Città di Vicenza

Palazzo Valmarana

Aggiornato al: 09/08/2021

Corso Fogazzaro, 16
36100 Vicenza
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Iscritto nella WHL dal 1994

Descrizione storico-architettonica

Il palazzo sorge nel tratto iniziale di Corso Fogazzaro.

Il prospetto è scandito da un ordine gigante di lesene composite che inquadrano i due livelli principali e presenta, al di sopra della sporgente trabeazione, un piano attico su cui si aprono finestre quadrate tra paraste.

I cinque partiti architettonici centrali includono finestre rettangolari su entrambi i livelli; quello mediano ospita nella parte inferiore il portale d'ingresso ad arco, ornato da sculture sulla centina, ai cui lati le quattro finestre dello stesso livello sono coronate da altrettanti pannelli in bassorilievo con vicende della storia romana. Nei due partiti di estremità si aprono finestrelle quadrate in corrispondenza del mezzanino e ulteriori vani sull'architrave della trabeazione. Le sette finestre del livello superiore sono tutte configurate a edicola con timpano triangolare.

Suscita particolare interesse la configurazione dei sostegni alle due estremità dove, in luogo delle lesene giganti, si trovano piccole lesene solo al piano terra sormontate da statue di soldati in armatura. Tale soluzione contribuisce all'armonioso inserimento della monumentale quinta architettonica lungo la sequenza del fronte stradale, determinando un'opportuna mediazione tra i ritmi e le proporzioni grandiose del palazzo e le composizioni più dimesse dei palazzi adiacenti.

All'interno l'androne conduce al notevole portico ionico colonnato aperto verso il cortile, sopra il quale corre un ballatoio che rigira su un lato del cortile.

La distribuzione interna, a seguito di successivi accorpamenti di fabbricati vicini, ha subito stravolgimenti che non consentono una lettura coerente dell’assetto originario, anche per i gravi danni inferti dai bombardamenti del marzo 1945, che colpirono soprattutto la copertura e il fronte posteriore del palazzo. Al tragico evento seguì un accurato restauro protrattosi fino agli anni Sessanta del Novecento.

Gli affreschi della sala al piano terra a sinistro dell’atrio, datati 1567-68 e attribuiti a Battista Zelotti, rappresentano gli unici apparati decorativi sopravvissuti alle distruzioni dell'ultima guerra.

Il progetto venne commissionato al Palladio nel 1565 da Isabella Nogarola, vedova di Giovanni Alvise Valmarana, e la costruzione si svolse a partire dal 1566, protraendosi verosimilmente al decennio successivo. Nello stesso sito risulta documentata nel 1487 la presenza di un precedente edificio di proprietà dei Valmarana, poi ceduto dalla famiglia e successivamente recuperato nel corso del Cinquecento; l’intervento, pertanto, era finalizzato a un rinnovo monumentale della residenza della famiglia.

Il Palladio pubblicò nei Quattro Libri i disegni di pianta e alzato del palazzo, che presuppongono un intervento più ampio di quello effettivamente realizzato, limitato al solo corpo edilizio verso strada e al suo affaccio sul cortile, e compiuto adattando l'impianto del palazzo all'irregolarità del lotto disponibile. Tale accurato inserimento costituisce un'ulteriore attestazione della sensibilità urbanistica del Palladio, che integra attentamente la sua opera nel contesto reale superando, senza snaturarne la portata innovativa, la pura esemplificazione teorica testimoniata dal disegno pubblicato nel trattato.

L’ideazione del progetto risente delle ultime esperienze romane di Palladio, a seguito delle quali il suo linguaggio aveva superato il mero ricorso ai canoni teorici dell’antichità classica e alle forme moderne del primo Cinquecento, di ispirazione bramantesca, privilegiando invece una ricerca più orientata alle opere della tarda romanità e alle grandiose e complesse creazioni michelangiolesche.

(fonte: Guida al sito UNESCO edito da Ufficio Unesco Vicenza)