Città di Vicenza

03/05/2011

L’università adulti-anziani di Vicenza compie 30 anni. Giovedì 5 maggio l’evento celebrativo al Teatro Comunale

L’università adulti-anziani del vicentino compie trent’anni.  E si presenta oggi articolata nel territorio con 26 sedi e circa quattromila frequentanti. Numeri che la rendono l’istituzione culturale di formazione degli adulti più articolata, diffusa e prolungata della provincia, in un’epoca di profondi cambiamenti, con modelli orientativi del passato venuti meno e difficoltà a trovarne di nuovi. Giovedì 5 maggio la ricorrenza verrà celebrata al Teatro Comunale di Vicenza.
Oggi, a Palazzo Trissino, il sindaco Achille Variati insieme a monsignor Giuseppe Dal Ferro, presidente dell’università adulti-anziani di Vicenza e della Federazione italiana fra le università della terza età, direttore dell’Istituto culturale di scienze sociali Nicolò Rezzara,  ricordano il trentennale dell’università adulti-anziani di Vicenza.
“Giovedì 5 maggio al Teatro comunale si terrà l’evento che celebra i trent’anni dell’università adulti anziani – interviene il sindaco Achille Variati -, ed è importante che avvenga a Vicenza perché proprio qui è nata nel 1981, prima nel Veneto. si tratta, infatti, di una delle realtà culturali, sociali e didattiche che lascia il segno grazie anche al supporto costante offerto da monsignor dal Ferro.”
“La giornata celebrativa del 5 maggio ci lega particolarmente all’amministrazione comunale che ci ha supportato anche in questa occasione – sottolinea monsignor Giuseppe Dal Ferro, presidente dell’università adulti-anziani di Vicenza -. Ricordo infatti che nel 1985, proprio nell’ufficio del sindaco di Vicenza, è stato firmato lo statuto costitutivo dell’Università italiana della terza età.”
Il teatro Comunale, sebbene capiente, risulta essere comunque non sufficiente per ospitare i quattromila iscritti dell’università adulti anziani. Pertanto verranno accolte le rappresentanze delle 26 sedi, delle quali 24 in provincia di Vicenza mentre due si trovano in territorio di Padova (Carmignano del Brenta ed Este).
Al convegno, che inizierà alle 15 per concludersi verso le 19, porterà il saluto il sindaco di Vicenza Achille Variati. Successivamente interverrà l’avvocato Marino Breganze, vice presidente della Banca Popolare di Vicenza che ha offerto l’operetta  “Vedova allegra”,  messa in scena in chiusura della giornata (ore 16.30) dalla Compagnia dell’Oniro (diretta da Franco Pulvirenti con la partecipazione e la regia di Pippo Santonastaso e con Cosetta Gigli).
“Con l’occasione annunceremo anche l’istituzione dell’album d’oro nel quale saranno iscritti quanti hanno frequentato l’istituzione da almeno quindici anni – spiega mons. Dal Ferro - con l’assiduità che l’università richiede (due terzi delle presenze) e con l’iscrizione dell’ultimo anno accademico. Nell’album d’oro entrano anche alcuni coordinatori ed alcuni docenti con analoga anzianità.”
Le università adulti-anziani vogliono in qualche modo imitare le università medievali che vedevano percorsi di docenti e di discenti insieme nella ricerca della verità. L’appuntamento culminerà con la consegna delle medaglie per le amministrazioni e i sostenitori, e dei distintivi ai docenti, coordinatori e corsisti con 15 anni di attività (ore 15.45).
“L’album d’oro annovera anche le istituzioni pubbliche sostenitrici ed alcuni benefattori  - precisa mons. Dal Ferro - a dimostrazione che le università adulti-anziani sono organismi del territorio e di conseguenza hanno il pregio di essere civiche, municipali nel senso più profondo del termine. Ricordo inoltre che l’università di Vicenza è una delle prime in Italia e prima nel Veneto, nata solo 8 anni dopo la prima del mondo, Tolosa. Lo scopo dell’università adulti anziani è realizzare un progetto educativo per aiutare le persone adulte a vivere serenamente con se stesse e con gli altri e a sentirsi a pieno titolo soggetti della società sviluppando anche il gusto per la ricerca e per la capacità critica.
Ricordo inoltre che l’università ha contatti non solo nazionali, ma anche internazionali. Abbiamo infatti constatato che il modello da noi proposto è originale e che risulta importante la sistematica ricerca che svolgiamo sul territorio.”
I frequentanti dell’università adulti-anziani, assidui partecipanti alle lezioni che si tengono due volte alla settimana da ottobre a maggio, sembrano aver trovato nell’istituzione uno strumento per vivere bene, senza paure e senza sensi di inferiorità; per riflettere, comunicare e partecipare; per riprogettare la propria vita dopo la pensione. Tali risultati sono in linea con gli obiettivi che l’istituzione si propone, cioè un risveglio delle persone adulte ad esplicitare capacità inespresse dopo anni di lavoro e di impegno piuttosto limitativo a causa dei condizionamenti quotidiani.
Le ragioni del successo di una tale iniziativa, a differenza di altre, la cui durata è stata molto più breve, risiedono principalmente nel progetto educativo sottostante l’attività e nell’aver ridefinito l’anziano come persona pienamente efficiente, in un periodo della vita di piena realizzazione, portatore di grande risorsa per la società.

