Città di Vicenza

13/07/2010

La provincia di Vicenza è al terzo posto nella classifica nazionale Cnel sull’integrazione degli immigrati. Giuliari oggi a Roma per la presentazione dei dati.

Ottimo risultato per Vicenza che occupa il terzo posto nella graduatoria assoluta delle province stilata dal Cnel, il Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro che misura il potenziale di integrazione degli immigrati nel territorio italiano riferito all’anno 2008.
Alla provincia di Vicenza è stato attribuito un indice pari a 58,26, corrispondente ad una valutazione di media intensità, che ha garantito un piazzamento subito dopo Parma (60,38) e Reggio Emilia (58,65).
Il Settimo rapporto sugli indici di integrazione degli immigrati in Italia è frutto della collaborazione tra il CNEL, l’Organismo Nazionale di Coordinamento delle politiche di integrazione degli immigrati e l’èquipe di redazione del Dossier Statistico Immigrazione Caritas/Migrantes.
Per stilare la graduatoria si è tenuto conto degli indici di attrattività territoriale, di inserimento sociale e di inserimento occupazionale.
Vicenza ha ottenuto il 14° posto per indice di attrattività territoriale (57,3), il 7° posto per indice di inserimento sociale (64,7) e il 6° posto per indice di inserimento occupazionale (51,8). In tutti gli indicatori la provincia di Vicenza si colloca sempre al di sopra del valore medio nazionale e rispetto all'indicatore dell'attrattività territoriale migliora di una posizione rispetto al 2007.
Oggi l’assessore alla famiglia e alla pace Giovanni Giuliari è intervenuto alla presentazione dei dati al Cnel di Roma, dove è stato invitato a raccontare il “caso Vicenza”. “Gli indici e gli indicatori di inserimento sociale e di inserimento occupazionale – ha spiegato l’assessore alla famiglia e alla pace Giovanni Giuliari - portano la provincia di Vicenza ad essere territorio leader a livello regionale anche se, come rilevato dalla stessa ricerca, il margine di miglioramento del nostro potenziale complessivo resta ancora piuttosto ampio.
Lo stesso studio ci offre dati e informazioni utili per meglio orientare le nostre politiche sociali, soprattutto per migliorare le criticità”.
“La ricerca – ha proseguito l’assessore - presenta il Veneto e tutto il Nordest in maniera diversa rispetto a quanto l'opinione pubblica percepisce comunemente del territorio. Nonostante ci siano cittadini che si fanno condizionare politicamente dalle paure e da stereotipi e pregiudizi, i dati mostrano un Veneto che sta affrontando responsabilmente, con progetti di comunità, un fenomeno certamente complesso e difficile, ma che va guidato e accompagnato ogni giorno attraverso delle buone pratiche inserite in un contesto sociale attraversato in questo momento, non solo da una difficile e pesante situazione economica, ma anche da una crisi di valori sociali, culturali e etici.”
“L’ottimo posto in classifica guadagnato da Vicenza – ha proseguito l’assessore - dipende soprattutto dalla capacità del territorio vicentino di saper vivere il conflitto, derivante dalla presenza degli stranieri, come una grande opportunità di cambiamento e di miglioramento delle proprie condizioni di vita. L'accettazione del conflitto, e la volontà di volerlo superare, animano molti cittadini ed amministratori e tutti si impegnano in maniera tale da contrastare ogni forma di xenofobia e discriminazione”.
In provincia di Vicenza la popolazione residente è di 861.768 persone di cui 90.421 straniere, pari al 10,5%, ed oramai da vent'anni il territorio ha saputo sviluppare, grazie anche alla sua disseminazione in piccoli centri urbani quali Arzignano, Schio, Thiene, Bassano, Valdagno, la stessa Vicenza, tutta una serie di iniziative di accoglienza e inclusione dei migranti, promosse non solo dagli Enti locali, ma dal mondo del lavoro, dalle parrocchie, dai gruppi sportivi e ricreativi, dagli istituti scolastici, dall'associazionismo della società civile, dal mondo imprenditoriale e culturale.
Sono numerose le buone pratiche che il territorio vicentino ha saputo mettere in atto in questi anni e diffuse sono le alleanze territoriali (regione, provincia, comuni, aziende sanitarie, società civile e volontariato).
Rimane comunque un requisito indispensabile per un buon inserimento la conoscenza della nostra lingua, diffusa grazie a servizi di volontariato,  e in modo particolare nel nostro territorio dove di solito non si parla l'italiano, ma il dialetto veneto. Aiuti costanti per l’inserimento dei cittadini stranieri vengono dati dalla chiesa, dagli operatori socio sanitari, dalle forze dell’ordine oltre che dall’ambiente scolastico, sportivo e culturale e dalle numerose associazioni di volontariato che a Vicenza città sono oltre sessanta.
“Il territorio vicentino, e non solo, - ha concluso l’assessore Giuliari - ha bisogno sempre più di sviluppare una progettualità che veda delle politiche sociali fatte non solo per gli immigrati, ma con gli immigrati. Il “fare insieme” potrà essere l'esempio più concreto per dimostrare che la fase della paura del diverso è stata superata e che le barriere, i pregiudizi e gli staccati ideologici sono definitivamente caduti.”

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