Città di Vicenza

15/05/2013

Ristrutturazione dell'Arpav, sindaci vicentini in Regione per scongiurare colpi di mano

Niente colpi di mano sui laboratori Arpav di Vicenza. Questa la richiesta della delegazione di sindaci della provincia che, guidati dal primo cittadino di Vicenza, hanno ottenuto oggi pomeriggio un'audizione dalla Settima commissione della Regione Veneto (Ambiente) sull'ipotesi di trasferimento del Laboratorio Acque di Vicenza e sulle chiusure delle sedi periferiche ventilate con il piano di riordino dell'ARPAV.

Oltre al sindaco di Vicenza, che è stato promotore dell'incontro e ha rappresentato con delega numerosi Comuni del territorio, tra cui quelli di Bassano del Grappa, Schio e Marano, erano presenti i sindaci di Arzignano, Creazzo, Lonigo, Thiene e Torri di Quartesolo.

Gli amministratori locali hanno ricordato ai numerosi consiglieri regionali presenti e all'assessore all'ambiente Maurizio Conte l'alta professionalità rappresentata dal Laboratorio Acque di Vicenza, chiamato ad operare in un'area estremamente delicata in quanto ricca d'acqua di falda e, allo stesso tempo, di insediamenti industriali. Un'area dove la qualità e la tempestività delle analisi risulta fondamentale in ogni intervento.

Per i sindaci della delegazione la chiusura del laboratorio di Vicenza e il suo trasferimento a Verona rischierebbe di compromettere la qualità di tali analisi a fronte di una non documentata riduzione dei costi, visto che nella nuova sede di via Zamenhof lo spazio basta e avanza anche per ospitare il laboratorio.

La definitiva chiusura delle sedi periferiche di Arzignano, Thiene e Bassano del Grappa, inoltre, eliminerebbe un presidio vitale per il territorio perché in grado di eseguire interventi tempestivi e vitali, senza peraltro essere anch'essa giustificata da una riduzione dei costi, visto che i locali utilizzati sono messi a disposizione gratuitamente dalle amministrazioni.

I sindaci, pertanto, hanno chiesto il blocco immediato del progetto di trasferimento del Laboratorio Acque di Vicenza e di chiusura delle sedi periferiche, in attesa di un'esplicita verifica dei costi e di una garanzia concreta di mantenimento della qualità dei servizi.

E' stato inoltre chiesto che tutti capoluoghi di provincia siano trattati allo stesso modo, ipotizzando eventualmente per Vicenza il ruolo di succursale di Verona (con mantenimento del laboratorio in città) che il piano di riordino assegnerebbe a Treviso rispetto a Venezia.

Nel corso dell'audizione sono intervenuti alcuni consiglieri che, in modo trasversale, da Piergiorgio Cortelazzo del PDL a Stefano Fracasso del PD, si sono detti d'accordo con i sindaci vicentini.

L'assessore Conte, da parte sua, ha assicurato che il piano di riordino deve essere ancora completamente definito.

Con i sindaci si è recata a Venezia anche una delegazione di lavoratori dell'Arpav.

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