Città di Vicenza

Palazzo Thiene (Vicenza)

Aggiornato al: 09/08/2021

Contrà san Gaetano Thiene, 11
36100 Vicenza

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Descrizione storico-architettonica

Il Palazzo dei fratelli Marcantonio e Adriano Thiene costituisce l'unica porzione realizzata di un grandioso fabbricato quadrilatero che, secondo la tavola pubblicata da Palladio nei Quattro Libri, avrebbe dovuto estendersi all'intero isolato compreso tra contrà Porti e contrà S. Gaetano, affacciandosi direttamente sul principale asse viario cittadino (l'attuale corso Palladio).

Nel sito preesistevano le vecchie case di proprietà della famiglia, nonché il palazzo quattrocentesco, tuttora esistente, commissionato dal nonno dei Thiene, Lodovico, prospiciente verso contrà Porti. La parte edificata del progetto cinquecentesco si presenta suddivisa in sette campate sul fronte principale verso contrà S. Gaetano e rigira con un'ulteriore campata in quello laterale. Si compone di due livelli: il piano terra a bugnato rustico con finestre rettangolari sotto archi e il piano nobile a bugnato gentile scandito da lesene corinzie binate, con finestre bugnate a edicola con timpani alternati. I due lati del cortile appartenenti a tale costruzione sono definiti da portici bugnati al piano terra e arcate tra lesene corinzie al piano nobile. L'interno è articolato da una successione di sale allungate attorno al cortile, con ricche decorazioni su entrambi i livelli, ispirate alla scuola di Giulio Romano. I lavori furono intrapresi nel 1542.

L'attribuzione del progetto è stata alquanto dibattuta; recenti acquisizioni archivistiche attestano ancora nel 1543 la presenza di Andrea Palladio nel cantiere come maestro lapicida, suffragando l'ipotesi da più parti avanzata che un'originaria elaborazione progettuale sia ascrivibile a Giulio Romano, anche se successivamente rielaborata da Palladio, che subentrò come unico progettista dell'interven-to sicuramente dopo la morte di Giulio nel 1546. L'ipotesi della paternità di Giulio Romano trova riscontro, dal punto di vista cronologico, nella circostanza che l'architetto romano era giunto a Vicenza nel dicembre del 1542, interpellato per l'annosa questione delle nuove logge del Palazzo della Ragione, probabilmente su indicazione della stessa famiglia Thiene, che aveva rapporti con i Gonzaga di Mantova. E' plausibile che l'artista abbia potuto fornire suggerimenti per la costru-zione del nuovo palazzo. L'influenza dell'artista romano appare riscontrabile nell'articolazione planimetrica adottata, con i numerosi ambienti allineati lungo il perimetro, nella presenza del basso attico verso il cortile, nelle vigorose colonne col fusto bugnato dell'atrio, nelll'intero ordine inferiore dei prospetti e nellle finestre di quello superiore, tutti particolari che rinviano al mantovano Palazzo Tè. Certamente l'intervento di Palladio ha ricondotto lo stile più esuberante di Giulio Romano verso una solu-zione di maggiore compostezza ed equilibrio, lasciando evidenti segni in molti caratteri architettonici, come la trabeazione e i capitelli dei fronti esterni, e nella pacata articolazione della loggia superiore verso il cortile.

Lo svolgimento del cantiere subì alcune interruzioni e riprese nel 1546.Negli anni 1552-1553 gli ambienti della parte nord-orientale dovevano essere a buon punto in quanto su-bentravano i decoratori. I lavori dovettero concludersi tra il 1556, data riportata sulla fascia marcapiano del prospetto, e il 1558, anno indicato nell'analoga fascia del lato nord del cortile. Alla morte di Marcantonio, avvenuta nel 1560, il cantiere venne sospeso. Risultava pertanto edificato, alla fine, meno di un quarto del grandioso progetto descritto nei Quattro Libri.

Un modello ligneo che documenta nella sua interezza il grandioso edificio concepito dal Palladio è custodito all'interno del palazzo.

(fonte: Guida al sito UNESCO edito da Ufficio Unesco Vicenza)