Città di Vicenza

09/03/2012

“Niente cultura, niente sviluppo”, l’assessore Lazzari aderisce al Manifesto per una Costituente della Cultura del Sole 24 Ore

Occorre una rivoluzione copernicana e un cambio di marcia che riporti la cultura al centro dell’azione di governo: i beni culturali e l’intera sfera della conoscenza devono tornare a essere determinanti per il consolidamento di una sfera pubblica democratica, per la crescita reale e per la ripresa dell’occupazione. Questo il senso del Manifesto per una Costituente della Cultura pubblicato sul Sole 24 Ore domenica 19 febbraio, e che ha già raccolto un vasto consenso, riunendo firme prestigiose del mondo della cultura e non solo (Claudio Abbado, Salvatore Settis, Dacia Maraini, Vicenzo Cerami per citarne solo alcuni), oltre al sostegno di migliaia di privati cittadini. Cinque i punti affrontati dal documento al fine di riattivare il “circolo virtuoso tra conoscenza, ricerca, arte, tutela e occupazione”: dalla creazione di una costituente per la cultura alla necessità di strategie di lungo periodo, dalla cooperazione fra i ministeri alla promozione dell’arte e della cultura scientifica nelle scuole, per concludere con meritocrazia, complementarità pubblico-privato, sgravi ed equità fiscale.

“Occorre un segnale forte da parte del governo, cui si accompagni una parallela mobilitazione dell’intera società civile, che riconosca alla cultura la sua centralità e il suo ruolo di motore di sviluppo e di civiltà, quale forma di educazione all’arte e alla bellezza dei luoghi, verso una migliore tutela dell’ambiente e del paesaggio (naturale e urbano, antropizzato), in quanto elemento costitutivo dell’identità del nostro Paese” - dichiara l’assessore alla cultura Francesca Lazzari all’indomani della sua adesione convinta al documento programmatico in cinque punti pubblicato sul supplemento domenicale del Sole 24 Ore del 19 febbraio scorso -. “Le risorse spese in azioni di diffusione della cultura - intesa in senso lato come strumento di conoscenza, d’innovazione e d’istruzione - producono infatti ricadute significative anche in termini di sviluppo, nell’accezione più ampia del termine, che comprende: economia, società, qualità della vita civile e senso delle istituzioni. In questo scenario le città, e quindi le amministrazioni locali che hanno precise responsabilità di governo, devono diventare laboratori viventi per ripensare il futuro e per guidare il cambiamento”.

 

 

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