Città di Vicenza

10/04/2012

“L’elogio della ricchezza”, il 13 aprile il primo degli appuntamenti del progetto “Classici contro” al Teatro Olimpico

I Classici contro sono contatto inedito e idea nuova che dà voce ai classici antichi per pensare meglio la modernità: con un rovesciamento di ogni luogo comune, i Classici ci aiutano (o ci obbligano) a metter in discussione il presente, e tramite la loro lontananza e il loro sguardo critico possono contribuire a rivoluzionare la visione delle difficoltà della nostra vita moderna. Ed è questo il tempo in cui abbiamo bisogno di pensiero e di parole senza reticenze.
Il progetto dell'Università Ca' Foscari, a cura di Alberto Camerotto e Filippomaria Pontani, in collaborazione con l’Associazione Italiana di Cultura Classica di Venezia, il Centro di studi "Antropologia e Mondo Antico" dell’Università di Siena, l’assessorato alla cultura del Comune di Vicenza e il liceo classico Antonio Pigafetta di Vicenza, dopo il ciclo su potere, giustizia, democrazia che è andato in scena nei teatri storici tra Venezia, il Friuli Venezia Giulia e il Veneto, giunge ora al Teatro Olimpico di Vicenza: in un luogo che è un simbolo universale della creatività e del pensiero dell'Italia, i Classici contro propongono una riflessione a tutto campo con L'elogio della ricchezza. Il tema è scottante e il titolo allusivamente provocatorio: entra nel vivo dell'agone civile quando ogni fiducia sembra venir meno tra crisi economiche e corruzioni grandi e piccole della politica di questi anni (e qualche nuovo orrore di questi giorni). Il pensiero (da veri cittadini) è l'unica vera risorsa, l'unica difesa con la capacità di guardare molto lontano, contro gli slogan semplificatori della demagogia, i vizi e la irresponsabilità di chi pensa al potere e al proprio interesse e non al bene comune. Al pensiero scientifico della Humanitas classica si accompagna una libertà di parola che sa dire con distacco e senza timori le cose come sono.
Nella serata di venerdì 13 aprile, alle 20.30, cominciando con la presentazione di Stefano Strazzabosco (Liceo Classico Pigafetta) e le parole del poeta vicentino Fernando Bandini, ascolteremo ciò che hanno da dirci i poeti, gli oratori e i filosofi di duemilacinquecento anni fa sui soldi, sulla libertà e sulla democrazia. Ritornano a parlare per noi.
Con la voce di Alessandro Grilli (Università di Pisa), sarà Aristofane e la sua commedia politica a mostrarci che cos’è senza veli la ricchezza, quali sono i suoi limiti e le sue perversioni. “Di fronte a realtà economiche e politiche sinistramente affini (la democrazia/demagogia greca classica come la democrazia/telecrazia dei giorni nostri), l’occhio dello storico individua in primo luogo, giustamente, i molti tratti specifici che distinguono l’esperienza ateniese dalle democrazie moderne. Uno sguardo che si estenda, però, anche alle dinamiche sociali ed emotive coinvolte in quello straordinario esperimento non può fare a meno di constatare come i percorsi della fantasia e del wishful thinking dell’uomo medio, in relazione a temi come felicità, ricchezza e potere, seguano oggi tracciati già descritti – e descritti con sbalorditiva precisione – nell’Atene del teatro di Dioniso”.
Il filologo classico Filippomaria Pontani farà parlare Demostene, il grande oratore e politico del IV secolo a.C., per tentare di comprendere com’è fatta una democrazia di cittadini e non di potenti e di sudditi, proprio cominciando dalle tasse, un bene, una virtù, una risorsa morale contro tutti i pensieri più egoisti e fallimentari. “Alla vigilia di un cambiamento epocale – che Demostene già intuisce, e che combatte con fatica in una città sempre più incline a tradire i propri complessi e problematici ideali in nome di una soluzione senz'altro più "semplice" –, il nostro oratore proverà ad affrontare un tema-chiave della tenuta di ogni democrazia, ovvero la ricchezza e la sua redistribuzione.
