Città di Vicenza

Palazzo Da Monte

Aggiornato al: 09/08/2021

Contrà S. Corona, 9
36100 Vicenza

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Iscritto nella WHL dal 1994

Descrizione storico-architettonica

L’edificio si trova di fronte alla chiesa di S. Corona, all’angolo tra la contrà omonima e contrà S. Stefano, dove la famiglia Da Monte aveva delle proprietà.

Si sviluppa su due piani, separati da una fascia marcapiano. Il piano terra si apre al centro con con un portale centinato bugnato e presenta ai lati due finestre rettangolari a spigolo vivo. Il piano superiore è scandito da tre coppie di lesene tuscanico-doriche che inquadrano la serliana centrale e le due porte-finestre laterali, sormontate da timpani triangolari. Il palazzo è concluso in sommità dal cornicione che comprende un fregio dorico, con triglifi e metope non figurate.

La datazione e la paternità palladiana di questo palazzo restano ancora incerte. La costruzione è stata ricondotta all’inizio degli anni Quaranta, anche se è rimasta aperta l’ipotesi di un’esecuzione tarda, basata su di un disegno giovanile del maestro; infatti l’iscrizione sulla fascia marcapiano, sopra il portale, porta il nome di Battista Da Monte e la data 1581.

I caratteri stilistici e compositivi della facciata presentano molte analogie con i disegni giovanili di Palladio. Si potrebbe trattare dunque, effettivamente, di un progetto degli anni Quaranta, quando l’architetto sperimentava il tema della serliana ed era fortemente influenzato dall’architettura bramantesca e raffaellesca a seguito del primo viaggio a Roma nel 1541. Il modello compositivo è quello adottato in quegli anni in palazzo Civena. Recenti fonti archivistiche proverebbero che la costruzione del palazzo sia avvenuta entro il 1550-1554.

Successivamente furono eseguite le decorazioni e altri lavori di completamento, prolungatisi fino alla data riportata in facciata.

Cosa certa è che alcune scorrettezze compositive ed esecutive escludono un coinvolgimento diretto di Palladio nella realizzazione dell’opera, quali la spaziatura irregolare dei triglifi e delle metope, la discordanza tra le basi dei pilastrini della serliana con quelle delle lesene, la mancanza delle modanature nei piedistalli, la non corrispondenza tra le cornici della serliana e quelle delle altre finestre. E’ stata ipotizzata dagli storici l’esecuzione a opera di Domenico Groppino.

Nell’Ottocento l’edificio ha subito alterazioni per mano di Tommaso Becega che ha apportato una modifica nella distribuzione dei piani e ha realizzato nuove aperture. Forse risale a questo periodo l’applicazione dell’intonaco bugnato, oggi rimosso, al piano terra, nonché l’eliminazione delle cornici alle finestre.

Nel corso dei lavori di restauro degli anni Settanta del Novecento sono emersi dei fregi ad affresco nella stanza di destra del piano terra e in alcuni ambienti del piano superiore.

(fonte: Guida al sito UNESCO edito da Ufficio Unesco Vicenza)