Città di Vicenza

25/09/2012

Piano degli interventi, Variati: "Il riuso del territorio vince sull’espansione"

Il piano degli interventi è pronto. Una volta approvato dal consiglio comunale andrà a sostituire una normativa urbanistica vecchia di 30 anni e resterà in vigore per i prossimi 5 anni. Questa mattina il sindaco Achille Variati, l’assessore alla progettazione e innovazione del territorio Francesca Lazzari e il direttore generale Antonio Bortoli, che firma come progettista il documento realizzato interamente all’interno della struttura comunale, ne hanno illustrato i complessi contenuti approvati dalla giunta comunale.

"Si tratta di un documento fondamentale – ha detto il sindaco ringraziando l’assessore e l’intero giovane staff dell’urbanistica – che introduce nella pianificazione urbana regole e modalità innovative rispetto alle quali Vicenza gioca il ruolo dell’apripista. Trasparenza, tutela, riqualificazione, innovazione, semplificazione, equilibrio, coerenza sono le parole chiave che caratterizzano questo piano in cui il riuso del territorio esistente vince di gran lunga sulla nuova espansione".

"E’ uno strumento dinamico – ha aggiunto l’assessore Lazzari - che rimette al centro la città pubblica, i suoi valori e le sue funzioni, che coniuga lo sviluppo con la solidarietà, la qualità della vita e la sostenibilità, e da lì fa partire anche tutte le iniziative private".

Nel dettaglio, sviluppando le scelte strategiche del PAT, il piano degli interventi individua e norma gli interventi di tutela e valorizzazione del territorio e programma la sua trasformazione, mirando a uno sviluppo sostenibile. Accanto alle prescrizioni che regolano in modo dettagliato l’attività edilizia, il PI contiene le disposizioni per le aree e gli immobili nei quali è possibile intervenire e sviluppa i grandi temi già individuati dal Documento del sindaco: il sistema ambientale, quello degli insediamenti, quello delle infrastrutture e del PUM, il piano urbano della mobilità.

Sono 66 le norme tecniche operative che regolamentano il nuovo documento che fin dai prossimi giorni sarà interamente on line, nel segno della semplificazione, della trasparenza e dell’innovazione.

Pari a 652.903 metri cubi corrispondenti a 4353 abitanti teorici è il valore complessivo dello sviluppo ipotizzato.

Soltanto 130 mila, a dimostrare il forte contenimento dell’espansione, sono i metri quadrati di SAU, cioè di superficie agricola utilizzabile, corrispondente a meno della metà dei 300 mila metri quadrati ipotizzati nel PAT. Tale superficie è stata destinata per 87 mila metri quadrati agli ex Bid, cioè al cosiddetto "soddisfacimento del bisogno abitativo familiare", per 26.600 metri quadrati agli accordi con i privati caratterizzati da rilevante interesse pubblico e per 16.400 metri quadrati ad alcune nuove aree di espansione. Si tratta però di numeri che potrebbero ulteriormente ridursi, sia perché i privati devono intervenire entro 5 anni pena il ripristino della destinazione agricola, sia perché dei 626 ex Bid ritenuti urbanisticamente accoglibili tra le 1525 istanze presentate, alcuni potrebbero non rispondere al criterio dei bisogni familiari puntualmente fissato nel piano per evitare speculazioni.

Importante, ancora, è la tutela prevista per il centro storico, con l’introduzione di un vincolo specifico lungo le mura, per i borghi, gli edifici monumentali, le frazioni di Maddalene Vecchie e San Pietro Intrigogna e le villette liberty che non potranno mai più essere abbattute per fare spazio ai condomini.

Se in zona industriale la possibilità di cambio di destinazione in commerciale introdotta dall’ultima variante al piano regolatore sarà distribuita garantendo pari opportunità ai proprietari, nei quartieri si è deciso per la limitazione delle medie superfici di vendita di cui la città è già satura.

Quanto alle zone di completamento (RC1), le eventuali possibilità edificatorie sono state agganciate all’opportunità data ai privati di riqualificare le aree pubbliche in sofferenza, con indici differenti da zona a zona fissati sulla base di un accurato studio dell’esistente che ha riguardato i singoli isolati.

Infine, le aree non utilizzate ma già urbanizzate, come ad esempio quelle dismesse, potranno essere trasformate attraverso il meccanismo della perequazione, mentre per quanto riguarda il nuovo istituto del credito edilizio, cioè la possibilità di ottenere capacità edificatoria a fronte ad esempio di interventi contro il degrado urbano, ogni singola decisione resterà in capo all’amministrazione.

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