La giustizia sociale, la partecipazione al benessere collettivo, la creazione di un'eguaglianza sostanziale fra i cittadini, passano anzitutto attraverso scelte apparentemente "tecniche" (percentuali, esenzioni, imponibili, contributi…), che rappresentano in realtà la vera filigrana politica di un governo. In che misura quelle pratiche contabili s'intersecano con la creazione di un orizzonte civico condiviso, in cui il dare e l'avere siano regolati da una comunità di eguali, e non sottoposti all'arbitrio delle largizioni, delle evasioni, delle intimidazioni? Sarà un'orazione dedicata a tutti quelli che occupano l'agorà per realizzare un'utopia, a quelli che ogni giorno perdono la vita nelle miniere del Laurion, a quelli che si accampano per mesi al Pireo difendendo i loro diritti e i nomi delle loro navi; e a quelli che salgono sulle torri e sui tetti in attesa del ritorno di un'idea antica e tradita, determinati a non permettere che venga uccisa”.
Infine, il filosofo del linguaggio Luigi Perissinotto metterà in luce, giocando tra le parole di Wittgenstein e di Socrate, le potenzialità e i problemi della relazione sempre difficile tra potere, fama, ricchezza e libero pensiero. Mantenere questa libertà è indispensabile, passando attraverso interrogativi che toccano tutti: “Si può comprare la saggezza o addirittura l’amore per essa? La filosofia è un bene di lusso? Per essere filosofi occorre che altri non lo siano? La filosofia è una professione oppure un modo o uno stile di vita? Chi lavora può filosofare? Vi è un modo filosofico di essere giardiniere o macchinista? Vi è un modo non filosofico di essere filosofo? La filosofia se ne va davvero “nuda e povera”? Fare filosofia è una cosa per ricchi? Queste domande, qui formulate perlopiù nel linguaggio della contemporaneità, sono state per la prima volta espresse nei testi della filosofia greca, in particolare in quelli di Platone, della Sofistica e di Aristotele. Credo che ci sia bisogno, a partire dai testi classici e in connessione con le urgenze contemporanee, tornare a porsele e trovare il coraggio di rispondervi”. Oggi più che mai.
Gli interludi  musicali saranno eseguiti da Bach Guitar Duo, Florindo Baldissera e Vittorino Nalato.
Il 20 aprile è in programma la seconda grande giornata dei Classici contro all'Olimpico. Nel pomeriggio alle 17, all’Odeo del teatro, si terrà la tavola rotonda “Perché i classici devono parlare”, aperta a tutti, agli studiosi, ai cittadini, ai giovani, una boule per imparare, pensare e decidere. Da cittadini, nuovi e antichi insieme. D'Italia, d'Europa e del mondo.
Nella serata che seguirà all'Olimpico, alle 20.30, il tema sarà il pensiero molteplice e differente: il pensiero delle donne con Anna Beltrametti dell’Università di Pavia, la paradigmatica mutevolezza del dio Vertumnus che diventa la performance a due voci di Maurizio Bettini e di Luigi Spina, con i gesti e i movimenti di Francesco Puccio. E infine, l’attore David Riondino, richiamando il tema della ricchezza della prima serata, metterà in scena un altro dio, ancora più sfuggevole, un dio sempre onnipotente, onnipresente e che non si vede. Un dio terribile che ci perseguita di giorno e di notte, oggi non meno di ieri, il dio Denaro. Servirà la sua voce, in un finale folgorante, a ripensare le nostre idolatrie moderne, la follia e l’arroganza.

Informazioni: http://lettere2.unive.it/flgreca/aicc.htm, alcam@unive.it – f.pontani@unive.it
ForumClassiciContro:
http://lettere2.unive.it/flgreca/ForumClassiciContro.htm
Teatro Olimpico e Odeon: ingresso libero con prenotazione obbligatoria: http://lettere2.unive.it/flgreca/aicc.htm, dani.caracciolo@gmail.com

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