Città di Vicenza

12/07/2011

Popolazione residente, Vicenza sfiora i 116 mila abitanti e si conferma il capoluogo di provincia veneto con la maggior percentuale di stranieri

Vicenza ha sfiorato a fine 2010 i 116 mila residenti e si è confermata il capoluogo di provincia del Veneto con la maggiore percentuale di stranieri. In attesa delle rettifiche che verranno apportate ai dati dell’anagrafe in seguito al censimento della popolazione in programma per il prossimo autunno-inverno, l’ufficio statistica del Comune di Vicenza ha pubblicato anche quest’anno l’annuario con tutti i numeri e gli indicatori demografici relativi all’anno precedente. E i dati che sono stati presentati stamane dal consigliere comunale delegato ai sistemi informatici, telematici e Sit, Filippo Zanetti, assieme all’assessore allo sviluppo economico e produttivo, Tommaso Ruggeri, parlano chiaro: l’aumento di quasi 860 stranieri (più 4,8% sul 2009) registrato al 31 dicembre scorso fa raggiungere quota 16,1 (pari a 18.622 unità) alla percentuale di stranieri sul totale della popolazione residente. Un dato decisamente superiore a quelli registrati a fine 2010 da Padova (14,4%), Verona (13,8%), Treviso (12,8%) e Venezia (10,8%).

Il numero dei non italiani iscritti all’anagrafe rende inoltre Vicenza una città particolarmente giovane: la loro componente è infatti così forte nelle età dell’infanzia e centrali (assai residuale invece nelle età avanzate) da far segnare, ad esempio, nella fascia 0-14 anni la percentuale del 13,7% sul totale della popolazione. Va da sé, dunque, che il forte afflusso di stranieri consente a Vicenza di assorbire il processo lento e generalizzato, ma inesorabile, di invecchiamento della popolazione. Basti pensare che se contando anche gli stranieri, alla fine del 2010, ogni 100 giovani vicentini con meno di 14 anni corrispondevano 162 anziani di età superiore a 65 anni, senza gli stranieri il rapporto sarebbe di oltre 200 anziani ogni 100 giovani.

“Ciononostante dopo tanti anni – ha evidenziato Zanetti - nel 2010 sono cresciute le nascite di bambini italiani, mentre sono diminuite quelle degli stranieri. Per la prima volta in assoluto, inoltre, nel 2010 Vicenza contava più femmine che maschi fra gli stranieri, dato che si spiega con la forte domanda di badanti in città”.

“Gli stranieri sono molto presenti dove c’è lavoro – ha aggiunto Ruggeri, che ha fornito una lettura dal punto di vista economico dei dati elaborati dall’ufficio statistica – e Vicenza, in effetti, rispetto alla altre città capoluogo mantiene il primato della componente straniera nella popolazione perché il manifatturiero sta tenendo e sta dando segnali di ripresa nell’export, dopo il biennio 2008-2009 in cui il fatturato industriale aveva perso il 25%”.

Complessivamente la popolazione vicentina sta proseguendo un lieve, ma costante percorso di crescita: a fine 2010 i residenti erano 115.927, con un incremento di 377 unità rispetto all’anno precedente. L’aumento è dovuto esclusivamente al saldo migratorio, ossia al flusso di persone, sia italiane che straniere, che scelgono di stabilirsi a Vicenza (3.869 nel 2010), in quanto l’altro elemento di crescita demografica della città, le nascite, non riesce a controbilanciare le cancellazioni per morte (i nati sono stati 1.038, contro i 1.111 deceduti). In particolare, la maggioranza dei nuovi iscritti proviene direttamente dall’estero (38%), soprattutto dall’Est Europa: rumeni, ex jugoslavi, albanesi e moldavi costituiscono, del resto, quasi la metà degli stranieri residenti a Vicenza.

Dal lato delle emigrazioni, invece, emerge che il 62% delle persone cancellate ha scelto come destinazione un altro Comune della provincia, con preferenza per i Comuni della cintura urbana (39%), il 21% ha scelto di stabilirsi in un’altra città veneta o italiana, e solo una percentuale residuale, pari al 7 per cento, ha lasciato Vicenza per l’estero. Quest’ultimo dato, tuttavia, non può dar conto della reale portata del fenomeno del “rientro a casa” da parte degli stranieri, dato che spesso non viene comunicato il rimpatrio. Sarà il censimento generale, dunque, a restituire un quadro più attendibile di quanti cittadini stranieri, pur ancora iscritti in anagrafe, di fatto non risiedano più in città.

Sul fronte famiglie, le cui caratteristiche demografiche danno conto dei mutamenti della società vicentina, si è registrato a fine 2010 un aumento di 496 nuclei rispetto ad un anno prima, per un totale di 52.788 unità e di 2,18 componenti per famiglia. I nuclei composti da un’unica persona continuano a crescere incessantemente e a fine 2010 costituivano il 40% del totale: prevalentemente maschi fino ai 50 anni, prevalentemente femmine dopo, per effetto della più lunga aspettativa di vita.

Infine uno sguardo ai matrimoni conferma il drastico calo nelle celebrazioni rispetto al passato (solo 304 nel 2010) e ancora di più fra quelle con rito religioso, tanto che i riti civili sono stati il 56% del totale, un valore ben superiore alla media regionale e nazionale. Dal 2000 al 2010, inoltre, a Vicenza l’età media degli sposi è passata per i maschi da 32,6 anni a 38,5 e, per le femmine, da 29,9 a 35,4.

Tutti i dati del 2010 sono raccolti nella pubblicazione annuale “Vicenza. Dati e indicatori demografici”: tabelle, grafici, mappe complete di note e approfondimenti vengono redatti affinché risultino comprensibili a un pubblico il più vasto possibile. Zanetti e Ruggeri hanno infine sottolineato quanto sia importante il lavoro svolto dall’ufficio statistica, tanto da essere alla base di molte decisioni che vengono prese dall’amministrazione, ad esempio, per i servizi sociali o l’istruzione. Avere una fotografia in tempo reale della città è stato inoltre fondamentale anche dopo l’alluvione dello scorso 1 novembre per essere efficaci negli interventi e conoscere esattamente il numero delle persone e dove erano state colpite.

La pubblicazione è in distribuzione all’ufficio statistica di Palazzo Trissino (corso Palladio 98) ed è disponibile anche sul sito nella pagine del settore Statistica e studi.

 

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