Il progetto culturale
L’università adulti-anziani di Vicenza - nata nel 1981 dopo un anno di riflessione da parte di un’apposita commissione di docenti universitari e verificata l’anno seguente in due seminari, uno a Vicenza e uno a Tolosa, con il fondatore della prima università della terza età, Pierre Vellas, e i suoi collaboratori - si caratterizza per un progetto preciso di vera “scuola per adulti”, finalizzata a qualificare la vita dell’adulto come soggetto nella società, portatore di un’esperienza di valori acquisita nel passato. Come tale si è sviluppata in questi trent’anni e risulta conosciuta in Italia, essendo dal 1985 sede legale della Federazione italiana fra le università della terza età. Il progetto si propone di aiutare le persone adulte a vivere serenamente con se stesse e con gli altri e a sentirsi a pieno titolo soggetti della società.
Cardini dell’istituzione sono l’elaborazione continua di un progetto culturale adeguato a persone con un bagaglio di esperienza alle spalle; la ricerca per conoscere il passato; la promozione di iniziative di creatività per una formazione al cambiamento. Ricerca sul passato e creatività sono attività che si completano a vicenda e che consentono all’adulto di vivere pienamente l’esperienza di ieri e quella di oggi in continuo confronto. Si costruisce così nelle persone il senso critico, perché l’esperienza di ieri mette in discussione l’oggi e l’esperienza di oggi critica il passato. L’obiettivo è ridare in tal modo alla società adulti responsabili, in dialogo con le nuove generazioni, trasmettitori di cultura e di civiltà, polo di relazioni e di dialogo nel territorio, cittadini a pieno titolo.
Il metodo seguito è quello di perseguire le mète indicate attraverso obiettivi particolari: lo stimolo a riflettere e a ragionare, elemento primario per stimolare il cervello; l’allargamento degli interessi, suscitando empatia per i problemi; lo stimolare la vita di relazione creando occasioni di incontro e di socializzazione; la sollecitazione della responsabilità sociale per un impegno reale nella vita quotidiana collettiva.
Nel progetto niente è escluso relativamente agli approfondimenti culturali, anche se l’approccio ad essi è specifico: non serve un sapere enciclopedico, ma una analisi seria dei vari argomenti, con riferimenti alla vita individuale e sociale. In altre parole ci si chiede, nello studio e nell’analisi dei vari problemi e delle varie questioni affrontate, quale significato essi possano avere per l’uomo e per la società. Particolare attenzione è posta alla cultura antropologica che evidenzia i modi di vivere e di pensare delle persone, di cui la scienza non è altro che sviluppo. È questa cultura, che racchiude in sé lo sviluppo della civiltà, di cui l’adulto deve sentirsi anello di congiunzione fra le generazioni, che l’università adulti-anziani vuole privilegiare.

