Città di Vicenza

02/05/2012

New Conversations – Vicenza Jazz, l'esordio venerdì 4 maggio con un poker di concerti

La diciassettesima edizione del festival New Conversations – Vicenza Jazz esordisce venerdì 4 maggio con un poker di concerti: due eventi principali al Teatro Olimpico e altri due negli spazi della Basilica Palladiana dove quest’anno è allestito il Panic Jazz Cafè Trivellato, la zona jazz club del festival. Un avvio a pieno ritmo per il festival vicentino, che proseguirà poi sino al 12 maggio con la programmazione principale e ancora sino al 15 maggio con gli epiloghi del Panic Jazz Cafè Trivellato, proponendo al pubblico cittadino e ai numerosi visitatori oltre un centinaio di concerti.
Il Teatro Olimpico è dunque la cornice per l’inaugurazione di Vicenza Jazz 2012. Qui (con inizio alle ore 21) si esibiranno il trio formato da Ernst Reijseger (violoncello), Mola Sylla (voce, xalam, kalimba) e Harmen Fraanje (pianoforte) e quindi, a seguire, l’attesa band di uno dei più celebri percussionisti a livello mondiale, l’indiano Trilok Gurtu. Con Gurtu, che ci trasporterà direttamente nel cuore di uno dei temi caratterizzanti del festival, la musica improvvisata dell’estremo oriente, suoneranno Roland Cabezas (chitarra), Carlo Cantini (violino, melodica tastiera), Andy Suzuki (sax, flauto, tastiera), Johann Berby (basso el.) e Mukti Shri (kathak, danza, voce).
Al Panic, il Gallucci-Tondo-Fongaro-Cogo Quartet farà da apertura della serata (ore 21:30), in attesa delle esibizioni principali. A partire dalle ore 22:30 sul palco nella Basilica Palladiana saliranno infatti il trio ‘elettronico’ del trombettista Marco Tamburini (col pianista Stefano Onorati e il batterista Stefano Paolini) e i Jazz Travellers, ovvero Pietro Tonolo (sax), Paolo Birro (pianoforte), Lorenzo Conte (contrabbasso) ed Emanuele Maniscalco (batteria).
Il festival New Conversations – Vicenza Jazz 2012 è organizzato dall’assessorato alla cultura del Comune di Vicenza, in collaborazione con Aim Vicenza e Trivellato Mercedes Benz, con il concorso della Fondazione Cariverona, con la partecipazione dell’associazione Panic Jazz Club, il contributo della Regione Veneto e del Ministero per i beni e le attività culturali, oltre che con il sostegno di Confcommercio Vicenza e molti altri sponsor fra i quali Aquila Corde.
Il trio che riunisce Ernst Reijseger, Mola Sylla e Harmen Fraanje si è formato nel 2008. Il repertorio del concerto comprende canzoni africane, cantate in wolof, la lingua nativa del cantante senegalese Mola Sylla, e composizioni di Ernst Reijseger e Harmen Fraanje, create per i due ultimi film del celebre regista Werner Herzog: My Son, My Son, What Have You Done e Cave of Forgotten Dreams.

Ernst Reijseger (nato nel 1954) vantava ormai una carriera ultraventennale quando registrò il disco in solo Colla Parte (Winter & Winter, 1998): fu l’inizio di una lunga e proficua collaborazione con l’etichetta tedesca, i cui risultati hanno decisamente contribuito a dare notevole visibilità internazionale a Reijseger. In bilico tra jazz d’avanguardia e musica contemporanea, il violoncellista olandese riesce ad avvincere l’ascoltatore con le sinuose linee del suo strumento e con sonorità di arcana bellezza.
Le collaborazioni principali di Reijseger la dicono lunga sul suo approccio futurista alla musica: Derek Bailey, Michael Moore, Gerry Hemingway, Misha Mengelberg e l’ICP Orchestra. Numerosi i trii di cui ha fatto parte, dall’Amsterdam String Trio all’Arcado String Trio. Ma probabilmente quello più memorabile rimane il Trio Clusone con Moore e Han Bennink.
L’apertura stilistica di Reijseger gli ha permesso di suonare in contesti trasversali, coinvolgendo artisti classici (come Yo-Yo Ma) o più legati alle musiche etniche (come Trilok Gurtu e Mola Sylla). Si è dedicato spesso anche alla musica per il cinema, realizzando tra l’altro colonne sonore anche per due film di Werner Herzog.

