Città di Vicenza

17/06/2010

ANCI, approvata all’unanimità la proposta Variati sulla compartecipazione dei Comuni alla lotta all’evasione

Il direttivo dell’ANCI, riunitosi oggi a Roma, ha approvato all’unanimità la proposta portata dal sindaco di Vicenza, Achille Variati, sulla compartecipazione dei Comuni alla lotta all’evasione fiscale. La proposta, anticipata lunedì scorso da Variati, puntava a semplificare il meccanismo di collaborazione dell’ente locale al recupero dell’evasione e a premiare questa collaborazione con una quota consistente e permanente del maggior gettito ottenuto. Oggi stesso i due leader dell’ANCI, il sindaco di Torino Sergio Chiamparino e quello di Roma Gianni Alemanno, presenteranno il documento finale dell’ANCI, contenente la proposta del sindaco di Vicenza, al Presidente della Repubblica, per poi illustrarlo nei prossimi giorni al Governo.

L’obiettivo della proposta era quello di permettere ai Comuni di affrontare i drastici tagli previsti dalla manovra di contenimento della spesa pubblica senza aumentare le tasse, ma compensando i minori trasferimenti e il più severo tetto di spesa con le entrate derivanti dalla compartecipazione alla lotta all’evasione fiscale. “Visto che il Governo – aveva spiegato Variati – si pone come obiettivo realistico verso la lotta all’evasione fiscale , stimata in 120 miliardi di euro, il recupero del 10% (che corrisponde a 12 miliardi di euro) proporrò di far partecipare anche i Comuni a questa operazione. Infatti se anche i Comuni metteranno in campo le loro forze e i loro strumenti per combattere l’evasione fiscale potrebbero ottenere in cambio almeno il 30%, fino ad arrivare al 40%, di quanto riescono a recuperare”.

Il direttivo dell’ANCI ha approvato l’idea, aumentando la quota di compartecipazione proposta. La proposta di emendamento recita infatti: “Semplificare ed efficientare, superando l’istituzione obbligatoria dei consigli tributari, la partecipazione diretta dei comuni all’accertamento tributario e contributivo con una quota certa del 50% del maggior gettito di tributi erariali e sanzioni civili per mancato versamento di contributi, attivando una collaborazione diretta con l’agenzia delle entrate e con l’Inps”.

“Grazie a questa proposta di modifica – spiega Variati – si potrebbe superare il problema della creazione (precedentemente prevista) dei consigli tributari: organismi pletorici, che renderebbero molto difficile attuare una vera lotta all’evasione fiscale da parte dei Comuni. Inoltre, abbiamo chiesto che la quota a beneficio dei Comuni sia permanente negli anni, come è giusto, e non data una volta sola, perché il maggior introito per lo Stato dura nel tempo e non si esaurisce nel momento sanzionatorio. Se lo Stato ci metterà nelle condizioni di poter collaborare alla lotta all’evasione fiscale noi sapremo fare la nostra parte, anche coinvolgendo associazioni di categoria, sindacati, cittadini, perché questa è una grande battaglia di civiltà: non è giusto che la maggioranza, fatta di cittadini onesti, debba pagare di più perché c’è una minoranza di furbetti che lucrano sulla pelle degli altri”.

Non solo. I sindaci del direttivo ANCI hanno anche chiesto di non far rientrare nel patto di stabilità gli investimenti per la messa in sicurezza delle scuole, che in molti Comuni rappresenta un problema di vaste proporzioni, e per le energie rinnovabili, necessarie per concorrere alla generale riduzione delle emissioni e al risparmio energetico.  

“Sono soddisfatto – commenta Variati al termine della riunione – per il lavoro del direttivo. Da questo incontro emergono però molte cose che non vanno nel rapporto tra Roma e territori virtuosi come il nostro. I comuni stanno dandosi da fare per il contenimento della spesa pubblica già dal 2004, e il frutto del nostro sacrificio ha portato un miglioramento del saldo di bilancio di 4 miliardi di euro. Nello stesso periodo, però, vi è stato un deterioramento dell’intero comparto della pubblica amministrazione con un aumento di spesa di oltre 32 miliardi di euro. E anche in questa manovra straordinaria si ripropone la stessa logica perversa: il 10% dei tagli riguarda i ministeri, ma per i ministeri si applica solo alla “spesa non obbligatoria”. Mentre per i comuni vale per tutto. Spesa obbligatoria, che è di gran lunga la maggiore, e spesa discrezionale, una quota ormai ridottissima. Così non va, perché se i comuni finiscono al collasso a essere tagliati saranno i servizi di assistenza, i trasporti, le scuole. Cioè servizi essenziali per i cittadini”.

ATTENZIONE: La notizia si riferisce alla data di pubblicazione indicata in alto. Le informazioni contenute possono pertanto subire variazioni nel tempo, non registrate in questa pagina, ma in comunicazioni successive.