Città di Vicenza

01/12/2011

Piano casa, giunta e maggioranza stigmatizzano l’ostruzionismo della Lega: “Un comportamento irresponsabile”.

Toccherà alla Regione dire se la delibera approvata “fuori tempo massimo” sarà comunque efficace

“Un esito che definire triste è un eufemismo. Una forza politica che fino ieri ha governato il Paese e che ancora guida la nostra Regione si è assunta una grave responsabilità davanti a tutta la città. Ieri sera, infatti, la Lega ha attuato un ostruzionismo incomprensibile anche dopo che avevamo avviato un confronto costruttivo. Nessuna spiegazione a questo gesto è arrivata sul piano sostanziale. Quanto alla critica che ci hanno mosso sul metodo, la rimandiamo al mittente: l’applicazione del voto bloccato, scaturita dopo quello che credevamo un dialogo serio con le minoranze, era finalizzata a dotare la città di un regolamento importante per le famiglie e le attività, mentre il comportamento dei quattro consiglieri della Lega, oltre che svilire agli occhi dei cittadini il ruolo della politica, ha negato a Vicenza un’importante occasione”. E’ l’assessore all’edilizia privata Pierangelo Cangini, il giorno dopo l’ostruzionismo attuato dalla Lega contro l’approvazione in consiglio comunale del piano casa, a stigmatizzare un comportamento che ha impedito il voto della deliberazione entro i termini previsti dalla legge regionale, cioè entro la mezzanotte del 30 novembre. Il via libera al provvedimento, infatti, è arrivato alle 0.42, dopo la discussione di 29 ordini del giorno che hanno accorpato i circa 300 documenti presentati dalla Lega.

“Il mio settore - ha ricordato l’assessore – ha raccolto l’opportunità del piano casa lavorando, da subito, in modo lineare e trasparente. Ci siamo confrontati con le categorie. Dal 3 novembre tutti i membri della commissione territorio avevano in mano la delibera, esaminata nelle due sedute dell’8 e del 15 novembre. C’è quindi stato tutto il tempo per studiarla. Tutti, del resto, amiamo il nostro centro storico, al quale abbiamo pensato come ad un quartiere da riqualificare e tutelare. Lo stesso Pdl, dopo aver minacciato ostruzionismo, ha assunto un atteggiamento costruttivo che si è tradotto in un’astensione responsabile. La Lega, invece, ha scelto un’altra strada, di cui dovrà rendere conto alla città”. “Ieri sera – ha concluso Cangini – si è consumato uno spettacolo squallido che il cittadino non si aspetta dalle istituzioni in tempi normali, figuriamoci in un periodo di crisi come quello attuale.

“Siamo in un momento grave del Paese - ha aggiunto l’assessore allo sviluppo economico Tommaso Ruggeri, tra i più duri, ieri sera in aula, nel contestare l’azione leghista - Cittadini ed imprese stanno soffrendo e si aspettano dalla politica risposte, indipendentemente dai giochi di schieramento. Mi chiedo davvero che senso abbia avuto bloccare un provvedimento atteso da cittadini e forze economiche che hanno partecipato ad un lungo lavoro di concertazione. Il regolamento era perfettibile, ma andava a completare la legge regionale. Ora faremo fatica a dare risposte a chi, già annichilito da carichi burocratici assurdi, non capirà perché il Comune di Vicenza abbia perso la possibilità di seguire strade più agili per riqualificare la città”.

“Non è stata questa amministrazione ad arrivare tardi in consiglio con il piano casa – ha confermato il capogruppo del Pd, Federico Formisano – anche perché i suoi tempi si sono intrecciati con quelli della Regione, che solo il 9 novembre ha inviato ai Comuni la circolare esplicativa. E’ vero invece che il regolamento consiliare, che consente di prendere emendamenti di altri e trasformarli in propri ordini del giorno, va cambiato al più presto”.

“La politica – ha concluso Filippo Zanetti, capogruppo di Vicenza Capoluogo – ieri sera non è riuscita a fare il suo lavoro. E’ stata incapace di dare delle risposte, tanto più in assenza di un vero scontro sui contenuti e malgrado i nostri estenuanti tentativi di trovare delle mediazioni. Forse, allora, bisogna davvero ripensare al modo di fare amministrazione”.

La delibera, approvata “fuori tempo massimo” alle 0.42 dell’1 dicembre con 23 voti favorevoli, 6 contrari e 3 astenuti, è stata definita dal segretario comunale Antonio Caporrino “validamente assunta, perché il consiglio comunale era nelle sue piene funzioni”. “Il problema – ha spiegato Caporrino – sarà ora capirne l’efficacia, cioè la produzione di effetti. Esistono infatti dei precedenti giurisprudenziali in cui provvedimenti assunti anche oltre termini perentori sono stati considerati ugualmente efficaci. Nei prossimi giorni sottoporremo il caso all’ufficio legislativo della Regione, evidenziando tutti i passaggi che hanno condotto all’approvazione della delibera e confidando in una risposta rapida che chiarisca quale normativa applicare quando i cittadini cominceranno a presentarci i progetti”. “I buchi normativi – ha aggiunto il direttore dell’edilizia privata Michela Piron – riguardano il centro storico, dove la legge consente l’applicazione del nuovo piano soltanto per le prime case, mentre la delibera comunale prevede un’applicabilità anche per le seconde case e le attività”.

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