Città di Vicenza

18/05/2010

Banca di piazza Matteotti: il Comune ha comminato una sanzione i 124 mila euro, subito pagata dal privato

Banca di piazza Matteotti: il Comune ha comminato al privato una sanzione di 124.523 euro per gli interventi eseguiti senza la necessaria autorizzazione. A conclusione della complessa vicenda, e dopo la decisione dell’amministrazione di non proseguire la battaglia giudiziaria con un ricorso al Consiglio di Stato, gli uffici dell’edilizia privata hanno rilasciato alla ditta Vivara il permesso a costruire in sanatoria. La sanzione è originata dall’abuso con cui il privato aveva cambiato la destinazione d’uso dello stabile da minimarket a banca, in assenza del via libera degli uffici comunali. L’assessorato all’edilizia privata l’ha quantificata, come consentito dalla legge, nel doppio dell’incremento del valore venale prodotto dal cambio di destinazione. La ditta ha prontamente pagato tale cifra; resta ora da definire soltanto il conguaglio degli oneri.

“L’amministrazione – ha commentato l’assessore Pierangelo Cangini – ha deciso di non ricorrere al Consiglio di Stato contro la concessione del cambio d’uso da parte del commissario ad acta per evitare di affrontare un contenzioso lungo ed estremamente incerto. La macchina comunale stessa, del resto, ha commesso degli errori, in particolare in merito ai tempi dell’iter. I privati, che non abbiamo mai voluto vessare, devono tuttavia rispondere delle irregolarità commesse. Di qui la sanzione prevista dalla legge: che è piuttosto onerosa, ma che non vuole essere in nessun modo una forma di accanimento. Piuttosto, ribadisce in modo concreto l’attenzione che questa amministrazione ha sempre dichiarato nei confronti degli abusi, che non vogliamo né possiamo tollerare. Una cosa sono i diritti dei privati, e la volontà di intraprendere verso cui c’è sensibilità e attenzione, un’altra il mancato rispetto delle leggi, su cui non può essere chiuso un occhio. D’altra parte, il fatto stesso che il privato abbia immediatamente pagato la sanzione rappresenta un fatto doppiamente positivo: per l’apprezzabile solerzia nel rispondere alla notifica comunale, e perché conclude una vicenda tormentata consentendo di riaffermare un importante principio di giustezza amministrativa”.

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