Città di Vicenza

10/01/2013

Variati sull'approvazione del nuovo statuto comunale: "Una carta coraggiosa"

"Referendum con quorum zero, stranieri, giovani e rete civica i suoi punti di forza”

Uno statuto tra i più coraggiosi d’Italia che apre nuove prospettive nella partecipazione dei cittadini alla democrazia. Uno statuto che raccoglie il sentimento di una comunità e le problematiche complesse che la caratterizzano”, così il sindaco Achille Variati ha commentato l’approvazione della nuova carta del Comune di Vicenza avvenuta ieri sera con 29 voti favorevoli.

Il quorum zero che abbiamo previsto per i referendum – ha detto Variati - stimola ad andare a votare. Chi va al seggio a dire come la pensa ha ragione; chi non ci va rinuncia a dire la sua. Ma ciò non è in contraddizione con la democrazia rappresentativa. La democrazia diretta che si esprime attraverso i referendum integra la democrazia rappresentativa. Ci sono momenti in cui i cittadini devono poter dire la loro e non è giusto che la loro bocca venga tappata”.

Non tutti gli argomenti, ovviamente, potranno essere oggetto dei referendum consultivo, propositivo e abrogativo previsti dallo statuto. Sarà infatti possibile chiedere l’espressione dei cittadini su materie di competenza di consiglio comunale e giunta che riguardano gli interessi dell’intera comunità, mentre saranno esclusi dalle consultazioni referendarie lo statuto stesso; il documento programmatico preliminare della giunta; il regolamento del consiglio comunale e altri regolamenti interni; le elezioni, le nomine, le designazioni, le revoche, le dichiarazioni di decadenza e, in generale, le deliberazioni o le questioni concernenti persone; gli atti relativi al personale del Comune, delle istituzioni, delle aziende speciali; i tributi; le tariffe di beni e servizi; gli espropri per pubblica utilità; l’assunzione di mutui o l’emissione di prestiti obbligazionari; i bilanci; gli argomenti già sottoposti a referendum nell’arco della medesima tornata amministrativa; proposte che incidano su situazioni concrete, relative a soggetti determinati, aventi natura patrimoniale; l’esecuzione di norme statali o regionali; i diritti di minoranze etniche, linguistiche, religiose e sessuali.

Il sindaco ha poi definito “un dovere” l’istituzione del consiglio degli stranieri: “Ci sono cittadini residenti – ha commentato Variati - , che lavorano, pagano le tasse, hanno i figli nati qui, utilizzano i nostri servizi, ma che oggi non possono di fatto esprimersi democraticamente. Non potendo votare, grazie allo statuto avranno almeno una rappresentanza democratica che porterà avanti il loro pensiero”. “In realtà mi auguro – ha precisato a questo proposito il sindaco, dichiarando di condividere in pieno il sì del vescovo all’attribuzione della cittadinanza a chi nasce in Italia – che il consiglio degli stranieri venga al più presto eliminato dallo statuto: vorrà dire che la legge italiana avrà finalmente consentito agli stranieri residenti da più anni nel nostro Paese di votare almeno alle elezioni amministrative”.

E sulla bocciatura della proposta del centro destra di istituire una consulta dei giovani Variati dichiara: “Era un obbrobrio. La consulta è una cosa stravecchia. E’ un’idea antica che non funziona. E’ assurdo cercare ancora di inquadrare il mondo dei giovani in un istituto del genere. In questo statuto, al contrario, abbiamo dato voce ai giovani, prevedendo che anche chi ha 16 anni possa partecipare alle istruttorie pubbliche, ai referendum consultivi, alle petizioni”.

Il sindaco ha infine sottolineato l’attenzione riservata nel nuovo statuto alla rete civica, intesa come nuova strumentazione informatica che consente ai cittadini di dialogare da casa con l’amministrazione, non solo per ottenere servizi, ma anche per portare nuove idee.

Ringrazio – ha concluso Variati – il consiglieri comunali per il buon lavoro che hanno portato a termine. Riconosco, in particolare, la piena e moderna libertà di quei consiglieri di opposizione come il presidente della commissione Gerardo Meridio, Maurizio Franzina, Domenico Pigato, Cinzia Bottene e Silvano Sgreva che, a differenza di chi si è lasciato andare al solito modesto teatrino polemico rifiutandosi di partecipare al voto, hanno collaborato in modo costruttivo fino alla fine alla redazione di un documento che non è una delibera di governo, ma un atto per la città di oggi e di domani”.

 

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