Città di Vicenza

11/10/2013

Prostituzione, esercitava a Vicenza il 6% delle ragazze uscite dal giro in tutta Italia

Assessore Sala: “E' il risultato di un lavoro capillare agevolato dalla sperimentazione della zona rossa”

La zona rossa è un aiuto anche per le persone che si prostituiscono. Sono più facilmente contattabili per una prevenzione di tipo sanitario, ma anche per offrire loro la concreta possibilità di uscire dal giro dello sfruttamento sessuale”. La dichiarazione è dell'assessore alla comunità e alle famiglie Isabella Sala che oggi ha presentato i dati relativi al rendiconto del progetto S.P.Es. Sfruttamento Povertà estrema. “Quella dello “zoning” - ha dichiarato l'assessore Sala – , ovvero dell'individuazione di una zona, che per noi è quella industriale, dove la prostituzione su strada non arreca disturbo alla cittadinanza, è risultata una sperimentazione sicuramente migliorabile, ma comunque positiva anche sotto l'aspetto sociale. E i dati lo dimostrano: le donne e le persone transessuali contattate dalle unità di strada dell'associazione Mimosa e della cooperativa Equality nell'area tra Vicenza ovest, Creazzo, Altavilla e Montecchio sono sempre tanti, 304 nel 2012, 245 fino a settembre del 2013, ma sono altrettanto numerose le richieste di aiuto per uscire dal giro grazie alla rete che fa capo al Numero verde nazionale contro la tratta: ben 20 delle 319 ragazze che nel 2012 hanno cambiato vita in tutta Italia esercitavano nel nostro territorio, mentre a fine settembre già altre 11 delle ragazze monitorate dalle nostre unità di strada sono entrate nel programma di protezione sociale su 183 accolte a livello nazionale. Vicenza, insomma, riesce a intervenire su oltre il 6 % delle prostitute che chiedono aiuto in tutta Italia”.

Il programma di protezione sociale per le maggiorenni può durare fino a 18 mesi, anche con stage lavorativi. Le minorenni sono seguite fino alla maggiore età. Nella maggior parte dei casi le ragazze sono spostate in altri territori per motivi di sicurezza.

Secondo l'assessore il merito di questi primi importanti risultati va ricercato, oltre che nel buon esito della coraggiosa sperimentazione della zona franca, anche e soprattutto nell'efficacia e nella capillarità del lavoro svolto con grande professionalità dagli operatori del progetto S.P.Es. . “Un lavoro quotidiano – ha ricordato Isabella Sala – fatto di ricerca del dialogo, di costruzione di rapporti di fiducia, di capacità di proporre nel modo giusto quali sono nel concreto le opportunità prima di tutto di protezione sanitaria e poi di uscita dallo sfruttamento sessuale”.

L'attività degli operatori, peraltro, consente all'Amministrazione di avere in tempo reale il monitoraggio della situazione: se nel 2011 le prostitute contattate più volte dalle unità di strada a Vicenza e lungo la statale 11 sono state 241 e 44 i transessuali, nel 2012 le prime sono state 244 e 60 i secondi, mentre da gennaio a settembre di quest'anno gli operatori hanno incontrato 203 prostitute e 42 i transessuali, con una media di circa 80 contatti a sera.

Quanto alla provenienza, rispetto al 2008 e al 2009 sono nettamente aumentate e costituiscono la maggioranza delle prostitute su strada le ragazze dell'est europeo, quasi tutte di età compresa tra i 18 e i 25 anni, mentre si sono notevolmente ridotte quelle di origine africana che fino a qualche anno fa erano la maggioranza. Pochissime le italiane che esercitano ancora per strada: 4 le persone contattate nel 2012, solo una quest'anno. Tutti sudamericani i trans.

A fronte di un'attività che comincia a dare i suoi frutti – è la conclusione dell'assessore – spiace notare come i tagli che affliggono il sociale si abbattano anche su questo delicato settore: se nel 2012 la Regione ha finanziato questo progetto con 72.100 euro, per ora nel 2013 ha messo a disposizione solo 25.567 euro con l'effetto che è stato necessario ridurre da due a una le uscite settimanali delle unità di strada e risparmiare anche sulla composizione stessa del team”.

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