Città di Vicenza

21/11/2012

“Mind the g.a.p.”, un reportage fotografico sul gioco d'azzardo in mostra

Nella Loggia del Capitaniato dal 23 novembre al 2 dicembre

La dipendenza dal gioco d'azzardo per scatti. È la mostra fotografica del vicentino Marco Dal Maso, curata da Petra Cason, dal titolo “Mind the g.a.p. - Il giocatore”, promossa dall'assessorato allo sviluppo economico in collaborazione con l'associazione “Avviso pubblico”, che collega tra loro Comuni, Province e Regioni concretamente impegnati nella promozione della cultura della legalità nella politica, nella pubblica amministrazione e nei territori da essi governati.

L'esposizione verrà inaugurata alla presenza dell'assessore Tommaso Ruggeri e dal consigliere Raffaele Colombara, che rappresenta il Comune di Vicenza in Avviso pubblico, venerdì 23 novembre alle 15.30 nella Loggia del Capitaniato. L'esposizione sarà visitabile fino a domenica 2 dicembre - grazie anche alla collaborazione dei comitati cittadini che si sono mobilitati contro l'apertura di nuove sale da gioco in città - dal lunedì al giovedì dalle 10 alle 12.30 e dalle 16 alle 19; venerdì, sabato e domenica dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 20.

Prendendo spunto dalla popolare locuzione inglese “Mind the gap”, che significa “attenzione al varco”, quello tra la banchina e la porta del treno, Dal Maso e Cason hanno mutuato dal termine “gap” l'acronimo italiano “g.a.p.” che sta per “gioco d'azzardo patologico”. Attraverso 19 foto in bianco e nero, infatti, scattate nei casinò e nelle sale scommesse del centro-nord Italia, l'esposizione rappresenta il percorso andata e ritorno del giocatore nella voragine della ludopatia: dall'esaltazione delle prime fortunate vincite fino alla terapia di gruppo, passando per i costanti fallimenti che portano il giocatore a scommettere somme di denaro sempre maggiori per far fronte alle perdite, entrando in una spirale di disperazione che spesso porta alla rottura dei legami familiari e degli affetti, e a cadere nella rete degli usurai.

Di qui la volontà dell'assessorato allo sviluppo economico di sensibilizzare la cittadinanza su un tema sempre più drammaticamente attuale, attraverso la mostra del giovane fotografo vicentino freelance, che documenta coi suoi reportage realtà scomode e difficili, restituendole in scatti dal forte impatto emotivo (come i campi profughi, la prostituzione e i rituali tradizionali del sud-est asiatico, o le tribù rom della Romania, o ancora i minatori albanesi in sciopero a 1400 metri sotto terra a Bulqiza, in Albania).

Siamo da da tempo impegnati a contrastare il proliferare delle sale scommesse in città – ricorda Ruggeri -, al punto da aver adottato norme urbanistiche e un regolamento per l’apertura e la gestione delle sale giochi che fissano distanze minime dai siti sensibili come scuole, chiese e ospedali”.

Avviso Pubblico ha un progetto nazionale – annuncia Colombara – che si chiama 'Comuni per un gioco responsabile' e in quest'ambito stiamo quindi pensando di promuovere la mostra tra i Comuni associati. Intanto, in collaborazione con la cooperativa Nuovo Vita, distribuiremo ai visitatori della mostra un foglio che riporta da una parte i dati sul fenomeno della ludopatia, dall'altro un test di 10 domande che aiuta a capire se si può essere facile vittima del gioco d'azzardo”.

Nel dettaglio, in “Mind the g.a.p.”, i gesti, le movenze e gli sguardi del giocatore immortalati da dal Maso saranno articolati in due sezioni: nella prima ci saranno le foto scattate nell'ambito delle sale scommesse, delle slot-maschines e dei tavoli da gioco, esposte in una gabbia, quale metafora del rischio di dipendenza che può creare il gioco d'azzardo; nella seconda invece verranno proposte singolarmente, suddivise per stanze, le foto scattate al centro Bad Bachgard (Bolzano) specializzato nel recupero da dipendenze da gioco: lì, infatti, il ludopatico trascorre 80 giorni a disintossicarsi tra ippoterapia, danzaterapia e arteterapia, sempre comunque in attività di gruppo per sconfiggere la solitudine di cui diventa preda facile a causa del gioco fino a tornare ad essere finalmente una persona libera.

 

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