Città di Vicenza

01/07/2011

Firmata la convenzione per l’accoglienza dei profughi, Giuliari: "L’accordo regolarizza un progetto che è diventato un’opportunità per il territorio"

Sono state firmate questa mattina le convenzioni tra il prefetto di Venezia, soggetto attuatore per la gestione dell’accoglienza dei profughi dal Nord Africa, e i Comuni e le associazioni che nel Vicentino stanno ospitando gli immigrati. Lo ha annunciato, con soddisfazione, l’assessore alla famiglia alla pace Giovanni Giuliari che ha detto: "Si tratta di una convenzione che non è stata calata dall’alto, ma che è frutto di un confronto tra chi ha accolto gli stranieri e le prefetture di Vicenza e Venezia. Nell’accordo non si parla solo di vitto e alloggio, ma del progetto generale di accoglienza che abbiamo attivato. Di conseguenza, anche la cifra prevista per l’ospitalità di ogni straniero è stata aumentata a 46 euro, pari a 1.840 euro al giorno per i 40 profughi in carico al Comune di Vicenza. Si tratta di soldi che vanno a chi accoglie e non al profugo che, ovviamente, non percepisce nulla".

L’accordo siglato dal Comune di Vicenza è dunque relativo all’ospitalità di 40 profughi all’istituto San Paolo di via Ferrarin e riguarda i servizi di alloggio, i pasti, l’accompagnamento per l’assistenza sanitaria (sono in via di completamento le pratiche per il rilascio della tessera sanitaria e la scelta del medico di base), la pulizia dei locali in collaborazione con gli ospiti. La convenzione prevede inoltre servizi accessori come la fornitura del vestiario e dei prodotti per l’igiene, oltre alle iniziative di informazione giuridico legale sulla normativa sull’immigrazione, insegnamento della lingua italiana, mediazione linguistica e culturale, avvio di percorsi di formazione professionale.

La convenzione vale sei mesi a partire dal 18 maggio, giorno in cui è cominciata l’ospitalità; entro un mese dal suo termine potrà essere rinnovata o modificata.

"Ad un mese e mezzo dall’inizio di questa esperienza – ha proseguito l’assessore Giuliari – ora viene regolamentata da questa convenzione che chiarisce diritti e doveri dei protagonisti del progetto, risulta evidente che la presenza dei profughi, nel modo in cui l’abbiamo organizzata, è diventata un’opportunità per il territorio ed anche un volano per nuove attività. La cooperativa che gestisce per noi il servizio ha assunto nuovi collaboratori per farvi fronte, una mediatrice culturale disoccupata è stata assunta dall’istituto di suore che ospita le donne. Al tempo stesso parrocchie, sindacati, associazioni hanno chiesto di dare una mano perché hanno percepito che la presenza dei profughi rappresenta una ricchezza anche in termini di relazioni".

Lunedì, nel frattempo, il primo dei 40 profughi seguiti dal Comune è stato convocato dalla "Commissione territoriale per i richiedenti lo status di rifugiati" che ha sede a Gorizia per sostenere il colloquio individuale necessario all’ottenimento dell’asilo politico. Un iter che dovranno seguire anche tutti gli altri stranieri, ogni volta portati a Gorizia da un accompagnatore messo a disposizione dal Comune: "A luglio – ha spiegato l’assessore – sono stati fissati alcuni altri appuntamenti, poi si passa ad ottobre, novembre, dicembre e gennaio, senza contare i tre mesi attualmente necessari per la risposta definitiva. Mi auguro che i tempi si riducano e che, data l’emergenza, si possa aprire una Commissione territoriale anche in Veneto. Tutte le istituzioni che stanno accogliendo profughi stanno premendo in tal senso".

All’istituto San Paolo, intanto, i 40 profughi proseguono con i corsi di italiano e con la conoscenza delle istituzioni e dei servizi che la città offre. 35 sono già in possesso del permesso temporaneo di soggiorno e del codice fiscale, per gli ultimi 5 il rilascio di tali documenti è imminente; per tutti è in arrivo la tessera sanitaria. Con Aim sono allo studio meccanismi per far partire alcune attività di volontariato gratuito in cui gli stessi immigrati vogliono impegnarsi come segno di riconoscenza verso la città che li ospita.

Dal 18 maggio all’8 giugno il Comune di Vicenza ha già speso 67.620 euro. A bilancio ha previsto un rimborso complessivo dallo Stato di 251.620 euro, cifra che sarà eventualmente ritarata sulla base degli sviluppi futuri della vicenda.

 

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