Città di Vicenza

Bilancio di genere

Aggiornato al: 17/05/2019

Che cos’è il bilancio di genere

Il bilancio di genere è uno strumento di governo utile per svolgere azioni di politica economica più eque, efficaci ed efficienti nei confronti delle differenze di genere tra donne e uomini. Esso consente di rileggere l’operato di un ente con la prospettiva di genere, appurando come le scelte politiche si riflettano poi sulla distribuzione delle risorse e quindi sull’attività stessa del Comune.

L’allocazione delle risorse è infatti da intendersi come il punto di svolta tra l’enunciazione dei principi e la loro effettiva attuazione. In questo senso se ne analizza la distribuzione ai settori o servizi che possono essere più o meno importanti per effettuare politiche di parità e di genere. Abitualmente, infatti, le politiche economiche risentono inevitabilmente dell’influenza della società stessa, attraverso le sue articolazioni e categorie di interesse, pur nell’ambito di un normale sistema democratico. Considerate dunque le differenze e le disuguaglianze di genere all’interno della società, è immediato ipotizzare che anche la costruzione del bilancio, la destinazione delle risorse e l’attività stessa dell’ente possano risentirne. Non è un bilancio delle donne e per le donne, ma un documento che tiene conto delle differenze tra uomini e donne rispetto alle esigenze, alle condizioni, ai percorsi, alle opportunità di vita, di lavoro e di partecipazione ai processi decisionali.

Il bilancio di genere è dunque un esercizio di lettura dell’operato di un ente che aiuta a comprendere tale disparità, a constatare come le politiche economiche non sono neutre e quindi non possono essere riferite ad un cittadino inteso in quanto tale, ma a cittadini e cittadine, con tutte le differenze personali, familiari e sociali che tali condizioni comportano.

Perché le PA devono redigere il bilancio di genere

Le trasformazioni anche normative della Pubblica Amministrazione negli ultimi anni e la consapevolezza maggiore dei cittadini di essere portatori di interesse, hanno determinato la necessità di fornire al cittadino un'informazione più puntuale rispetto alle scelte pubbliche.
Il bilancio di genere è previsto dal D. Lgs. n. 150/2009 attuativo della legge 15/2009 e deve essere prodotto dalle amministrazioni pubbliche contestualmente alla relazione sulle performance, entro il 30 giugno di ogni anno (art. 10, comma 1, lett. b).

Inoltre, l’art. 78 comma 5 dello statuto comunale prevede infatti che “Al fine di svolgere politiche economiche più eque ed efficaci nei confronti delle differenze di genere tra uomini e donne e per una più efficiente distribuzione dei propri impegni economico-finanziari, il Comune redige il bilancio di genere, di cui dovrà tener conto nella distribuzione delle risorse”.

Destinatari del bilancio di genere

Il bilancio di genere si rivolge a più categorie di soggetti:

  • i decisori politici che hanno a disposizione uno strumento per capire meglio l’impatto delle loro decisioni sulla vita dei cittadini intesi come uomini e donne e, quindi, di tarare meglio le loro politiche rispetto alle ricadute attese;
  • i cittadini (sia come destinatari diretti del bilancio di genere sia come soggetti da coinvolgere nelle diverse fasi di sviluppo di un bilancio partecipato in un approccio benessere), a cui viene offerto un nuovo modello di lettura dell’operato dell’ente;
  • il personale dell’ente che viene maggiormente sensibilizzato alle tematiche di pari opportunità e coinvolto direttamente nella sua redazione del bilancio di genere.

La metodologia scelta per la redazione del bilancio di genere

Nell’affrontare la sperimentazione del bilancio di genere, il Comune di Vicenza ha scelto di adottare l'approccio benessere o wellbeing, metodologia riconosciuta a livello internazionale e sperimentata negli ultimi dieci anni in diversi contesti territoriali locali. Questo metodo si fonda sull'approccio delle capacità e dei funzionamenti, secondo la teoria del premio nobel Amartya Sen, che ricolloca il benessere e la qualità della vita in coerenza con gli obiettivi fondativi dell'azione pubblica e afferma la necessità di promuovere un’equa opportunità di accesso in politica, nella società e nell’economia per le donne e per gli uomini.

Questo metodo valuta l'impatto delle politiche sul benessere delle cittadine e dei cittadini, considerando la persona nella sua interezza e non classificandola nell’ambito di una specifica fascia o categoria.

Il lavoro è stato svolto seguendo diverse fasi che si sono intrecciate con un’attività di formazione svolta con funzionari e impiegati del Comune in rappresentanza di tutti i settori, che ha permesso di reperire informazioni ed elementi utili all’arricchimento di ciascuna fase.
Nella prima fase, costituita dalla definizione della prospettiva e dalla raccolta delle informazioni necessarie a dare l’immagine di insieme dell’ente, sono state individuate le caratteristiche della struttura amministrativa, le scelte e le priorità politiche comunali mediante la lettura dei documenti programmatici e di bilancio.

