Città di Vicenza

Chiesa di Santa Maria Nova

Aggiornato al: 09/08/2021

Contrà Santa Maria Nuova
36100 Vicenza

Chiesa di S. Maria Nova è sconsacrata e non visitabile all'interno.

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Iscritta nella WHL dal 1994

Descrizione storico-architettonica

La chiesa di Santa Maria Nova è un organismo a unica navata, le cui pareti sono scandite da semicolonne corinzie a tutt’altezza su alti basamenti, che si susseguono a ritmo serrato definendo un telaio architettonico di forte vigore plastico, che si conclude nel soffitto a lacunari lignei. Tra le semicolonne si dispongono arcate e riquadri con cornici a stucco.

La facciata tetrastila è tripartita da semicolonne corinzie su alti piedestalli comuni alle due coppie laterali, con trabeazione interrotta nell’intercolumnio centrale, e conclusa da un frontone triangolare con oculo circolare; nel partito mediano si apre il portale contenuto entro un’alta arcata cieca, mentre gli stretti intercolumni laterali ospitano nicchie centinate e riquadri ciechi rettangolari.

Lo schema compositivo del fronte viene ricondotto dagli studiosi a quello elaborato da Palladio per la chiesa di San Francesco della Vigna a Venezia e, in forza di tale analogia, viene sostenuta la paternità palladiana del progetto della chiesa, peraltro difficilmente attribuibile ad altri artefici presenti nel contesto culturale vicentino di quegli anni. Anche lo spazio interno, il cui involucro dall’accentuata plasticità ben risponde al modo di comporre palladiano degli ultimi anni (come nella Loggia del Capitaniato), ricorda la cella di un tempio antico molto somigliante al disegno di quello di Nimes che Palladio pubblicò ne I Quattro Libri. La chiesa, pertanto, rappresenta l’unica fabbrica religiosa compiuta, a parte la cappella Valmarana e i limitati interventi nella cattedrale, progettata da Andrea Palladio e edificata a Vicenza.

La volontà di costruire la chiesa, annessa al convento delle monache agostiniane di Santa Maria Nuova fondato nel 1539, fu disposta da Ludovico Trento nel suo testamento del 1578. E’ molto probabile che il progetto sia stato redatto da Palladio nello stesso anno e realizzato, dopo la sua morte avvenuta nel 1580, a opera del capomastro Domenico Groppino, il cui nome appare nei documenti.

La chiesa risulta già edificata nel 1590 e portata a compimento nel 1594. Nel Seicento viveva il suo periodo di massimo splendore, sebbene già allora restaurata nella copertura, ma poi decadeva nell’Ottocento dopo la confisca napoleonica e il successivo stato di abbandono. Di proprietà del Comune di Vicenza, l’edificio è stato oggetto in tempi non lontani di un primo intervento di recupero.

L’interno della chiesa era arricchito sia ai lati che nei lacunari del soffitto da tele dei maggiori artisti operanti a Vicenza nel Cinquecento e nel Seicento, come i Maganza, Andrea Vicentino, Palma il Giovane, Francesco Maffei e Giulio Carpioni, opere disperse a seguito della sconsacrazione della chiesa degli inizi dell’Ottocento.

(fonte: Guida al sito UNESCO edito da Ufficio Unesco Vicenza)