Città di Vicenza

07/12/2011

Scarichi domestici: novità in arrivo per le nuove abitazioni, gli impianti non allacciati alla fognatura pubblica e lo svuotamento delle vasche

Comune e Acque Vicentine insieme per tutelare l’ambiente

La tutela dell’ambiente passa anche per il controllo della regolarità degli scarichi domestici nei fiumi. Nasce da questa premessa uno specifico accordo che a breve firmeranno Comune di Vicenza e Acque Vicentine, il cui testo è stato approvato stamattina dalla giunta comunale.

Numerose le novità contenute nel protocollo che andranno ad interessare da vicino i cittadini, a partire da chi richiede il permesso di costruire nuove abitazioni: in questo caso infatti è obbligatorio ottenere il parere preventivo ad Acque Vicentine sulla regolarità degli scarichi, parere che costerà 65 euro se l’immobile è allacciabile alla fognatura pubblica, 120 euro in caso contrario. “Vicenza ha un’ottima estensione delle rete fognaria –sottolinea l’assessore all’ambiente Antonio Dalla Pozza -, ma non tutta la città è servita. Le delibera serve allora a mettere in sicurezza tutti quegli impianti che potenzialmente potrebbero inquinare suolo o corsi d’acqua, come fiumi, torrenti, rii e rogge”.

L’accordo, inoltre, che avrà una validità di 4 anni e costerà al Comune 10 mila euro più Iva da corrispondere all’azienda come rimborso spese “una tantum”, prevede che Acque Vicentine, su disposizione del Comune, verifichi gli impianti privati non allacciati alla pubblica fognatura, in particolare quando si verificano guasti ad un impianto, con inquinamento di falda o di corsi d’acqua. “Si tratta in media di una quindicina di casi all’anno – spiega Dalla Pozza -, che accadono in particolare nelle zone periferiche a minore densità abitativa”.

Ancora, il protocollo d’intesa prevede che Acque Vicentine possa effettuare il servizio di svuotamento delle vasche. “Proprio perché non è possibile estendere la rete fognaria a tutta la città – spiega l’assessore -, l’azienda potrà intervenire a prezzo calmierato per lo svuotamento di vasche Imhoff. Non ci interessa tanto abbassare i prezzi del mercato, ma far sì che gli scarichi incidano il meno possibile sul sottosuolo e sui corsi d’acqua, grazie ad una corretta manutenzione dei sistemi di pretrattamento e di depurazione degli scarichi fognari. Senza contare che l’azienda offre un servizio di ottima qualità anche dal punto di vista della tracciabilità del rifiuto che viene prelevato dall’impianto privato per portarlo a depurazione”.

L’ultimo punto dell’accordo stabilisce infine che Acque Vicentine collaborerà col Comune alla redazione del nuovo regolamento sugli scarichi domestici extrafognari, che andrà di fatto a sostituire quel che rimane del vecchio regolamento comunale di fognatura.

“È giusto porre grande attenzione alla risorsa idrica a livello di acquedotto – dichiara l’assessore Dalla Pozza -, ma non va dimenticato che la parte più delicata del servizio idrico integrato riguarda la depurazione e lo scarico. Su 55 mila utenze, a Vicenza ce ne sono circa 10 mila non collegate alla fognatura pubblica, che utilizzano quindi diverse tipologie di scarico: nei corsi d’acqua o con dispersione al suolo. La nostra allora vuole essere un’azione importante e di qualità soprattutto nei confronti di questi impianti, che possono generare problemi di inquinamento e incidere quindi sulla salute dei cittadini. Di qui un’altra delibera passata in giunta la scorsa settimana – evidenzia Dalla Pozza - e che andrà sottoposta al voto del consiglio comunale per dettare precise modalità e tempistiche in merito ai reflui della zootecnia, i quali possono potenzialmente inquinare la falde acquifere con nitrati e azotati che penetrano nel suolo”.

“Ci auguriamo con Acque Vicentine di arrivare ad un altro importante obiettivo – dichiara infine Dalla Pozza -: realizzare l’ampliamento del depuratore di Casale e chiudere gli impianti consortili più obsoleti, per terminare il mandato amministrativo con un effettivo miglioramento della qualità delle acque dei fiumi che passano per Vicenza, attraverso l’allontanando dei pericoli di inquinamento della falda acquifera”.

“Tuttavia – ha aggiunto – ciò si traduce in una pesante contrazione del piano investimenti per l’estensione della rete fognaria e dell’acquedotto, perché il costo dell’opera, circa 80 milioni comprese le chiusure dei vecchi depuratori consortili, è tutto in tariffa fino al 2026 e di più non possiamo aumentarla. Fino a pochi anni fa interventi così grossi venivano finanziati in gran parte dalla Regione o dallo Stato. Ad ogni modo è questione di pochi anni per partire con l’ampliamento, perché siamo ormai alla progettazione preliminare dell’opera. Sarà un evento epocale per Vicenza perché la città ne trarrà benefici per 50-100 anni”.

 

 

 

ATTENZIONE: La notizia si riferisce alla data di pubblicazione indicata in alto. Le informazioni contenute possono pertanto subire variazioni nel tempo, non registrate in questa pagina, ma in comunicazioni successive.