A Trilok Gurtu bastano le tabla per portarvi in giro per il mondo con il suo vorticare di ritmi. Se poi gli concedete un intero set di percussioni, allora vi farà allibire con il suo travolgente virtuosismo.
Nato a Bombay nel 1951, Gurtu ha sviluppato la più incredibile tecnica percussiva e l’ha poi condivisa con artisti di ogni provenienza geografica ed estrazione stilistica. Il suo esuberante colorismo ritmico è un vero marchio di fabbrica nelle situazioni musicali più vicine alla sua formazione indiana. La musica di Gurtu è un punto di incontro tra cultura orientale e occidentale: la world music pare l’habitat più naturale per il percussionista, che comunque non si tira indietro davanti al jazz, il rock, il pop. Fu John McLaughlin a metterne per primo in risalto il talento. Poi, arrivarono innumerevoli altri artisti desiderosi di incrociare i propri assolo coi beat poliritmici di Gurtu: Don Cherry, Jan Garbarek, Joe Zawinul, Pat Metheny, Ralph Towner, Andy Summers dei Police, Larry Coryell, Gilberto Gil… Gurtu vanta anche diverse collaborazioni con celebri cantanti italiani: Ivano Fossati, Marina Rei e, recentemente, Adriano Celentano.

Il trio di Marco Tamburini esplora le molteplici possibilità di contaminazione tra il linguaggio jazzistico e un repertorio che fagocita la world music, il pop internazionale, la musica colta contemporanea. Ma l’elemento più caratterizzante è l’ampio sfruttamento delle risorse dell’elettronica. Per Tamburini è un vero balzo fuori dalla sua identità più nota, quella di trombettista nel solco della tradizione hard-bop. Ma le sue abituali frequentazioni del trombettista in ambito pop e classico dovrebbero averci insegnato quanto sappia essere versatile. Al suo fianco, in questa inusuale formazione priva di basso, troviamo l’affiatata coppia ritmica formata dal pianista Stefano Onorati e dal batterista Stefano Paolini.
Il trio si esibisce spesso anche affiancato da un quartetto d’archi, situazione che esalta la componente colta e contemporanea della musica.

I Jazz Travellers traggono la loro forza dalla profonda conoscenza reciproca che lega i componenti della band, accomunati dalla passione per la più genuina tradizione jazzistica e il repertorio che la rappresenta.
Paolo Birro e Pietro Tonolo suonano in duo da diversi anni; la loro collaborazione è documentata dai dischi Simbiosi (Splasc(h), 1995) e Autunno (Egea, 2001). Assieme a Lorenzo Conte, Birro ha avuto modo di accompagnare importanti jazzisti italiani e stranieri in innumerevoli occasioni: insieme hanno suonato fra l'altro nel CD Spring Jazz Trio con Eliot Zigmund e nei due CD realizzati dal gruppo Jazz Breakers. Completa il quartetto Emanuele Maniscalco, musicista che sa esprimere il proprio straordinario talento sia nel ruolo di pianista sia, come in questo caso, in quello di batterista.
Il repertorio dei Jazz Travellers comprende brani originali e la rivisitazione di alcuni standard.

INFORMAZIONI:
Assessorato alla Cultura – Ufficio Festival
Palazzo del Territorio, Levà degli Angeli, 11 Vicenza
Tel.: 0444 221541 – 0444 222101
Fax: 0444 222155
e-mail: info@vicenzajazz.org
web: www.vicenzajazz.org

 

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