Città di Vicenza

28/06/2012

Sale gioco e scommesse, incontro tra i sindaci di Vicenza e Pavia

Per condividere le iniziative utili a limitare il fenomeno

“Qui è in gioco la salute dei cittadini. Se lo Stato non interviene, dobbiamo farlo noi sindaci”. È il commento del sindaco di Vicenza Achille Variati e del collega di Pavia, Alessandro Cattaneo, al termine dell’incontro di questo pomeriggio a palazzo Trissino. Cattaneo è infatti oggi in città per partecipare all’assemblea del Gruppo giovani imprenditori di Confindustria dove si parlerà di start-up, ma ha voluto approfittare dell’occasione per incontrare il sindaco di Vicenza, città fra le prime in Italia che, come Pavia, ha dichiarato guerra aperta alla diffusione del gioco d’azzardo a tutela delle fasce più deboli della popolazione.

“Le sale gioco e scommesse, i videopoker, i gratta e vinci, le infinite possibilità di gioco che i cittadini trovano ad ogni passo nelle nostre città stanno diventando una vera e propria piaga sociale – commentano i due sindaci -. La nostra non è una crociata per motivi morali. È la richiesta dettata dal buon senso, che un settore potenzialmente distruttivo per persone, famiglie e per l’intera comunità venga regolamentato. Come è stato fatto con l’alcol e il tabacco. Se sui pacchetti di sigarette c’è scritto ‘il fumo uccide’, dove si gioca d’azzardo dovrebbe essere scritto ‘il banco vince sempre’. E invece siamo bombardati da messaggi che invitano a tentare la fortuna per risolvere i problemi economici: messaggi che fanno enormi danni a disoccupati, giovani, anziani, alle fasce più vulnerabili della popolazione che buttano nel gioco i pochi euro che hanno e sprofondano in un baratro di disperazione che si chiama ‘ludopatia’, rovinandosi per inseguire la vincita che cambia la vita. Questa è un’emergenza sociale, un problema di salute pubblica, ma Governo e Parlamento ci hanno lasciati soli e con le armi spuntate a contrastare un settore che muove enormi interessi. Se lo Stato se ne infischia, noi sindaci abbiamo l’obbligo di intervenire”.

Quella dei due sindaci è un’iniziativa che non ha colore politico, come testimonia il fatto che Variati è sostenuto da una maggioranza di centrosinistra mentre Cattaneo può contare su una maggioranza di centrodestra. Se il Comune di Vicenza ha affrontato il problema del gioco d’azzardo con un regolamento ad hoc e una variante urbanistica che vietano l’apertura di sale gioco e scommesse nelle vicinanze di luoghi sensibili, il Comune di Pavia (che con 2.897 euro di giocate pro capite è la città che spende di più nell’azzardo in Italia) sta per approvare, allo stesso scopo, modifiche sostanzialmente analoghe ma al regolamento di polizia urbana. Sia a Vicenza che a Pavia ci sono state manifestazioni pubbliche di cittadini contro la proliferazione di locali dedicati al gioco, in simbiosi con le decisioni delle rispettive amministrazioni. Il sindaco Cattaneo sta affrontando la questione anche all’interno dell’Anci di cui è vice presidente.

“Con l’incontro di oggi ci auguriamo di dare il via ad una proficua collaborazione fra amministrazioni comunali per contrastare questo pericoloso fenomeno – concludono i due sindaci – e speriamo di mandare un segnale forte a Governo e Parlamento. È facile capire perché a Roma fanno finta di niente: il gioco d’azzardo nel 2011 ha prodotto un giro d’affari di oltre 70 miliardi di euro, con entrate massicce per le casse dello Stato. Ma quanto costerà in futuro tutto questo? Quanti ludopatici dovranno essere curati a spese del sistema sanitario pubblico? Quanti italiani si saranno trasformati da forza produttiva a un peso per la società? Quante famiglie saranno state rovinate? Per questo lanciamo un appello ai Parlamentari – di destra, di centro o di sinistra non fa differenza – perché prendano atto di questi problemi e intervengano”.

Variati ha infine annunciato che alla fine di luglio, al Tar Veneto, si terrà un’udienza a seguito dell’impugnazione per illegittimità del regolamento urbanistico del Comune da parte della società Sicurgame per l’apertura di una sala gioco in corso S. Felice e Fortunato. “Attenzione però – ammonisce il sindaco - perché il governo del territorio è di esclusiva competenza degli enti locali a norma dell’articolo 117 della Costituzione”.

Nel frattempo invece il Tar ha respinto l’istanza di sospensiva del provvedimento di diniego dell’autorizzazione della questura promosso dalla Sicurgame, perché, di fatto, la questione è stata superata dalla revoca del diniego e dal rilascio dell’autorizzazione da parte della questura per effetto della circolare del Ministero dell’Interno dello scorso aprile che ha indicato alle questure di valutare le autorizzazioni solo sulla base dei problemi di sicurezza e di ordine pubblico, ignorando le disposizioni dei regolamenti comunali.

 

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