Città di Vicenza

29/05/2012

Immigrato indagato per violenza in famiglia: il commento di Variati

“Sì all’integrazione, al rispetto e alla libertà. No all’integralismo, alle minacce e alle violenze”

“Sì all’integrazione, al rispetto e alla libertà. No all’integralismo, alle minacce e alle violenze”.

Il sindaco di Vicenza, Achille Variati, prende posizione sulla vicenda di un immigrato algerino residente in città che avrebbe picchiato e minacciato moglie e figlia e tentato di imporre il burqa.

“Se quanto ipotizzato dalla Procura e riportato dalla stampa fosse confermato – spiega il sindaco – ci troveremmo di fronte a comportamenti molto gravi e inaccettabili. Attendiamo che la magistratura chiarisca i fatti, ma intanto voglio che alcuni concetti siano chiari per tutti: Vicenza è una città aperta, come ha sempre dimostrato accogliendo gli stranieri che qui vengono per lavorare e rispettano le leggi. Crediamo nell’integrazione, nell’accoglienza, nel confronto, nella coesistenza pacifica di diverse culture e tradizioni basata sul rispetto reciproco. Come Amministrazione comunale stiamo lavorando molto per creare sempre maggiori possibilità di integrazione e partecipazione alla vita sociale e pubblica da parte degli stranieri”.

“Proprio per questo pretendiamo che vengano rispettatati, da parte di chi proviene da altri Paesi, la nostra cultura, le nostre tradizioni, lo “stile di vita” della nostra società – sottolinea il sindaco -. È stato un lungo percorso quello che ha consentito alla nostra società di arrivare ad affermare la libertà individuale e a rifiutare la violenza come strumento “educativo”.  Non possiamo quindi accettare che venga limitata la libertà personale attraverso l’esercizio della violenza, o imponendo l’adozione di usi e costumi che rendono difficoltosa l’integrazione”.

“Voglio ringraziare inoltre i vicentini che hanno contribuito a portare alla luce questa brutta vicenda – dice il sindaco – La compagna di classe della ragazza minacciata e picchiata che ne ha parlato in famiglia. Il padre avvocato che ha convinto la moglie e la figlia dell’immigrato a presentare la denuncia che ha dato il via alle indagini della Procura. Madre e figlia picchiate e minacciate, infatti, se lasciate sole probabilmente non avrebbero mai trovato il coraggio di denunciare l’uomo: grazie a questo supporto, invece, non hanno più avuto paura di difendere la propria persona e la propria libertà. Questo è un grande esempio di impegno per l’integrazione che tutti dovrebbero seguire: è necessario che ognuno faccia la sua parte, aiutando chi è in difficoltà a ribellarsi a imposizioni violente che nulla hanno a che fare con i principi fondamentali di libertà che regolano la nostra comunità”.

 

 

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