Città di Vicenza

26/03/2012

Ottimi risultati per il Progetto Spes

Che si occupa dello sviluppo di iniziative rivolte a persone vittime di sfruttamento sessuale, in povertà estrema, senza dimora e in area penale esterna

Si è concluso il secondo anno del progetto Spes-Sfruttamento povertà estrema che si occupa dello sviluppo di iniziative rivolte a persone vittime di abuso e di sfruttamento sessuale, in povertà estrema, senza dimora e in area penale esterna.

Si tratta di un piano locale di inclusione sociale elaborato dall’assessorato alla famiglia e alla pace e finanziato dalla Regione Veneto per l’anno 2011 con una somma complessiva di 64 mila 109 euro così suddivisi: 26 mila euro circa per le vittime di abuso e sfruttamento sessuale,  31 mila 700 circa per persone in povertà estrema e 6.373 per persone in area penale esterna. Il progetto è stato inoltre parzialmente finanziato dal Comune di Vicenza fino a raggiungere una spesa totale, comprensiva anche dei finanziamenti regionali, di 80 mila euro circa.

I risultati del progetto Spes 2011 sono stati presentati oggi a palazzo Trissino dall’assessore alla famiglia e alla pace Giovanni Giuliari, dalla presidente della cooperativa Equality (associazione Mimosa) Barbara Maculan e per la Cooperativa Cosep da Francesco Pilli e dalla psicologa Stefania Carpenzano.

“Il progetto Spes, che nel 2011 si è occupato di persone vittime di sfruttamento sessuale, in povertà estrema o senza fissa dimora, a Vicenza è particolarmente importante soprattutto vista la portata del fenomeno della prostituzione – spiega l’assessore alla famiglia e alla pace Giovanni Giuliari -. Per questo cerchiamo ogni anno di incrementare il progetto anche grazie ai contributi regionali che peraltro sono aumentati nel 2012. Quello della prostituzione è in effetti un tema caldo a Vicenza, viste anche le ultime decisioni dell’amministrazione comunale che attraverso specifiche ordinanze ha cercato di spostare il fenomeno da aree più centrali ed abitate alla zona industriale. Proprio in questa fase di passaggio la cooperativa Mimosa, che da anni collabora con il Comune, ha operato in modo che lo spostamento delle prostitute avvenisse nel modo migliore, nonostante alcune donne continuino a rimanere nella zona vietata. La cooperativa lavora quindi per far si che le donne non subiscano violenze, offrendo il supporto necessario per potersi liberare dallo sfruttamento: è questo il caso di una donna che è stata accolta in una struttura protetta, mentre 7 ragazze sono in osservazione e 84 sono state accompagnate ai presidi sanitari.
Il progetto è intervenuto anche a favore di persone senza fissa dimora – prosegue l’assessore - grazie alla struttura dell’albergo cittadino gestita dalla Cosep e all’unità di strada della Croce Rossa che lavora sul territorio. La proposta ha previsto anche opportunità di inserimento al lavoro. Infine nel 2011 la Regione ha contribuito per il primo anno, e purtroppo non ci sarà un seguito, a favore delle persone in area penale esterna. Insieme a Uepe-Ufficio per l’esecuzione penale esterna è stato dato sostengo alla famiglia del detenuto, per il pagamento delle bollette per esempio, e al detenuto stesso con opportunità di inserimento lavorativo. Nel 2012 aumenteremo le uscite della coopertiva mimosa, cercheremo anche di intervenire sulla prostituzione indoor e avvieremo incontri educativi nelle scuole superiori. Per le persone senza fissa dimora abbiamo intenzione di creare delle strutture per donne con bambini o padri separati per andare incontro ad esigenze specifiche.”

“Il Veneto è indubbiamente centrale rispetto alla tratta e le città maggiormente coinvolte sono Padova, Verona, Vicenza e le aree periferiche di Treviso ­– spiega Barbara Maculan presidente della cooperativa Equality (associazione Mimosa) -. Da quando la cooperativa Mimosa è operativa sul territorio sono stati numerosi i cambiamenti del fenomeno. In particolare nel 2011 c’è stato un incremento del numero delle prostitute tra le quali si registra peraltro un intenso turn over, contro la stanzialità del passato. Si è abbassata notevolmente l’età delle prostitute (l’8% sono minorenni) e Vicenza viene scelta da molti transgender; numerose anche le donne dell’est e dell’Africa (Nigeria), mentre essun uomo ci risulta prostituirsi a Vicenza. Fondamentale per la nostra attività, che ha l’obiettivo innanzitutto di raggiungere le ragazze la notte e accompagnarle ai presidi sanitari durante il giorno, con più opportunità che emergano altre problematiche, è il coordinamento con tutti i soggetti coinvolti.”

