Città di Vicenza

12/12/2012

Persone senza dimora, istituita una via fittizia per l'iscrizione anagrafica

Variati: “Solo così possono godere di pieni diritti di cittadinanza”

Anche a Vicenza le persone senza dimora potranno iscriversi all'anagrafe grazie all'istituzione di una via che nella realtà non esiste. Lo ha deliberato questa mattina la giunta comunale, dando seguito a quanto previsto dal regolamento anagrafico nazionale.

Abbiamo deciso di intitolare la via fittizia a santa Giuseppina Bakhita – annuncia il sindaco Variati -, una suora venuta da luoghi poveri e di schiavitù e che nella sua vita si è sempre dedicata agli ultimi. Il provvedimento è importante perchè, non avendo un domicilio, queste persone non risultano iscritte all'anagrafe e quindi è come se esistessero e non esistessero allo stesso tempo, con gravi conseguenze sui diritti fondamentali della persona, a partire dall'assistenza sanitaria: queste persone infatti non hanno la tessera sanitaria e quindi non hanno un medico di riferimento e, nel caso, i ricoveri ospedalieri diventano difficili se non impossibili”.

Per essere iscritti, però – precisa l'assessore ai servizi demografici Massimo Pecori –, i 18 senza tetto risultati a Vicenza con l'ultimo censimento dovranno dichiarare e dimostrare di essere inseriti in un progetto di inclusione sociale, che abbia come punto di riferimento realtà riconosciute del territorio: non solo quindi i servizi sociali del Comune, ma anche organismi come la Caritas, o il Sert in caso di tossicodipendenti. In più faremo controlli periodici per verificare la continuità del progetto, pena la cancellazione dai registri. È dunque una questione umanitaria – sottolinea Pecori -, ma anche di sicurezza sociale, perchè includere certe persone all'interno di percorsi assistenziali significa integrarli e far si che escano dall'ombra, dal degrado e a volte da una vita fatta di regole diverse rispetto a quelle della comunità”.

Tramite gli operatori di strada – aggiunge il sindaco - faremo dunque di tutto per convincere queste persone a sfruttare l'opportunità, anche perchè ci consentirebbe di seguirne il percorso, magari fino all'uscita dalla situazione di emarginazione, se non addirittura di pericolo, in cui spesso vivono, come in questi giorni di grande freddo”.

Non commettiamo l'errore – avverte infine il sindaco - di pensare che i senza fissa dimora siano solo i classici barboni. Sempre più spesso infatti o a causa di separazioni coniugali o per la crisi economica, ci sono persone che non hanno più una casa e che vivono provvisoriamente all'albergo cittadino piuttosto che da parenti o da amici”.

Secondo quanto stabilisce il regolamento anagrafico, i senza fissa dimora che non si iscrivono all'anagrafe del Comune in cui vivono, vengono considerati residenti nel Comune in cui sono nati.

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