Città di Vicenza

01/06/2011

Profughi: la convenzione proposta dal Ministero questa mattina all’esame di Comune, Caritas e strutture di accoglienza femminile. Giuliari: “Siamo a disposizione per fornire consulenza"

Il Comune di Vicenza mette a disposizione la propria esperienza con i profughi agli altri Comuni della provincia interessati (o che potranno essere interessati) dal problema dell’accoglienza. “Ci sono infatti – spiega l’assessore alla famiglia e alla pace Giovanni Giuliari - aspetti critici, legati soprattutto alla convenzione proposta dalla prefettura di Venezia, che è bene affrontare in modo coordinato tra tutti i centri di accoglienza per evitare problemi successivi. Gli altri Comuni quindi possono rivolgersi a noi per far tesoro delle nostre osservazioni e delle nostre proposte prima di sottoscrivere la convenzione”.

Giuliari ha affrontato tali aspetti critici della convenzione nel corso di un incontro che si è tenuto questa mattina nel suo assessorato di contrà Mure San Rocco per volontà del Comune e dalla Caritas e al quale sono state invitate tutte le strutture che stanno ospitando profughi con l’obiettivo di arrivare ad un coordinamento nelle modalità di accoglienza e per un esame della convenzione proposta dal ministero dell’Interno. Assieme a don Giovanni Sandonà, direttore della Caritas vicentina, all’assistente sociale della prefettura, al rappresentante della rete Sprar (Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati) e al rappresentante della cooperativa Cosep che gestisce il servizio di accoglienza per il Comune, c’erano quindi anche le suore dorotee (che accolgono una famiglia somala a Vigardolo composta da marito, moglie e un bambino di 15 mesi), la Casa della Provvidenza delle suore di Maria Bambina di contrà S. Domenico (accolgono 4 donne nigeriane), le suore orsoline (6 donne e 2 bambine a Breganze, di cui 5 somale e una della Costa d’Avorio), le suore delle Poverelle di contrà S. Chiara (7 donne somale e un bambino).

“La convenzione proposta dal ministero attraverso la prefettura di Venezia – specifica l’assessore - deve chiarire meglio l’impegno dei Comuni e degli istituti di accoglienza rispetto all’ospitalità e rispetto ad un percorso di inclusione dei profughi. Va inoltre definito come ci si deve comportare di fronte a problemi sanitari o nella gestione di situazioni che potrebbero richiedere l’allontanamento delle persone dalle stesse strutture. Ancora una volta – aggiunge Giuliari - pesa l’assenza della Provincia che sarebbe preziosa per un’azione di coordinamento tra i Comuni, i quali rischiano di avere convenzioni e quindi anche condizioni diverse, senza essere messi nelle condizioni di avanzare delle controproposte migliorative. Per questo noi siamo disponibili a fornire loro una consulenza basata sulla nostra esperienza”.

Nel corso dell’incontro il Comune di Vicenza ha messo a disposizione dei nuovi centri di accoglienza femminile le modalità con cui ha accolto i profughi, suggerendo come scelte vincenti l’attività di gruppo e il rispetto delle regole, l’importanza della mediazione culturale e i corsi di italiano.

Tuttavia è emerso questa mattina un problema relativo all’accoglienza delle famiglie: eccetto il nucleo ospitato dalle suore dorotee, infatti, in questo momento i maschi si trovano in un luogo diverso dalle proprie compagne, con la naturale volontà da entrambe le parti di volersi ricongiungere. Per questo il tavolo di stamattina si è impegnato a trovare una soluzione anche per questi gruppi, per evitare tensioni all’interno delle stesse strutture di accoglienza.

L’assessore, infine, nel riferire che tutti i partecipanti all’incontro hanno rilevato la necessità che a fronte dell’aumento dei profughi siano potenziate le strutture della questura e delle stesse prefetture perché possano far fronte agli adempimenti amministrativi per il rilascio dei permessi di soggiorno, intende far chiarezza su una leggenda metropolitana: “Si sta diffondendo la voce che queste persone ricevano 40 euro al giorno. Non è assolutamente vero: non godono di nessun contributo né dal Comune né dalle prefetture. È vero invece che il Governo ha deciso di aiutare le amministrazioni comunali che mettono a disposizione strutture e servizi di accompagnamento”.

 

 

  

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