Nella seconda fase è stato condotto una lavoro sull'analisi del contesto, costruendo il quadro descrittivo statistico del Comune di Vicenza che riflette lo stato della disponibilità di statistiche di genere rispetto a dimensioni diverse della qualità del vivere.
La popolazione è stata analizzata secondo le sue caratteristiche e dinamiche demografiche, evidenziando laddove possibile, la differenza di genere e, se presenti, le differenze tra ‘nativi/e’ e migranti che convivono nel territorio.

Nella terza fase sono stati individuati gli strumenti per rappresentare l’impegno dell’ente rispetto ad ogni dimensione del ben-essere. Lo strumento utilizzato per introdurre il benessere della popolazione come criterio di riferimento, anche nella valutazione dei risultati e nella rendicontazione finanziaria, è la matrice delle capacità. La matrice introduce una logica integrativa tra le dimensioni di benessere dei cittadini e delle cittadine di Vicenza e le politiche pubbliche dell’ente.

La matrice pone in relazione ogni dimensione del benessere con le politiche attuate dall’ente (i programmi), individuando l’impatto delle spese rispetto alle dimensioni di benessere. Consente di portare alla luce potenziali connessioni tra capacità diverse di uno stesso individuo e, per un effetto cumulativo, tra le capacità di un individuo e le capacità di altri individui: il benessere individuale, infatti, ha ricadute sul benessere di altri individui.

Le dimensioni del benessere

Nel valutare l’impatto di genere delle politiche sul benessere degli uomini e delle donne che vivono sul territorio di Vicenza, è stato individuato un insieme di dimensioni del benessere definite sulla base delle responsabilità che l’ente si è assunto storicamente ed ha recepito nella sua struttura. In tal modo, il benessere ritorna ad essere, anche in fase di rendicontazione, il criterio di classificazione delle spese ed il terreno di valutazione dei risultati.
Queste dimensioni (definite capacità secondo l’approccio delle capacità e dei funzionamenti dell’economista Amartya Sen), sulle quali l’attività comunale può avere un impatto diretto o indiretto, sono state individuate analizzando l’ente, le sue funzioni ed esaminando i documenti di bilancio che caratterizzano la programmazione comunale.

La classificazione di queste dimensioni non è rigida e può essere modificata alla luce degli obiettivi e delle scelte dell’Amministrazione comunale, qualora sia ritenuto opportuno ridefinire o ritarare tali capacità.

Le capacità individuate per descrivere le dimensioni del benessere sulle quali il Comune di Vicenza agisce, hanno assunto come modello di riferimento il rapporto BES (Benessere Equo e Sostenibile) redatto dall’ISTAT e sono:

1. Accedere alla conoscenza: istruzione, formazione, informazione

Possibilità di avere accesso all’istruzione e alla formazione lungo tutto l’arco della vita. Per accesso alla conoscenza si intende la possibilità di acquisire saperi di base e conoscenze specifiche lungo tutto l’arco della vita e la capacità di integrare queste conoscenze con un sapere orientato all’inserimento nel mercato del lavoro. L’accesso alla conoscenza e al sapere è una capacità essenziale per la crescita e la maturazione del carattere, per l’emancipazione e l’autonomia delle donne e degli uomini e per le possibilità di cambiamenti nella vita sociale degli individui. Rispetto allo sviluppo di questa capacità risultano rilevanti tutte le funzioni dell’ente legate alla formazione e all’istruzione, ma tali capacità risultano necessarie allo sviluppo di altre dimensioni prima tra tutte l’accesso alle risorse tramite l’attività lavorativa, poiché la produzione e la distribuzione di beni e di servizi si avvale in misura crescente di conoscenze altamente specializzate, le industrie sono diventate ad alta intensità di conoscenze (knowledge intensive).

2. Accedere alle risorse

Possibilità per i singoli individui di avere accesso alle risorse pubbliche e private sia su base sociale che all’interno del nucleo familiare mediante i mezzi legali disponibili nella società, tra cui le possibilità produttive e le opportunità di scambio. Ci si riferisce quindi sia alla definizione dei criteri e dei titoli di accesso alle risorse pubbliche e/o all’erogazione di beni e servizi pubblici (come una occupazione remunerata che permetta alla persona di accedere al mercato e di acquistare beni e servizi), sia alle risorse private e alla sua distribuzione nella famiglia. Qualunque funzione pubblica incide in modo diretto o indiretto su tale capacità.

3. Lavorare e fare impresa

Capacità di lavorare e di accedere al mercato del lavoro anche attraverso lavoro autonomo o la creazione d’impresa. Per molti individui l’unico capitale reale è la propria capacità di lavorare, ma la capacità di essere occupato non è una condizione legata alla sola condizione lavorativa e dunque reddituale del soggetto, perché attiene ad aspetti e situazioni che comprendono anche elementi riguardanti l’identità stessa degli individui.

