Città di Vicenza

12/01/2012

Stranieri, corsi di italiano gratuiti al via a fine gennaio per favorire l’integrazione

Partono a fine gennaio i corsi gratuiti di lingua e cultura italiana per stranieri organizzati dal Comune di Vicenza e cofinanziati dal Fondo europeo per l’integrazione di cittadini di Paesi terzi (Fei). I corsi rientrano nel progetto “Comunità in divenire, prassi e azione per la promozione del nuovo cittadino di Vicenza”, arrivato terzo (alle spalle di quelli presentati da Firenze e Prato) su 66 nella classifica nazionale stilata dal Ministero dell’Interno fra gli enti che hanno partecipato ad uno specifico bando del 2010 (“Programmi innovativi per l’integrazione”). In questo modo il progetto targato Vicenza ha ottenuto dal Fei un contributo di 54.200 euro sul costo totale di 72.300 euro, più altri 2.300 direttamente dal Ministero.
I corsi progettati dal Comune, rivolti agli adulti immigrati e non comunitari di Vicenza (nel 2009 erano circa 11 mila), in possesso di regolare permesso di soggiorno, sono stati presentati questa mattina dall’assessore alla famiglia e alla pace Giovanni Giuliari, assieme al viceprefetto di Vicenza Renata Carletti e alla consulente del progetto Fei, Elena De Vido del Centro Capta. Spettava in parte anche alla prefettura infatti valutare i progetti per assegnare un punteggio di conformità alle esigenze del territorio (il Comune di Vicenza ha ottenuto il massimo dei punti previsti) e spetterà sempre alla prefettura vigilare sulla corretta esecuzione.
“Il territorio – ha dichiarato Giuliari - ha dimostrato la capacità di saper lavorare assieme. Il Comune è stato sì ente capofila del progetto, ma senza il contributo della rete di associazioni e cooperative locali che operano ogni giorno con gli immigrati non sarebbe mai arrivato ad ottenere questo importante riconoscimento, che ha richiesto precise competenze e professionalità, anche da parte degli uffici comunali. È un progetto pensato per la città nel suo complesso – ha sottolineato - e non solo per gli stranieri perché consente di affrontare con gli strumenti giusti i problemi quotidiani che pone la società contemporanea”.
“Il progetto è stato fortemente sostento dal prefetto per l’alto contenuto innovativo – ha dichiarato la sua vice Carletti -, basato peraltro sul coinvolgimento di tutte le fasce d’età della cittadinanza e che prende spunto dal modello spontaneo emerso con l’alluvione, quando tantissime persone, anche immigrate, hanno dato una mano per uscire dall’emergenza. L’Europa favorisce le politiche di integrazione e Vicenza è una provincia con una presenza di stranieri importante: il 10,8% su 870 mila abitanti, collocandosi in Veneto dopo Verona e Treviso”.
L’obiettivo dichiarato dei corsi di lingua del Comune è portare al superamento dell’esame finale per la certificazione europea A1 o A2 almeno 50 iscritti. La conoscenza della lingua italiana, del resto, è fondamentale per il rilascio del permesso di soggiorno CE di lungo periodo (lo straniero deve possedere un livello di conoscenza della lingua italiana che consenta di comprendere frasi ed espressioni di uso frequente in ambiti correnti, in corrispondenza al livello A2 del quadro comune di riferimento europeo per la conoscenza delle lingue approvato dal Consiglio d'Europa: tale livello può essere ottenuto o tramite uno specifico test da sostenere in prefettura oppure conseguendo un attestato di conoscenza della lingua italiana che certifichi un livello di conoscenza non inferiore al livello A2); per l’adempimento dell’accordo di integrazione nel caso in cui lo straniero sia entrato in Italia a partire dalla metà del mese di marzo 2011 (Dpr 179/2011); e per la concessione della cittadinanza.
Le iscrizioni al corso (almeno il 25% dovrà essere da parte di donne) vengono raccolte fino al 20 gennaio dalla Cooperativa sociale “La casetta” (partner del progetto), in via Vaccari 117, dalle 9 alle 12.30 (per informazioni: 347 7521310, cooplacasetta@teletu.it), in quanto le lezioni partiranno a fine gennaio e andranno avanti fino a giugno con frequenza in aula obbligatoria per il 60% delle 140 ore totali.
A differenziare l’offerta formativa proposta dal Comune rispetto agli altri corsi di alfabetizzazione linguistica sono le lezioni di base di informatica e di cultura locale, ma soprattutto l’alto grado di personalizzazione previsto. Dopo la prova d’ingresso, infatti, in base alla preparazione di partenza di ciascun partecipante, verranno creati quattro gruppi, cui assegnare i moduli necessari per sostenere l’esame finale. Si va dall’alfabetizzazione informatica a quella linguistica, dalla conoscenza di base della legislazione italiana, in particolare in campo lavorativo, alla conoscenza della cultura italiana con particolare riguardo al turismo veneto, dato che uno degli obiettivi del progetto è realizzare, in un secondo momento, azioni di promozione turistica gestite direttamente dalle comunità migranti.
I partecipanti ai corsi avranno a disposizione un’ampia flessibilità di orari tra cui scegliere le lezioni da frequentare: massimo otto ore alla settimana suddivise in due giorni a scelta tra il lunedì e il mercoledì dalle 8.30 alle 12.30 (contrà Mure S. Rocco 34), e il martedì e il venerdì dalle 16 alle 20 nella sede della circoscrizione 7 in via Vaccari 107 (Ferrovieri). L’assessorato sta inoltre valutando l’opportunità di fissare lezioni anche di sabato per agevolare la frequenza alle donne impegnate come badanti.
Gli iscritti che avranno già una buona base di partenza, inoltre, potranno svolgere a casa fino all’equivalente di 56 ore, grazie ad un sito web e a cd che forniranno tutti i materiali utilizzati durante le lezioni in aula. Per chi non dispone a casa di un computer verranno messi a disposizione alcuni pc in orari flessibili.
I docenti saranno due insegnanti di lingua italiana per stranieri, affiancati da due educatori della cooperativa sociale La Casetta e da alcuni dipendenti del Comune per gli aspetti legati alla cultura italiana.  

Il progetto finanziato dal Fondo Fei – avviato comunque già lo scorso novembre con l’organizzazione di un convegno nazionale che ha ottenuto l’alto patronato del Presidente della Repubblica dal titolo “Territorio, bene comune: vecchi e nuovi cittadini per una buona convivenza nella città di tutti” – comprende inoltre altre due azioni. La prima riguarda un “patto educativo di corresponsabilità civica”, per la prevenzione di fenomeni di disagio sociale derivante dalla mancata integrazione delle seconde generazioni di ragazzi stranieri, nonché il sostegno della crescita di “leader di comunità” in modo da renderli protagonisti attivi e positivi della vita di comunità. Sono coinvolti 100 ragazzi tra i 14 e i 19 anni, italiani e stranieri, attraverso le scuole e i centri di aggregazione del territorio.
L’ultima azione del progetto, infine, intende favorire la condivisione di pratiche di cura materna tra comunità di migranti e comunità accogliente. Sono coinvolte mamme straniere e italiane di bambini tra 0 e 36 mesi (ma anche future mamme che lo desiderano) e donne italiane che abbiano avuto esperienza di crescita di bambini, anche lontana nel tempo, che abbiano voglia di scambiare esperienze e conoscenze con donne di altri Paesi. Sono già state individuate le partecipanti dei sei incontri, in programma da fine gennaio.

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