“Tra le persone senza fissa dimora abbiamo riscontrato presenze giovanili entro i 35 anni e l’aumento degli over 50 a seguito della mancanza di punti di riferimento per la perdita del lavoro e della casa – spiega la  psicologa dell’Albergo Cittadino Stefania Carpenzano.”

“Funziona molto bene il progetto Rebus – conclude Francesco Pilli della cooperativa Cosep - che consente invece di raccogliere i pasti non consumati dalla scuola Zecchetto e trasferirli all’Albergo cittadino dove sono particolarmente graditi e che ci consentono di risparmiare.”

Gli interventi realizzati a favore di vittime di abuso e sfruttamento sessuale sono numerosi grazie non solo al sostanzioso contributo regionale, ma anche al sostegno di fonti finanziarie esterne provenienti da due progetti gestiti dal Comune di Venezia a cui aderiscono anche altri comuni.
Nel dettaglio le attività sono suddivise in tre fasi.
La prima fase, finanziata da fondi regionali, consiste nelle operazioni svolte dall’Associazione Mimosa che da una decina di anni collabora con il Comune di Vicenza ed è presente con un’unità di strada sul territorio, non solo della città ma anche dei comuni limitrofi, dal 2005. Nel 2011 le uscite sono state 56, circa 4 volte al mese, raggiungendo 286 persone per un totale di 1.238 contatti.
La seconda fase “di accoglienza” sviluppa programmi di assistenza e di verifica delle condizioni che determinano l’assistenza ed è finanziata dal progetto “Comunità locali contro la tratta: una rete per il Veneto” gestito dal Comune di Venezia.
La terza fase prevede la reintegrazione sociale attraverso il sostegno sociale e lo sviluppo di percorsi per rendere autonome le persone coinvolte ed è finanziato dal progetto “Comunità locali e localizzazione: interventi integrati di assistenza ed integrazione sociale a favore di persone vittime di tratta e grave sfruttamento”.
Il lavoro effettuato nel 2011 ha consentito di inserire in una struttura protetta una vittima della tratta. Inoltre si è instaurato un rapporto di fiducia con 7 ragazze mentre
84 ragazze hanno accettato l’assistenza dall’unità di strada che si è offerta di accompagnarle ai presidi sanitari o di coinvolgerle in corsi di italiano.
L’assistenza alle persone in estrema povertà ha consentito di accogliere all’albergo cittadino 234 persone, per un totale di 20.203 pernottamenti.
Nell’appartamento di sgancio, collocato accanto all’albergo cittadino, che consente una maggiore autonomia, sono state inserite 7 persone, per un totale di 1066 presenze.
Queste persone hanno fatto parte anche di un progetto di inserimento al lavoro con l’obiettivo non tanto di creare nuovi posti di lavoro, operazione piuttosto ardua viste le difficoltà economiche di questo periodo storico, ma di rafforzare percorsi di inserimento sociale.
Sono stati quindi creati gruppi di animazione di vario genere e sono stati avviati corsi di pc e per apprendere l’uso di internet.
L’unità di strada per le persone in estrema povertà gestita dalla Croce Rossa prevede mediamente due uscite a settimana che si intensificano nei periodi più freddi. Sono state 102 le uscite nel 2011 e 165 i contatti in strada.
Gli interventi a favore di persone in area penale esterna sono stati finanziati solamente nel 2011 e non avranno una corrispondenza nel 2012. Inoltre l’importo è stato molto basso ma ha permesso di definire un protocollo operativo con Uepe-Ufficio per l’esecuzione penale esterna di Vicenza e di sostenere due inserimenti lavorativi nelle cooperative locali oltre che di finanziare 7 contributi finalizzati a sostenere dal punto di vista sociale le persone seguite dall’Uepe che sono stati erogati non direttamente alla persona ma tramite offerta di servizi come il pagamento dell’affitto o delle bollette.
Il progetto Spes proseguirà anche nel 2012 con un finanziamento più cospicuo pari a 72 mila euro per vittime di abuso e sfruttamento sessuale e 54 mila euro per persone in estrema povertà.
Grazie all’importante somma gli uffici saranno i grado di implementare le uscite dell’unità di strada della cooperativa Mimosa in modo da garantire 2 uscite settimanali (una nel 2011).
Inoltre è possibile sviluppare un intervento sperimentale per monitorare la prostituzione in appartamento. Questo avviene attraverso il contatto telefonico con coloro che pubblicano annunci sui quotidiani locali.
E’ in fase di studio la realizzazione di un ambulatorio per indigenti mentre nell’anno scolastico 2012-13 verranno sviluppati incontri nelle scuole superiori cittadine come sensibilizzazione sul tema dello sfruttamento.

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