 1542, come consulente per le logge del Palazzo della Ragione, e sono accertati i rapporti della famiglia Thiene con i Gonzaga di Mantova, grandi committenti di Giulio. Il contributo di Palladio si sarebbe quindi limitato, probabilmente fino alla morte nel 1546 del più anziano e affermato artista, al ruolo di direttore dei lavori.

L’intervento palladiano è documentato da uno schizzo autografo nella tavola RIBA, XIV, 4 e dal suo disegno custodito presso il Worcester College di Oxford, dove è rappresentato un grandioso complesso, che doveva comprendere due ali simmetriche disposte ai lati di un corpo centrale, comprendente un salone e una grandiosa loggia aperta a est verso l’insediamento rurale, lunghi bracci porticati e due grandi corti rustiche, nonché broli e orti cinti da muri. Le irregolarità del disegno attestano l’adattamento al sito e l’inclusione delle preesistenze nel progetto di trasformazione. Dell’ambizioso programma furono compiuti solo una parte del corpo padronale, comprendente l’ala settentrionale tuttora esistente e la loggia, documentata da uno schizzo di Inigo Jones del 1614 che la rappresenta priva di copertura, nonché i fabbricati rurali a destra dell’ala realizzata, registrati in mappe del 1610 e del 1639; permaneva, inoltre, la casa preesistente, che secondo il rilievo di Francesco Muttoni del 1740, coincideva con l’ala meridionale del corpo padronale.

La villa fu oggetto di modificazioni a opera dello stesso Muttoni e all’inizio del XIX secolo; vennero così demoliti la casa preesistente e la loggia, sostituita dalla parte meridionale dell’odierno fabbricato (lo spessore della loggia si legge sul fianco ovest della villa, in corrispondenza dell’arco murato). A tale fase, dunque, risale l’attuale assetto del fronte meridionale posteriore.

(fonte: Guida al sito UNESCO edito da Ufficio Unesco Vicenza)

 

Vedi anche Itinerario delle ville del Palladio: le ville del vicentino orientale