Città di Vicenza

12/10/2012

Santa Corona, tempio di cultura, arte e fede riapre al pubblico

Si possono di nuovo ammirare le preziose opere custodite tra cui il “Battesimo di Cristo” di Giovanni Bellini

"Il Battesimo di Cristo", Giovanni Bellini-Altare Garzadori

Riapre oggi ai vicentini e ai turisti il Tempio di Santa Corona. La chiesa dall'architettura romano-gotica fondata nel 1260 da Bartolomeo da Breganze, vescovo di Vicenza, e ora di proprietà del Comune riaccoglie alcuni dei capolavori trasferiti temporaneamente presso il Museo Diocesano nell’aprile del 2009, operazione necessaria per consentire l’impegnativo intervento di restauro dell’edificio sacro.
Santa Corona, tempio di cultura, arte e fede viene restituita oggi ai cittadini e ai numerosi visitatori, molti dei quali conosceranno Vicenza per la prima volta nei prossimi mesi grazie alla mostra della Basilica – dichiara il sindaco Achille Variati, estremamente soddisfatto del risultato raggiunto -. Con grande impegno da parte dell'amministrazione e degli uffici coinvolti un altro gioiello della città potrà essere apprezzato nuovamente e ancora di più grazie al restauro. La ritrovata luminosità dell'edificio religioso consentirà di godere ancor di più delle preziose opere artistiche che hanno ritrovato la loro collocazione originaria, tra tutte il Battesimo di Cristo di Bellini.”
Dopo la Basilica, palazzo Chiericati, PalladioMuseum la città riavrà anche uno dei suoi monumenti religiosi più significativi - spiega l'assessore alla cultura Francesca Lazzari -. Oggi annunciamo la riapertura di Santa Corona dove sono state ricollocate nelle sedi originarie alcune delle opere più significative. Per orientare il visitatore abbiamo realizzato un depliant che con chiarezza indica la precisa collocazione delle opere.
Nel frattempo prosegue il lavoro di restauro nella navata di destra – interviene l'assessore ai lavori pubblici Ennio Tosetto - e si prevede sarà concluso in novembre quando tutto l'edificio sarà completamente restituito. Per consentire ai visitatori di comprendere l'intenso lavoro effettuato per il recupero del monumento abbiamo predisposto dei pannelli esplicativi lungo la navata destra dove il cantiere è ancora attivo."
Il Tempio di Santa Corona è una chiesa particolarmente cara ai vicentini tanto che quando il Duomo venne bombardato durante la Seconda guerra mondiale divenne cattedrale della città – precisa il direttore del museo diocesano don Francesco Gasparin -. Il Museo Diocesano, accogliendo le opere artistiche della chiesa, conferma la collaborazione costante con i Musei civici e intende proseguire con l'operazione di recupero degli arredi.”
L'opera più nota conservata a Santa Corona è indubbiamente la pala di Bellini – interviene la direttrice dei Musei civici e conservatrice del Tempio di Santa Corona Maria Elisa Avagnina -, che sebbene sia stata visibile in questi anni di cantiere al Diocesano, altra cosa è ammirarla nella sua sede originaria all'interno dell'altare Garzadori. Del resto quest'opera insieme alla pala di Veronese è quella più richiesta. Ci sono altre opere conservate al Museo Diocesano che attendono di ritornare a Santa Corona, alcune delle quali in attesa di essere restaurate. Tra queste i due affreschi raffiguranti Santa Caterina e Santa Barbara collocati accanto alla “Madonna delle stelle” di Fogolino, ora staccati. Entrambi risalgono ai primi del '500 e si riconducono all'intervento di Fogolino. Per il recupero di queste due opere si prevede una spesa di 10 mila euro. Ci auguriamo che qualcuno possa aiutarci ad intervenire.”
La chiesa, quindi, da oggi torna ad essere di nuovo visitabile a 3 anni dall'inizio del restauro, e viene riaperta seppure parzialmente, limitatamente quindi alla navata centrale, sinistra, al transetto e all'altare maggiore. I turisti giunti in città per la mostra “Raffaello verso Picasso” e naturalmente i vicentini, possono così proseguire il loro percorso nell'edificio sacro dove è esposta la pala di Giovanni Bellini raffigurante il “Battesimo di Cristo”, celebre capolavoro che ritorna nell'altare Garzadori. L'opera, realizzata tra il 1500 e il 1502 per Giovan Battista Garzadori, facoltoso e pio nobiluomo vicentino, ambienta la scena sacra nella magia arcana di un paesaggio collinare al cui centro Cristo si propone come un ritratto del divino. L’opera pittorica più celebre in città era stata concessa in prestito alle Scuderie del Quirinale in occasione della mostra interamente dedicata al pittore veneziano che si è tenuta tra il 2008 e il 2009.
Insieme a questa pala sono state ricollocate tutte le opere della navata sinistra e del transetto, testimonianze dei grandi maestri della pittura e scultura venete dal XIV al XVIII secolo, mentre il restauro proseguirà sulla navata sinistra.
Per alcune di esse la permanenza al Museo Diocesano ha fruttato un intervento di restauro: è questo il caso del Crocifisso ligneo del XIII secolo, recuperato con un contributo della Regione Veneto, e della pala di Bartolomeo Montagna “S. Maria Maddalena tra i SS. Girolamo e Paola, Monica e Agostino”, intervento finanziato dalla Fondazione Monte di Pietà.
Quest'ultima, accedendo dall'ingresso principale, è collocata nel primo altare lungo la navata sinistra, l’altare Porto-Pagello. Procedendo si incontra nel secondo altare, quello della Misericordia, la grande tavola dell' “Adorazione dei Magi” di Paolo Veronese (1573) che temporaneamente prende il posto della “Madonna delle Stelle” di Lorenzo Veneziano e Marcello Fogolino, quest'ultima esposta temporaneamente a palazzo Chiericati all'interno della mostra “Cinque secoli di volti”. L'“Adorazione dei Magi”, restaurata dalla Soprintendenza per i beni beni storici, artistici ed etnoantropologici nella sede di Verona, a conclusione del restauro della navata tornerà nella sua sede originaria, nella cappella di fronte all'altare della Misericordia.
Nella cappella Thiene, nel braccio destro del transetto, è custodita la “Madonna col Bambino e i SS. Pietro, Paolo e Pio V”, opera giovanile di Giovan Battista Pittoni (1723).
Nell’area del presbiterio, infine, si possono ammirare il ricchissimo altare realizzato con commesso di pietre dure della bottega fiorentina dei Corberelli (seconda metà del Seicento) e gli stalli lignei con splendide prospettive ad intarsio nei dossali del coro, opera della fine del ‘400 del modenese Pier Antonio dell’Abate. Entrambe le opere sono state restaurate in questi tre anni di cantiere.
Il Tempio di Santa Corona e la sua preziosa collezione di opere si possono visitare dal martedì alla domenica (chiuso il lunedì), dalle 9 alle 12 e dalle 15 alle 18.
La visita riguarda esclusivamente la navate centrale e sinistra, i due bracci del transetto e la zona del presbiterio. Per aiutare i visitatori ad orientarsi lungo il percorso, all’ingresso del tempio è in distribuzione un depliant che segnala la collocazione delle opere pittoriche.
L’ingresso alla Chiesa è gratuito.
Per informazioni: Musei civici 0444222811.

 

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