Città di Vicenza

05/02/2010

Il 10 febbraio Vicenza celebra il “Giorno del Ricordo” in memoria delle vittime delle foibe, dell’esodo Giuliano-Dalmata e delle vicende del confine orientale

Il 10 febbraio il Comune di Vicenza celebra il “Giorno del Ricordo”, in memoria delle vittime delle foibe, dell’esodo Giuliano-Dalmata e delle vicende del confine orientale. Il sindaco Achille Variati e il presidente dell’Associazione nazionale Venezia Giulia e Dalmazia Coriolano Fagarazzi presenzieranno alla cerimonia che avrà inizio alle 10 in via Martiri delle foibe dove verrà deposta una corona d’alloro cui seguirà un momento di raccoglimento con la lettura della preghiera dell’esule.
Alle 11 la commemorazione proseguirà con il vicesindaco Alessandra Moretti nella sala degli stucchi a palazzo Trissino  dove si terrà un incontro-dibattito sul tema “Esodo e foibe” condotto dallo storico-scrittore Arrigo Petacco e dal giornalista Gianluca Versace.
Il “Giorno del Ricordo” è stato istituito dalla legge 92 del 30 marzo 2004 per conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell’esodo degli istriani, fiumani e dalmati dalle loro terre nel secondo dopoguerra e della complessa vicenda del confine orientale.

L’Associazione nazionale Venezia Giulia e Dalmazia è la prima associazione a carattere nazionale, sorta nel 1947, con lo scopo di raccordare e organizzare le decine di migliaia di profughi – italiani autoctoni – provenienti dai territori della Venezia Giulia e della Dalmazia che il Trattato di pace del 10 febbraio 1947 aveva ceduto alla ex Jugoslavia o assegnato alla Zona B del mai costituito Territorio Libero di Trieste.
La sua sede è sempre rimasta a Roma, per la necessità di un rapporto costante con il Parlamento, il governo e le amministrazioni centrali dello Stato.
Riorganizzata con l’atto costitutivo del 7 giugno 1956, l’associazione ha conservato nei decenni la sua estensione a tutto il territorio nazionale, essendo nati i diversi Comitati dalle comunità di Esuli ospitati prima nei campi-profughi e poi nei «Villaggi» giuliano-dalmati costruiti in diverse città italiane in esecuzione di un programma speciale di edilizia popolare.
In quanto Associazione di carattere privato, si assumeva il compito di mantenere uniti su base volontaria gli esuli dai territori perduti attraverso le attività assistenziali e culturali dei Comitati locali, la celebrazione delle festività civili e religiose, la partecipazione e l’organizzazione di convegni di studio, conferenze in stretta collaborazione con le amministrazioni dello Stato, gli enti locali, le università e le scuole, le associazioni combattentistiche e d’arma e le istituzioni culturali. Le iniziative dell’associazione hanno portato un contributo determinante nel campo dei provvedimenti legislativi adottati dal Parlamento italiano per risolvere i problemi dell’esodo giuliano-dalmata, dalle leggi per l’edilizia popolare a quelle per l’indennizzo dei beni perduti nei territori ceduti (con il cui corrispettivo l’Italia ha pagato i danni dovuti alla ex Jugoslavia in forza del Trattato di pace). Per oltre 50 anni ha operato in questo senso l’Ufficio Assistenza diretto da Padre Flaminio Rocchi OFM. La natura apolitica e apartitica dell’Associazione è stata il presupposto essenziale della considerazione in cui è stata tenuta.
http://www.anvgd.it/

Note biografiche

Arrigo Petacco, risiede a Portovenere (La Spezia). Storico, giornalista, autore di programmi televisivi e sceneggiature per alcuni film di soggetto storico, è stato inviato speciale della Nazione e della rivista “Storia illustrata”. Nella sua attività giornalistica ha intervistato alcuni tra i più importanti protagonisti della seconda guerra mondiale. Tra le sue pubblicazioni più note “La morte cammina con la sposa” (1958), “Il comunista in camicia nera: Nicola Bombacci tra Lenin e Mussolini” (1966), “L’anarchico che venne dall’America” (1969), “Joe Petrosino” (1972), “Dal Gran Consiglio al Gran Sasso: una storia da rifare” (1973), “Il Prefetto di Ferro” (1976), “L’esodo: la tragedia negata degli italiani d’Istria, Dalmazia e Venezia Giulia” (1999), “La scelta: l’invenzione della Repubblica Italiana” (2008).

Gianluca Versace, giornalista professionista, nasce a Monfalcone, Gorizia, sul confine orientale, ma le sue radici sono in Calabria. Inizia a fare il cronista negli anni ’80. Fa molta radio, un mezzo di comunicazione che gli rimane nel cuore. Poi, passa alla tv. Anzi, ne fonda una, nella città dei cantieri. Nel frattempo si laurea in giurisprudenza con una tesi su demanio marittimo e tutela ambientale. Vince un concorso ed entra nel gruppo Monti-Riffeser. Gira l’Italia e scrive per il Carlino, la Nazione e Il Piccolo. Poi, altra tv: dirige Grande Italia, Rete Nord e Tele Lupa. Entra a Serenissima, nucleo originario di Canale Italia. Sono sue alcune trasmissioni cult degli ultimi anni: per esempio, le botte in diretta tra Adel Smith e Carlo Pelanda, nel gennaio 2003, sono una pagina di televisione trash che ha fatto conoscere l’emittente di Lucio Garbo in tutto il mondo. Vive solo di parole. Facendo domande al prossimo, cercando di andare meno lontano possibile dal rispetto dell’altro, conducendo trasmissioni televisive, moderando dibattiti, organizzando conferenze in ogni dove, scrivendo per giornali e periodici. Convinto che è molto fortunato chi può trasformare la propria passione in professione.

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