Città di Vicenza

18/10/2012

Corso Fogazzaro, rinvenute tracce di un acquedotto romano

Il sindaco: “I ritrovamenti rimarranno visibili a conclusione del cantiere che per questo non rallenterà la tabella di marcia”

Gli scavi in corso Fogazzaro continuano a riservare stupefacenti sorprese. Dopo il ritrovamento dello scheletro risalente all'Alto Medioevo, la Soprintendenza ai beni archeologici del Veneto ha riconosciuto porzioni di pilastri di un acquedotto romano rintracciate lungo i portici di corso Fogazzaro in corrispondenza dei civici 180 al 222.
Il sindaco Achille Variati, l'assessore ai lavori pubblici Ennio Tosetto e Mariolina Gamba per la Soprintendenza ai beni archeologici del Veneto hanno effettuato un sopralluogo oggi per verificare lo stato dei reperti e per valutare come procedere.
“E' una scoperta che consente di ricostruire con maggiori dettagli la storia della Vicenza romana e per questo vogliamo che ne rimanga traccia visibile ai cittadini ed ai visitatori pur rispettando le esigenze del cantiere – ha dichiarato il sindaco Achille Variati -. Entro i primi dieci giorni di dicembre, infatti, contiamo di piastrellare la pavimentazione del portico. Del resto intendiamo consentire alla Soprintendenza di procedere con le verifiche sui reperti rinvenuti in modo da ottenere maggiori informazioni. Anche i commercianti, a cui vogliamo creare meno disagio possibile, si sono dimostrati disponibili ad accogliere possibili disagi dovuti alla prosecuzione delle verifiche. La nostra intenzione è quella di mantenere visibili alcune tracce dell'acquedotto attraverso la posa di lastre di vetro illuminate come già accade a Lobia, iniziativa che farebbe da richiamo turistico a vantaggio quindi degli stessi commercianti. I reperti verrebbero quindi segnalati dalla cartellonistica di Vicenza Romana.”
“Dopo palazzo Chiericati e Basilica Palladiana anche in corso Fogazzaro emergono tracce della Vicenza romana – sottolinea l'assessore ai lavori pubblici Ennio Tosetto -. Un'importante notizia questa che ci permette di aggiungere un significativo tassello alla conoscenza della storia cittadina grazie al costante supporto della Soprintendenza che ora ci seguirà passo passo per consentirne la visibilità a turisti e cittadini con l'opportunità anche di realizzare una pubblicazione che racconti il risultato degli studi, corredata da documenti fotografici.”
“E' una interessante scoperta quella rinvenuta in questo tratto di portici che mette alla luce 12 pilastri di un acquedotto di origine romana sul tracciato del quale si sono sviluppate le abitazioni -spiega Mariolina Gamba per la Soprintendenza ai beni archeologici del Veneto -. E' indubbiamente la prosecuzione dell'acquedotto già rinvenuto a Lobia che, prendendo l'acqua da Motta di Costabissara, procede per viale Ferrarin, via Brotton e poi prosegue per corso Fogazzaro dove fino ad oggi l'orientamento era ignoto. Si comprende ora come l'acquedotto entri in città curvando leggermente tanto da condizionare la forma degli edifici. Ogni 8 pilastri che sostenevano le arcate dell'acquedotto, grandi 1 metro e 40 centimetri per un 1 e 80, se ne incontra uno cruciforme (1.60 per 1.80 metri), questi ultimi  collocati per motivi di staticità o per consentire deviazioni. I pilastri sono realizzati  in calce e blocchi di calcare rivestiti in pietra di Vicenza. Proseguendo gli scavi riusciremo a trovare le fondazioni. Abbiamo poi compreso come l'acquedotto, nel periodo di utilizzo, fosse affiancato da una strada, mentre in precedenza la strada si trovava in un piano inferiore rispetto alla costruzione.”

 

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