Città di Vicenza

21/03/2011

Mitigazioni per il Dal Molin, Variati domani a Roma per il Protocollo d’intesa

“Condizioni irrinunciabili la tangenziale nordest e la concessione del lato est da destinare a parco, come ha deciso il Consiglio Comunale”

“Se  ci  saranno le condizioni che considero sufficienti potrei firmare già domani  il  Protocollo d’intesa. Vicenza ha già dovuto aspettare fin troppo tempo:  il  cantiere  della  nuova  base cresce a vista d’occhio, bisogna intervenire  al  più  presto  per  riportare in equilibrio almeno parziale la ragione di stato  e  le  ragioni  della  comunità”.  Questa la riflessione del sindaco Achille Variati alla vigilia dell’incontro che si terrà domani alle 16,30 a Roma,  a  Palazzo Chigi, sul “Protocollo di intesa relativo all’ampliamento dell’insediamento della base militare americana a Vicenza”.

Sarà  un  incontro  di  vertice, perché oltre al sindaco di Vicenza Achille Variati  il  sottosegretario  alla  presidenza  del  Consiglio dei ministri Gianni  Letta  ha  convocato  il ministro della difesa Ignazio La Russa, il ministro  dell’economia  Giulio  Tremonti, il ministro delle infrastrutture Altero   Matteoli,  il  presidente  della  Regione  Veneto  Luca  Zaia,  il presidente  della  Provincia  di  Vicenza  Attilio  Schneck,  il  direttore dell’agenzia  del  Demanio  Maurizio  Prato,  il capo dipartimento del CIPE Paolo  Signorini,  il  presidente  dell’Enac  Vito  Riggio e il commissario straordinario  Paolo  Costa  che in questi mesi ha lavorato per raggiungere questo obiettivo.

“Spero  davvero – ha detto oggi il sindaco ricordando le ultime tappe della vicenda  - che si stia finalmente arrivando alla fine di questo lungo iter. Nel   2008   la  mia  amministrazione,  contraria  all’insediamento in quel luogo fragile e prezioso da un punto di vista ambientale e idrogeologico,  aveva ereditato  una  città  spaccata  in due. Contro la realizzazione della base erano  state  percorse  diverse  strade,  sia giudiziarie sia politiche. La richiesta  di  un  referendum  era  stata  infine bloccata dal Consiglio di Stato.  A  quel  punto, prendendo atto che la ragione di stato era prevalsa sulle  richieste  della comunità locale,  ho  indetto  un  tavolo  di consultazione  con le categorie economiche e sociali, le forze politiche e le associazioni e i movimenti della città interessati al tema per  individuare  insieme  quali  opere chiedere per mitigare l’impatto del nuovo   insediamento  militare. Le consultazioni hanno portato all’elaborazione di una piattaforma di richieste largamente condivisa, sulla quale si è espresso il consiglio comunale. Dandomi mandato di lavorare su quattro obiettivi, di cui i primi due  strettamente connessi alla base e gli altri di interesse più ampio: la realizzazione della tangenziale nord est di cui gli enti locali interessati hanno  già  concordato il tracciato preliminare, perché sarebbe impensabile accettare  movimenti  di  mezzi  militari  tra  gli  insediamenti americani presenti  in  città  attraverso  le attuali reti viarie urbane già molto intasate; l’ottenimento  per  la città dell’area verde sul lato est del Dal Molin, da destinare a funzioni ambientali, ricreative e sportive; il riconoscimento della necessità strategica per Vicenza di  una  linea  di trasporto pubblico elettrico  per  contenere  l’inquinamento atmosferico  cittadino; un’università vicentina adeguatamente sostenuta per poter diventare un giorno il centro nazionale della meccatronica non incentrata sul settore dell’auto”.

In questi mesi, assieme al commissario Costa, il sindaco ha lavorato per la parte  comunale  al  documento  che  dovrà  diventare  Protocollo d’Intesa.

“All’interno del pacchetto di richieste cercheremo di ottenere il massimo  –  ha preannunciato  oggi  Variati  –  ma  la mia firma ci sarà soltanto se potrò rispettare  il  mandato  del consiglio. Ad esempio, non potrò certo firmare per  una  nuova  sede della protezione civile sul lato est: c’è infatti una deliberazione  del  consiglio  comunale  che  pone  un  vincolo urbanistico effettivo,  prevedendo la riclassificazione di quell’area in zona a parco e a  riserve  naturali  e  in  zona  per  attrezzature  sportive,  senza nessuna possibilità per nuove edificazioni estranee a queste funzioni. In questo pacchetto rappresentano condizioni irrinunciabili l’approvazione del progetto della tangenziale nordest e l’ottenimento in concessione del lato est”.

Se la proposta dello Stato sarà sufficientemente aderente alle indicazioni del consiglio comunale, l’intenzione del sindaco è quindi quella di chiudere la partita, recuperando terreno rispetto ad una base che cresce a grande velocità. Atteggiamento analogo si aspetta Variati dai suoi interlocutori: “Non sarebbe del resto interesse né dello Stato né tanto meno degli americani – ha considerato oggi il sindaco - arrivare ad aprire una nuova base tra le tensioni di una città insoddisfatta. Ritengo pertanto che questa convocazione, su cui abbiamo lavorato per mesi, possa essere davvero decisiva”.

 

 

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