Ridefinizione della terza età
Una ragione del successo dell’istituzione è stata quella di ripensare a fondo la cosiddetta “terza età”. In questi anni l’università adulti-anziani ha cercato di ridefinire l’anziano, dimostrando che egli si trova a vivere l’età della piena realizzazione umana e non del decadimento. In passato tale età non esisteva, proprio perché la fine dell’età lavorativa coincideva con la fine della vita per la maggioranza delle persone. Forse questa è la prima generazione che può godere un periodo lungo di vita, nel quale la persona può liberamente progettare ed organizzare la propria esistenza senza condizionamenti esterni. Il decadimento, fatto coincidere in passato con questa età, oggi, se c’è, è relegato alla quarta età, ai grandi vecchi. La realizzazione personale non manca anche nella prima e nella seconda età, ma in modo frammentario e parziale. È solo nella terza età che ciò che si è sempre desiderato può diventare realtà.
L’università adulti-anziani di Vicenza fin dall’inizio ha intuito questo e ha cercato di aiutare le persone da un lato a liberarsi dagli stereotipi del passato e dall’altro ad allargare curiosità ed interessi, per trovare nuove forme di inserimento sociale più ricche e più umane di quelle semplicemente economico-produttive. E in questi anni ha trovato riscontro e sostegno nei molti frequentanti assidui ed entusiasti delle proposte che venivano fatte.
Dalle ricerche fatte e pubblicate risulta che in questi anni i partecipanti hanno imparato ad alimentarsi di cultura, ponendo in secondo ordine le trasmissioni televisive, e hanno acquisito una sensibilità nuova nei confronti del proprio ambiente, che desiderano ricco di storia e di civiltà.

Prospettive per il futuro
La celebrazione dei trent’anni vuole essere una tappa di ulteriore sviluppo. C’è nel Vicentino ormai un numero consistente e crescente di frequentanti che amano l’università e si impegnano a renderla sempre più ricca, creativa, partecipata. Sono gli animatori, gli amici, i collaboratori volontari dei coordinatori. Da loro dipende il futuro dell’istituzione e quindi su di loro posa il progetto di rendere l’università sempre più qualificata culturalmente, di essere luogo nel quale si sta bene assieme, di fare dell’università un polo culturale nel proprio territorio. Già da qualche tempo sono state promosse iniziative per loro, per trovare le forme di azione sociale più opportune. Per i frequentanti più volonterosi sono stati avviati poi alcuni, apprezzati, master, che verranno in futuro perfezionati.
In occasione del trentennio è istituito poi l’album d’oro dell’università, nel quale saranno iscritti quanti hanno frequentato l’istituzione da almeno quindici anni con l’assiduità che l’università richiede (due terzi delle presenze) e con l’iscrizione dell’ultimo anno accademico. Sono questi frequentanti i testimoni autorevoli dell’istituzione, cioè coloro che esprimono all’esterno la validità di un progetto culturale, perseguito con convinzione e tenacia, di cui più degli altri possono testimoniare la validità. Nell’album d’oro entrano anche alcuni coordinatori ed alcuni docenti con analoga anzianità. Le università adulti-anziani vogliono in qualche modo imitare le università medievali che vedevano percorsi di docenti e di discenti insieme nella ricerca della verità. L’album d’oro annovera anche le istituzioni pubbliche che sostengono l’istituzione ed alcuni benefattori: sono la dimostrazione che le università adulti-anziani sono istituzioni del territorio e di conseguenza hanno il pregio di essere civiche, municipali nel senso più profondo del termine.
In questo modo il trentennio è una tappa che constata la presenza consolidata nel Vicentino di vere scuole per adulti ed insieme apre a prospettive culturali nuove per il futuro.

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