Città di Vicenza

11/08/2011

Parco della Pace, Variati: "Prima di tutto inviteremo i vicentini a conoscerlo perché è uno straordinario polmone verde praticamente ignoto alla città"

L’ingresso da Sant’Antonino, a metà del lato lungo del futuro Parco della Pace, non rivela, al primo sguardo, la vastità dell’area verde. Di fronte si staglia il profilo della nuova base americana che sembra prevalere. Fatti pochi passi, però, è la natura a prendere il sopravvento: 620 mila metri quadrati di verde si allungano da nord a sud, congiungendosi, all’apparenza senza soluzione di continuità, da un lato alle montagne e dall’altro a Monte Berico. La sensazione è di aver scoperto una vasta area ancora praticamente ignota alla città.

Questa mattina il sindaco Achille Variati e la vicesindaco Alessandra Moretti hanno guidato un sopralluogo attraverso i 6 chilometri di circuito interno del parco, il primo di una serie di visite che precederanno la definizione delle sue future funzioni.

L’area, secondo quanto previsto dal protocollo d’intesa, sarà data al Comune di Vicenza entro il 31 dicembre, dopo la firma della concessione che fisserà anche i vincoli di tutela. Nel frattempo già si sta ragionando sul suo utilizzo, partendo proprio dalle iniziative per farlo conoscere ai cittadini con i quali saranno condivise proposte ed idee.

"Rispetto ad un primo progetto – ha ricordato oggi il sindaco, riferendosi alla base con la quale il parco confina ad ovest – abbiamo ottenuto che le altezze degli edifici fossero via via decrescenti verso nord-ovest, in modo da non togliere al parco la visuale dell’intero arco delle montagne. Quanto alla possibilità di una schermatura lungo la linea di confine tra parco e base, gli stessi americani stanno pensando ad un filare d’alberi".

Lungo strada Sant’Antonino, così come a nord, in territorio di Caldogno, all’orizzonte si stagliano solo case basse: "E’ stato il cono di volo – ha commentato il sindaco – a preservare in tutti questi anni l’area, limitando le altezze degli edifici intorno. Conto che la piccola porzione di vincolo che rimarrà serva proprio a mantenere questa condizione che oggi lo rende straordinario: il più grande parco urbano del nord est".

Nel frattempo ci si sta muovendo anche sul fronte delle operazioni di bonifica che, non dovendo realizzare fondamenta, potrebbero essere di portata limitata: "Quando sembrava che la base dovesse sorgere su questo lato – ha detto Variati – gli americani avevano già cominciato a raccogliere alcune informazioni per la bonifica. Si tratta di dati che ora ci metteranno a disposizione. E’ già un inizio che ci agevolerà in queste operazioni di cui è difficile prevedere oggi i costi. Di sicuro la spesa per l’intera realizzazione dovrà restare all’interno degli 11 milioni di euro che lo Stato ci ha già assegnato".

Il sopralluogo mattutino ha seguito il confine est del parco, quello che confina con strada Sant’Antonino ed in particolare con il circolo tennis e con il campo da rugby, che potrebbero diventare il cuore della zona ludico sportiva.

Con il procedere tra l’erba alta, dalla quale è schizzata via una delle grosse lepri che popolano il parco assieme ad un paio di caprioli, il sindaco ha elencato alcune idee concrete da cui avviare, con i cittadini, un ragionamento partecipato: "Il Parco della Pace dovrà autogestirsi, ad esempio sul fronte della produzione di energia attraverso l’introduzione del fotovoltaico e su quello della manutenzione a costo zero. Anche la sicurezza sarà a costo zero, per la presenza della base e perché sarà un parco recintato. Dovrà sicuramente ospitare una grande arena naturale per i concerti estivi, di cui c’è grande carenza in tutta la regione. Dovrà essere raggiungibile in bicicletta, ma potrà forse essere raggiunto anche "via acqua", magari dagli stessi turisti che visitano Vicenza. A nord, infatti, confina con il Bacchiglione, il cui corso non ha salti da qui fino a ponte Pusterla. Potrebbe avere un grande bacino d’acqua al suo interno, punti di ristoro, vele per fare ombra, spazi per prendere il sole, aree recintate per far sgambettare i cani, la possibilità di qualche passeggiata a cavallo. Nel suo futuro immagino però, soprattutto, il mantenimento di tutto questo verde. E penso che sia vincente il consiglio del paesaggista Andreas Kipar, definito da qualcuno "minimalista", di procedere senza fretta, senza volerlo trasformare necessariamente in qualcosa di diverso da ciò che già è. Si tratta infatti di un’area che ha bisogno davvero di poco per trasformarsi in un parco che, per la straordinaria bellezza che già emana, potrebbe diventare una delle meraviglie di Vicenza, a servizio dell’intero nord est".

E’ molto chiaro al sindaco, invece, cosa non fare di quest’area: "Non avrebbe mai potuto contenere insediamenti che devono aver accesso alla grande viabilità, come ad esempio una caserma dei vigili del fuoco o un centro di protezione civile. Com’è evidente, infatti, non sono possibili collegamenti a nord del fiume, dove non c’è spazio e la stessa punta più avanzata della base sta creando qualche problema al percorso della nuova tangenziale".

Proprio il limite nord offre, tra l’altro, la visuale più spettacolare del parco: un’immensa area verde che sembra correre ininterrotta fino a Monte Berico, con la base che quasi sparisce sul lato ovest e la città assolutamente invisibile dietro la vegetazione a sud.

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