Città di Vicenza

29/06/2012

Sale giochi e scommese: il sindaco Variati scrive al Ministro dell’Interno Cancellieri

“L’autorizzazione della Questura all’apertura di sale giochi e scommesse? Dovrebbe richiamare la normativa urbanistica del Comune che disciplina questo tipo di attività”. Il sindaco Achille Variati scrive al Ministro dell’Interno Anna Maria Cancellieri per chiedere che venga presa in considerazione dalla Questura la variante urbanistica che fissa precisi limiti per arginare il proliferare delle sale giochi e scommesse. Nella missiva indirizzata al Viminale si precisa che, se la Questura ha competenza nelle autorizzazioni riguardanti le sale giochi e scommesse “sotto i profili dell’ordine pubblico e della sicurezza”, l’amministrazione comunale decide “sull’uso del territorio”.

“Chiediamo se sia possibile che l’autorizzazione questorile – si legge nella lettera – richiami esplicitamente o sotto forma di condizione o sotto forma di prescrizione la normativa urbanistica dell’ente locale che disciplina la localizzazione di sale gioco e scommesse”.

La richiesta del sindaco Variati vuole mettere ordine in una situazione piuttosto complessa. In seguito alle richieste di numerosi cittadini preoccupati dall’apertura di una nuova sala giochi e scommesse vicino a una scuola in corso SS. Felice e Fortunato, il Consiglio comunale aveva approvato un regolamento comunale che vieta l’apertura di nuove attività nelle vicinanze di luoghi sensibili. Successivamente il consiglio comunale ha approvato anche una variante urbanistica che recepisce la limitazione del regolamento.

La Questura vicentina, in virtù delle limitazioni introdotte dal Comune, aveva inizialmente vietato l’apertura di nuove sale giochi e scommesse (sei richieste bocciate perché in contrasto con le nuove regole sulle sette totali pendenti).

Poi una circolare del Ministero dell’Interno dello scorso aprile ha portato ad un cambio di rotta della Questura. Nonostante la circolare ministeriale abbia previsto e riconosciuto il potere regolamentare dell'ente locale in materia, la Questura si è limitata a fare la valutazione delle richieste sotto il profilo dell'ordine pubblico e della sicurezza, senza neppure rimandare alle norme locali sotto forma di prescrizione da rispettare.

In virtù di questa interpretazione, la Questura vicentina, in via di autotutela, ha quindi revocato i dinieghi autorizzando le sei attività prima bloccate. Da qui la diffida del Comune ai titolari dei sei locali, in possesso dell’autorizzazione della Questura ma le cui attività, in caso di apertura, avrebbero violato i regolamenti comunali; e la successiva revoca dell’agibilità all’attività che aveva ignorato la diffida.

Una situazione ingarbugliata che rischia di trascinarsi nelle aule di tribunale e che il sindaco chiede di risolvere, rivolgendosi direttamente al Ministro Cancellieri: ”Questa amministrazione ha adottato norme regolamentari che ne disciplinano l’ubicazione – ricorda il sindaco, riferendosi ai regolamenti sulle sale giochi e alle norme urbanistiche – fissando distanze da siti individuati come sensibili e limitando la possibilità di insediamento di dette attività esclusivamente in zone per le quali è ammessa la destinazione commerciale, stabilendo specifici standard”. Variati precisa che: “Tale normativa costituisce espressione della potestà di regolamentazione dell’uso del territorio comunale che compete esclusivamente all’ente locale, da norme costituzionali”.

Il sindaco mette in luce il paradosso della circolare emanata dal Ministero ad aprile: “Nonostante la circolare riconosca la potestà normativa in materia dell’ente locale – scrive il sindaco – le autorizzazioni rilasciate dal Questore sono state ritenute estranee all’applicazione delle predette norme, in quanto esulanti dalla materia di ordine pubblico e pubblica sicurezza di competenza esclusiva statale”.

Dopo aver evidenziato che la Questura “non ha fatto alcun riferimento alla normativa adottata da questo Comune” nella revoca dei dinieghi delle autorizzazioni, Variati conclude la lettera chiedendo al Ministro se sia possibile che l’autorizzazione questorile richiami esplicitamente la normativa urbanistica che disciplina la localizzazione di sale gioco e scommesse.

Nel frattempo, ieri il Tar ha respinto l’istanza di sospensiva del provvedimento di diniego dell’autorizzazione della Questura promosso dalla Sicurgame, perché, di fatto, la questione è stata superata dalla revoca del diniego e dal rilascio dell’autorizzazione da parte della Questura per effetto dell’interpretazione della circolare del Ministero dell’Interno dello scorso aprile sopra citata.

Sempre nella giornata di ieri, la Sicurgame ha depositato quindi una nuova istanza al Tar del Veneto contro la revoca dell’agibilità per violazione della normativa urbanistica, revoca che era stata decisa dal Comune dopo che la Sicurgame aveva ignorato la diffida avviando l’attività in corso SS. San Felice e Fortunato.

 

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