Città di Vicenza

03/11/2011

Patto sociale per il lavoro vicentino: oltre 570 le domande presentate, 42 i tirocini finora attivati a favore di chi ha perso il lavoro

Oltre 570 domande in sette mesi. Tante sono quelle arrivate allo sportello appositamente aperto nella sede dell’assessorato allo sviluppo economico per favorire l’occupazione di chi non gode o sta per perdere gli ammortizzatori sociali (indennità di disoccupazione, mobilità, cassa integrazione) o per i quali gli stessi non sino sufficienti a garantire il livello minimo di soddisfazione delle esigenze fondamentali di vita e di inclusione sociale, personale e familiare.

Lo scorso febbraio infatti anche il Comune di Vicenza ha sottoscritto con la Provincia l’accordo di programma per il “Patto sociale per il lavoro vicentino”, dopo che Palazzo Nievo aveva già firmato con la Fondazione Cariverona un accordo per ottenere un finanziamento volto a promuovere opportunità professionali a favore di chi ha perso il lavoro a causa delle crisi economica. Per il capoluogo berico sono così stati finanziati, sulla base del numero di abitanti, 257 mila euro, cui si aggiunge la quota di cofinanziamento del Comune pari ad altri 77 mila euro.

“Quello della disoccupazione è diventato un problema molto grosso – dichiara l’assessore allo sviluppo economico Tommaso Ruggeri -. Basti pensare che l’ultima percentuale ufficiale disponibile in Italia, peraltro non aggiornata, è del 5,7%. Qui da noi fino a pochi anni fa, il dato era addirittura trascurabile, perché inferiore al 2%. Il tema del lavoro va dunque affrontato con grande serietà attraverso l’impegno congiunto di chi può concretamente fare qualcosa per sostenere chi è in difficoltà. Nel nostro territorio, ad esempio, il patto sociale per il lavoro è il frutto della collaborazione tra Fondazione Cariverona, Provincia, Ulss, Comuni, associazioni e sindacati di categoria”.

Dopo la firma del protocollo con la Provincia, i settori comunali sviluppo economico e servizi sociali hanno emesso un avviso a inizio aprile rivolto esclusivamente ai residenti disoccupati da almeno 6 mesi e ai lavoratori in mobilità in procinto di perdere la relativa indennità con un Isee preferibilmente inferiore a 10 mila euro. Fino ad oggi sono così arrivate 572 domande, circa il 40 per cento delle quali attraverso i servizi sociali di zona. Le candidature, inoltre, sono state presentate da persone di tutte le età fra i 20 e i 55 anni, per il 45% da donne (soprattutto fra i molto giovani), per il 40% da cittadini extracomunitari e per la maggior parte da persone con la sola licenza media, anche se non manca qualche percorso di studi eccellente in settori di difficile sviluppo.

Nel frattempo l’assessorato allo sviluppo economico ha avviato incontri all’interno del Comune, ma anche con le aziende partecipate e vari tipi di associazioni, che hanno portato all’elaborazione di una cinquantina di progetti da far svolgere ai selezionati per massimo 6 mesi con borsa di tirocinio di 4 euro netti all’ora. Si sono così raggiunti accordi anche con Aim Vicenza, Acque Vicentine, l’Enpa e l’associazione Autismo Triveneto.

Entro fine mese verranno attivati 5-6 nuovi tirocini di sostegno al reddito (all’ufficio anagrafe, alla Biblioteca Bertoliana e al Suap), ma attualmente ne risultano già attivati 36: nove in uffici comunali con compiti per lo più di carattere amministrativo (polizia locale, provveditorato, ufficio alluvione, ced) o di receptionist e piccole manutenzioni ai musei civici, 24 in Aim, due in Acque Vicentine e uno all’Enpa. Metà di questi tirocinanti sono stati segnalati dai servizi sociali, di cui sei già godevano di un contributo erogato dal Comune, che è stato quindi interrotto, liberando così l’equivalente di circa 1800 euro a favore di altri cittadini in difficoltà.

Altri sei progetti infine sono stati attivati come tirocini formativi in vista di un’eventuale assunzione. Questi ultimi tuttavia vengono finanziati integralmente dalla Provincia, con la quale comunque il Comune collabora attivamente per far incontrare la domanda e l’offerta di lavoro di alcune aziende private.

“Quest’estate c’è stato uno stop del patto sociale di circa un mese e mezzo – spiega Ruggeri – perché la manovra finanziaria del Governo aveva bloccato i tirocini formativi, che invece poi sono stati salvati. Per chi è rimasto a reddito zero in seguito alla crisi economica, del resto, avere la possibilità di effettuare queste esperienze portando a casa anche solo 600 euro, permette di affrontare la situazione con più fiducia rispetto a chi rimane improvvisamente senza alcuna occupazione, perché la persona sente di perdere un ruolo nella società. L’aspetto positivo poi è che in alcuni casi i tirocinanti selezionati hanno concluso prima l’esperienza perché nel frattempo avevano trovato un altro posto di lavoro, magari non stabile, ma remunerato meglio”.

Finora il Comune ha quindi impegnato 111.600 euro della prima tranche di 115 mila euro erogata dalla Fondazione Cariverona. Lo sblocco della parte rimanente del finanziamento a favore della città di Vicenza permetterà di avviare gli altri 40-45 tirocini, per un totale di quasi 100 disoccupati che avranno beneficiato dei progetti di sostegno del reddito.

 

 

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