Città di Vicenza

25/04/2010

Da Vicenza la difesa del 25 aprile sulle note di "Bella ciao"

Variati: "Con la Resistenza riguadagnammo la dignità di uomini liberi". Cacciari: "Costituzione miglior frutto della Resistenza, i suoi custodi siamo tutti noi"

Da una piazza dei Signori affollata di cittadini e di bandiere arriva la difesa e l’esaltazione del 25 aprile e della Resistenza, dopo giorni segnati dalle polemiche nazionali sul significato della festa della Liberazione. Sulle note di "Bella ciao", rivendicata orgogliosamente dal sindaco di Vicenza Achille Variati come simbolo di valori e di un’identità vivi, ed eseguita in apertura e chiusura della manifestazione. E nell’applauditissimo discorso, quasi una lezione, di Massimo Cacciari, oratore ufficiale delle celebrazione vicentina, che ha esaltato la Costituzione "frutto migliore della Resistenza".
"A chi dice – ha detto Variati nel suo saluto – che non fu la Resistenza a far cadere la dittatura fascista, a ottenere la Liberazione italiana, e lo dice non per amore di verità storica ma solo per sminuire, per dividere, per deridere una memoria, rispondo così: fu grazie alla Resistenza che riguadagnammo la dignità di uomini liberi. Si può essere liberi anche se sconfitti, anche se in catene, se si è liberi nella mente e nel cuore. Questa è l’eredità della Resistenza. Questo è il significato della festa della Liberazione".
"Il 25 aprile – ha detto Variati – è sotto assedio. Cacciari è una delle pochissime figure dei nostri giorni che possiamo chiamare, senza esitazione, di "intellettuale". Un intellettuale libero e vero in un tempo dominato da sedicenti intellettuali sciocchi e servili, proni ai desideri e alle richieste del Potere. In un’epoca dominata dalla confusione e dalla manipolazione della verità e della stessa storia, un’epoca in cui anche una grande festa nazionale e di popolo come il 25 aprile diventa terreno di battaglia ideologica, e viene messa sotto assedio".
Variati ha letto brani del discorso di Gettysburg di Lincoln, rivendicando il dovere degli uomini liberi di continuare nella missione per cui chi partecipò alla Resistenza versò il proprio sangue. E ha concluso tra gli applausi con una citazione di Piero Calamandrei: "La libertà è come l’aria: ci si accorge di quanto vale quando comincia a mancare".
Massimo Cacciari, oratore ufficiale, ha acceso la piazza con una vera e propria lezione sul significato della Resistenza. "Non un momento semplicemente bellico – ha detto l’ex sindaco di Venezia – come spesso pensa chi ne fraintende il significato, ma un periodo di straordinaria elaborazione culturale e politica. Un periodo di grandi idee, in cui le migliori intelligenze del Paese si unirono per gettare le basi, come disse Croce, della ricostruzione morale e materiale dell’Italia. E chi oggi vuole cancellare il 25 aprile forse vuole cancellare proprio le idee, la riflessione, la generazione di contenuti condivisi. La Costituzione è stata il frutto migliore e più alto della Resistenza. Una Costituzione aperta, dinamica, progressiva, che reclama ancora di essere attuata nei tanti articoli che definiscono non come una possibilità ma come un dovere il compito dello Stato di garantire uguali possibilità, pari diritti, piena libertà, sviluppo sociale e dignità della persona".
"La Costituzione fu figlia del dialogo, del confronto, del compromesso tra i partiti – ha ricordato Cacciari -. Quello che oggi manca è proprio la forza di grandi movimenti politici organizzati, cioè i partiti. Capaci di interpretare le richieste che arrivano dal basso, dalla società, dall’associazionismo. Siamo noi, tutti noi cittadini – ha concluso Cacciari salutato da un’ovazione del pubblico – i custodi della Costituzione, chiamati a difenderne lo spirito vivo".

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