Città di Vicenza

26/04/2011

New Conversations-Vicenza Jazz, la sedicedsima edizione dal 6 al 14 maggio

Il programma della nuova edizione del festival New Conversations – Vicenza Jazz, la sedicesima, che si terrà dal 6 al 14 maggio (con un prologo il 2 maggio e un epilogo il 18), conferma l’originalità ideativa di uno dei festival più prestigiosi del panorama nazionale. Nel cartellone delle New Conversations vicentine nomi storici della musica afro-americana trovano spazio al fianco delle istanze più attuali della musica improvvisata, le proposte d’alto profilo culturale convivono con quelle di ampio richiamo popolare, in una kermesse che in una decina di giorni offrirà un numero sorprendentemente elevato di concerti (il programma completo sfiora il centinaio di spettacoli). Un tale numero di eventi coinvolgerà la città nella sua interezza, dalle sedi teatrali ufficiali (lo splendido Teatro Olimpico del Palladio e il Teatro Comunale) alle piazze e le vie del centro, i palazzi storici, le chiese, il Conservatorio “Pedrollo”, i locali notturni.
Il festival New Conversations – Vicenza Jazz 2011 è organizzato dall’assessorato alla cultura del Comune di Vicenza, in collaborazione con Aim Vicenza, Trivellato Mercedes Benz e con l’associazione Panic JazzClub, con il contributo della Regione Veneto e del Ministero per i beni e le attività culturali, oltre che con il sostegno di Intesa Sanpaolo, Confcommercio Vicenza, Confindustria Vicenza e molti altri sponsor.

Ancora una volta le scelte di programma del direttore artistico Riccardo Brazzale si distinguono per la capacità di ideare produzioni originali di grande impatto (come l’incontro tra la stupefacente virtuosa del pianoforte Hiromi Uehara e l’Orchestra del Teatro Olimpico nel segno delle musiche di Gershwin: 11 maggio), di riportare in Italia artisti di spicco da tempo assenti dalle nostre scene (è il caso del sassofonista Steve Coleman: 9 maggio) o progetti che hanno segnato la storia del jazz moderno (il “Mahler Re-visited” proposto dall’Ensemble del pianista Uri Caine: 8 maggio). A dare splendore al programma contribuiranno numerosi altri nomi di punta della scena internazionale, come i trombettisti Arturo Sandoval (con Chico Freeman: 10 maggio) e Paolo Fresu (con Daniele di Bonaventura e il coro A Filetta: 14 maggio). Assai rilevante sarà poi la presenza di artisti trasversali, capaci di attrarre ampie fasce di pubblico non solo jazzistico: Roy Paci (7 maggio) e Vinicio Capossela, che arriverà a Vicenza per l’unica data veneta del tour “Marinai, Profeti e Balene” che fa seguito alla pubblicazione del suo nuovo album (prologo del 2 maggio).

Numerose sono le traiettorie culturali e i percorsi musicali di Vicenza Jazz 2011, a partire dal tema principale che dà titolo a questa sedicesima edizione del festival: New York New York, ovvero lo stato delle cose del jazz statunitense. La rotta newyorkese del festival sarà ampiamente esplorata nel programma di concerti che il Panic Jazz Café Trivellato proporrà nello spazio del Teatro Astra; ma testimoni d’eccezione della newyorkesità jazzistica saranno Uri Caine e Steve Coleman, nonché la giapponese Hiromi Uehara impegnata in un omaggio a George Gershwin, il musicista di New York che più di ogni altro ha saldato in maniera intensa e duratura la musica colta e quella popolare, incluso l’allora nascente jazz, dal quale trasse ampia ispirazione e sul quale esercitò una indelebile influenza con la sua produzione di canzoni.

Oltre che nel concerto gershwiniano di Hiromi, il rapporto del jazz con la musica colta troverà due altre importanti realizzazioni concertistiche nell’ambito di Vicenza Jazz: nel già citato omaggio di Uri Caine a Gustav Mahler (del quale nel 2011 cade il centenario della morte) e negli Omaggi a Nino Rota (del quale invece nel 2011 ricorre il centenario della nascita) proposti dal trombonista Gianluca Petrella con l’I-Jazz Ensemble 2011 e dall’Orchestra del Teatro Olimpico diretta da Giancarlo De Lorenzo (6 maggio).

A fianco dell’ampia rappresentanza del jazz statunitense, Vicenza Jazz offrirà come sua abitudine un ampio e significativo spaccato del jazz italiano, con la presenza di artisti del livello del sassofonista Rosario Giuliani e il pianista Dado Moroni (con il vibrafono di Joe Locke: 9 maggio), la cantante Maria Pia De Vito (12 maggio), lo specialista dell’elettronica Martux_m con il progetto davisiano “About A Silent Way” (13 maggio), oltre ai già citati Paolo Fresu e Gianluca Petrella (con Giovanni Guidi).

Sarà come sempre altisonante anche la programmazione che Luca Berton del Panic Jazz Club di Marostica ha preparato per le serate ai Chiostri di Santa Corona, che si trasformeranno in “Panic Jazz Café Trivellato”, il jazz club after hours del festival. I nomi annunciati sono tali da suscitare una grande attesa: da star del calibro di Christian McBride (11 maggio, in quintetto) e Joshua Redman (il 18, in quartetto) a una serie di nomi che percorreranno le più attuali sfumature del jazz newyorkese: Ambrose Akinmusire (il 6), Rachel Z con Omar Hakim e Solomon Dorsey (il 7), Rudresh Mahanthappa (l’8), Martin Wind in un quartetto con Joe La Barbera (il 9), Julian Lage (il 12). E poi ancora il quartetto di Alessandro Lanzoni e Francesco Diodati (il 10), i ritmi afro dei Dajaloo (il 14) e la deviazione verso l’avanguardia di Chicago con Wadada Leo Smith, Günter “Baby” Sommer e Antonello Salis (13 maggio).

Molte iniziative collaterali amplieranno l’approfondimento del tema newyorkese del festival: una mostra fotografica dedicata agli scatti di Robert Otter (dal 5 al 15 maggio al ViArt); numerose proiezioni cinematografiche; una serie di duetti italo-americani al conservatorio “Pedrollo”. Oppure creeranno nuovi percorsi tematici, come nel caso del convegno internazionale “L’improvvisazione musicale e la musicoterapia”, a cura del Centro Studi Musicoterapia Alto Vicentino (12 maggio), delle messe musicali, degli appuntamenti alle Gallerie di Palazzo Leoni Montanari e al conservatorio “Pedrollo”.

 

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