Città di Vicenza

Palazzo Porto Breganze

Aggiornato al: 09/08/2021

Piazza Castello,6
36100 Vicenza

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Iscritto nella WHL dal 1994

Descrizione storico-architettonica

Questo imponente frammento architettonico, che spicca con la sua forte evidenza lungo il lato meridionale di piazza Castello, costituisce la porzione realizzata di un grandioso progetto palladiano rimasto incompiuto.

Si compone di due soli intercolumni di un ordine gigante di possenti semicolonne composite, elevate su un altissimo piedistallo con sottostante zoccolo, che sostengono un’articolata trabeazione, forata in corrispondenza del fregio dai piccoli vani rettangolari dell’attico. Tra le colonne si dispongono due ordini di aperture: al pianterreno finestre a spigolo vivo, incorniciate da un paramento a bugnato gentile, e al piano superiore porte-finestre con poggioli su modiglioni, contornate da cornici sagomate e sormontate da timpani alternativamente triangolari e centinati. Sulla fascia corrispondente ai capitelli delle colonne emergono a rilievo ricchi festoni.

Attraversando il modesto portone ad arco che collega la parte palladiana all’adiacente palazzetto della famiglia Porto, che era destinato a essere demolito per dare seguito all’ambizioso programma, si ritrovano nel cortile, lungo il muro di epoca posteriore che chiude lateralmente il frammento, alcuni elementi architettonici che avrebbero contraddistinto l’atrio del nuovo palazzo; sul fondo si intravede accennata la terminazione a esedra che Palladio aveva previsto per la corte.

Molto carenti sono le notizie su quest’opera, ma è certo che il progetto di Palladio sia successivo al 1570, in quanto non si trova pubblicato nel suo trattato; tale conclusione trova conferma anche nel fatto che il committente, Alessandro Porto, ereditava dal padre le proprietà di famiglia situate in Piazza Castello solo nel 1571. E’ probabile che nello stesso anno l’edificio non dovesse ancora essere stato impostato, poichè nella pianta della Biblioteca Angelica al suo posto si trova un denso agglomerato edilizio.

Morto il Palladio proseguiva i lavori Vincenzo Scamozzi, come egli stesso conferma nel suo trattato, portandoli allo stato di avanzamento che ci è pervenuto. Probabilmente, in base al progetto palladiano, il palazzo avrebbe dovuto estendersi per sette intercolumni proseguendo a sinistra del frammento realizzato. Gli interni sono stati stravolti nel corso del tempo.

La monumentalità di Palazzo Porto, concepita per costituire uno scenografico fondale architettonico della piazza, rispecchia appieno i caratteri dell’ultima fase della produzione palladiana, contraddistinta dal ricorso all’ordine gigante, dall’utilizzo di elementi architettonici di proporzioni colossali, dalla ricerca di forti effetti chiaroscurali, come avviene anche nella coeva Loggia del Capitaniato.

 

(fonte: Guida al sito UNESCO edito da Ufficio Unesco Vicenza)