4. Prendersi cura di sé

Capacità di avere cura della propria integrità fisica e della propria condizione psichica, si intende la possibilità di aver cura del proprio spazio, del proprio tempo e della propria rete amicale e relazionale. Spazio, tempo e relazione sono le tre direttrici attraverso cui si esprime la capacità degli individui di fare oggetto di cura e di attenzione le diverse dimensioni attraverso cui si manifestano la propria personalità e la propria vita. La possibilità di costruire reti sociali è ad esempio centrale per la formazione dell'identità personale, per la possibilità di avere sostegno materiale, immateriale, emotivo, sostegno che a sua volta consente lo sviluppo pieno di altre capacità.

5. Prendersi cura degli altri

Capacità di avere cura degli altri, siano essi soggetti interni al nucleo famigliare o parentale che esterni. In questa capacità rientra avere la possibilità di conciliare tempo di cura e tempo di lavoro, in un contesto in cui la cura non è solo un atto, ma una relazione. L’attività di cura può essere uno statuto professionale o, nella maggioranza dei casi, per le donne in particolare, è l’attività quotidiana di presa in carico di soggetti maschi adulti (mariti), dei figli o di anziani (nonni o genitori). Le politiche sociali volte o a sollevare le donne dal lavoro di cura o che si indirizzano a utenti o gruppi di utenti determinati in particolare difficoltà, nonché tutte le funzioni relative alla sicurezza sociale, alla tutela della salute, alla possibilità di vivere in ambienti sani e sicuri, allo sviluppo economico e al mercato del lavoro, hanno un impatto diretto e indiretto sullo sviluppo di tale capacità.

6. Godere della bellezza e della cultura

Sviluppo della possibilità di disporre e in particolare di godere del tempo libero in cui sviluppare le proprio potenzialità, la possibilità di godere di spazi dimensionali e temporali all’interno dei quali sviluppare capacità relazionali, ricreazionali e di svago. Questa capacità s’intreccia con quella di prendersi cura di sé e qui si inserisce anche la dimensione di poter godere di bellezze naturali, architettoniche e artistiche. Su questa capacità incide in modo più o meno diretto tutta la funzione culturale e ricreativa pubblica, ma anche la funzione legata alla pianificazione territoriale, alla tutela e allo sviluppo della fauna, all’agricoltura, al turismo e alla viabilità.

7. Vivere una vita sana

Possibilità di tutela e miglioramento della propria salute, dal punto di vista sia fisico e mentale che psicosociale. Tutte le funzioni legate all’ambito socio-sanitario incidono direttamente sullo sviluppo di questa capacità, sulla quale però giocano un ruolo fondamentale indirettamente anche tutte le politiche legate all’ambiente, allo sport, all’alimentazione, dal momento che il concetto di cura del corpo e della mente non si riferisce solo alla condizione passiva di accettazione di cure mediche e di indicazioni terapeutiche, ma la capacità di vivere una vita sana si esprime anche in un atteggiamento attivo dell’individuo nell’adozione di uno stile di vita salutare che può essere promossa dall’azione pubblica in un’ottica non solo preventiva, ma educativa allo star bene e al sentirsi bene.

8. Vivere in spazi sani e sicuri

Capacità per gli individui di abitare, convivere, lavorare in strutture private e spazi pubblici inseriti in una cornice ambientale ecosostenibile e la capacità di sentirsi sicuri, di relazionarsi e agire all’interno di un contesto territoriale che non generi nelle persone un senso di insicurezza e di paura. L’ambiente è un luogo fisico, ma anche uno spazio sociale in cui i cittadini e le cittadine possono valorizzare le proprie capacità individuali e sviluppare il senso di identità che li lega ad una particolare comunità.

9. Muoversi nel territorio (e viaggiare)

Possibilità di avere controllo sulla propria mobilità attraverso il sicuro accesso al sistema dei trasporti pubblici e privati in misura adeguata alle proprie necessità. In questo caso tutte le funzioni relative alla viabilità, alla pianificazione territoriale, all’edilizia e al sistema dei trasporti pubblici influenzano tale capacità.

10. Partecipare alla vita sociale e accedere alla rappresentanza politica

Possibilità di inserirsi nei ruoli decisionali e strategici. Su tale capacità contribuisce la funzione pubblica volta a promuovere le pari opportunità, nonché tutta la funzione rivolta al personale interno, alla formazione ecc.

11. Innovare e fare ricerca

Capacità di sviluppare conoscenze e abilità in ambito non solo strettamente tecnologico.

12. Accedere alle informazioni

Possibilità di avere accesso a notizie che possono orientare in modo corretto le scelte degli individui. Incidono su tale capacità tutte le funzioni dell’ente legate all’informatica e ai sistemi informativi, ai servizi di comunicazione, agli affari generali e istituzionali.

Bilancio di genere in un approccio di benessere (Formato: PDF)

Evento: Per una politica più attenta ai bisogni dei cittadini e delle donne in particolare