Città di Vicenza

28/05/2011

Il sindaco di Vicenza consegna a Lech Walesa la cittadinanza onoraria che gli era stata attribuita nel 1982

Variati: "Il consiglio comunale di questa città nei momenti importanti non ha mai mancato di far sentire il proprio pensiero di libertà"

Oggi pomeriggio, nella Sala degli Stucchi di palazzo Trissino gremita di amministratori di oggi e di ieri, il premio Nobel per la pace Lech Walesa, in città per il Festival Biblico, ha ricevuto dalle mani del sindaco Achille Variati la cittadinanza onoraria di Vicenza che gli era stata conferita il 14 giugno 1982 e mai consegnata.

"Il consiglio comunale di questa città – ha ricordato Variati – non ha mai mancato nei momenti importanti della vita dell’umanità di far sentire la propria opinione e il proprio pensiero di libertà. Nel 1982 deliberò di conferire la cittadinanza onoraria a Lech Walesa, cittadino polacco, cattolico, operaio e sindacalista, presidente del sindacato indipendente Solidarnosc, messo agli arresti con migliaia di altri suoi compagni all’indomani della dichiarazione dello stato d’assedio per onorare, tramite lui, testimone del valore universale delle libertà politiche, civili e religiose, i lavoratori e tutto il popolo polacco che oggi, come nei secoli passati, ricerca con grande coraggio e sacrificio ed in modo democratico e pacifico la strada della libertà".

"Mi sembra molto significativo – ha commentato il sindaco rivolgendosi a Walesa - che dopo tanti anni un altro consiglio comunale abbia ritenuto di consegnarle questo attestato nell’ambito di un festival che sta riflettendo sul tema "Di generazione in generazione". Proprio di generazione in generazione gli amministratori di trent’anni fa passano il testimone agli amministratori di oggi per consegnare una speranza a lei e, attraverso lei, a tutti i grandi uomini di coraggio dell’umanità. Lei ha combattuto per una Polonia libera, per un’Europa libera. E’ stato un uomo fortemente, spiritualmente, umanamente vicino al grande papa Giovanni Paolo II che nel 1991 abbiamo avuto la fortuna di accogliere in questa città dove ci aveva incoraggiati a mantenere la forza della solidarietà. Tante cose sono cambiate in Europa, tante stanno cambiando. Popoli in miseria premono ai confini, i rifugiati sono arrivati anche nelle nostra città. Contiamo su una sua parola di speranza per un’Europa che non è forse quella che volevamo, ma che è comunque una chiave per il mondo".

"Sono molto grato per la vostra decisione di trent’anni fa e per la consegna di oggi", ha risposto Walesa ricordando la drammatica situazione che viveva la Polonia nei primi anni 80. "Insieme – ha proseguito - attraverso le strade più disparate abbiamo liberato l’Europa dal comunismo, abbiamo unito le Germania, abbiamo cambiato il mondo. La nostra generazione ha fatto davvero tanto. Mi sono impegnato a chiudere l’epoca precedente, ma non a costruirne anche una nuova. Tuttavia solo quello che sarà costruito ora dirà se valeva la pena combattere e vincere. Questa nuova epoca richiede altre strutture, altri programmi, nuovi fondamenti economici e sociali, non più basati sulla gara tra le potenze. Ma c’è tanta strada da fare. Non si può cambiare finché si ragiona solo in termini elettorali e di mandato... con politici senza visione, ma molto in televisione"

"Vi esorto – ha concluso - a lavorare insieme, saggi di un sapere comune e forti di una forza comune".

"Saluto - aveva detto Variati accogliendo Walesa in Sala Stucchi dopo la presentazione del presidente del festival biblico monsignor Roberto Tomasi - a nome della città di Vicenza e del consiglio comunale il cittadino, il sindacalista, l’uomo delle lotte, l’uomo coraggioso, il premio Nobel, il presidente, in una parola l’uomo che ha contribuito a scrivere le pagine non solo della sua Polonia, ma della nostra Europa. Dall’intreccio del coraggio di alcuni uomini scaturiscono le pagine della storia".

Prima della cerimonia Walesa aveva incontrato i giornalisti rispondendo a numerose domande sul passato della Polonia, sul suo legame speciale con papa Wojtyla, sulle relazioni e le lotte sindacali, e ha rivelato, di rientro dagli Stati Uniti, di aver rinunciato all’opportunità di un incontro con il presidente Obama per rispettare l’impegno preso con Vicenza.

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