Città di Vicenza

04/02/2011

Giovedì 10 febbraio Vicenza celebra il “Giorno del Ricordo” in memoria delle vittime delle foibe, dell’esodo Giuliano-Dalmata e delle vicende del confine orientale

Giovedì 10 febbraio, alle 18 nella sala Stucchi di Palazzo Trissino alla presenza del sindaco del Comune di Vicenza Achille Variati e del presidente dell’associazione nazionale Venezia Giulia e Dalmazia Coriolano Fagarazzi sarà celebrato il “Giorno del Ricordo” in memoria delle vittime delle foibe, dell’esodo Giuliano-Dalmata e delle vicende del confine orientale. Durante la cerimonia verrà illustrato il monumento dello scultore Nereo Quagliato collocato all’interno del Cimitero Maggiore di Vicenza, nell’area adiacente al padiglione predisposto per raccogliere i resti delle vittime civili della città. Il monumento, in pietra d’Istria con inciso il profilo della costa istriana e dalmata e valorizzato da un altorilievo in bronzo ceduto gratuitamente dall’artista all’associazione, recherà la scritta bronzea: “10 febbraio giorno del ricordo in memoria delle vittime delle foibe e dell’esodo istriano, fiumano e dalmata” e sarà preceduto da un leggio, anch’esso in pietra d’Istria, con inscritta la preghiera dedicata alle vittime delle foibe pronunciata dal vescovo di Trieste nel 1959.
Seguirà la lettura di alcuni brani tratti dal libro “Bora” di Anna Maria Mori e Nelida Milani. La celebrazione verrà poi conclusa dal concerto degli allievi del conservatorio musicale “A. Pedrollo” di Vicenza.

Sabato 12 febbraio, alle 10.30 al Cimitero Maggiore di viale Trieste è prevista l’inaugurazione del Monumento dedicato alle vittime delle foibe e dell’esodo istriano-fiumano-dalmata di Nereo Quagliato a cui parteciperanno il sindaco Achille Variati e Coriolano Fagarazzi, presidente dell’associazione nazionale Venezia Giulia e Dalmazia. Alla benedizione del monumento seguiranno la deposizione della corona d’alloro, gli onori ai caduti e la commemorazione ufficiale  tenuta dalla professoressa Sandra Ziviani. Chiuderà la cerimonia la banda degli allievi del conservatorio musicale “A. Pedrollo” che eseguirà degli inni intonati alla celebrazione.
La bandiera tricolore che ricoprirà il monumento prima dell’inaugurazione verrà consegnata alla madrina dell’associazione nazionale Venezia Giulia e Dalmazia, Anna Maria Fagarazzi.

L’Associazione nazionale Venezia Giulia e Dalmazia è la prima associazione a carattere nazionale, sorta nel 1947, con lo scopo di raccordare e organizzare le decine di migliaia di profughi – italiani autoctoni – provenienti dai territori della Venezia Giulia e della Dalmazia che il Trattato di pace del 10 febbraio 1947 aveva ceduto alla ex Jugoslavia o assegnato alla Zona B del mai costituito Territorio Libero di Trieste.
La sua sede è sempre rimasta a Roma, per la necessità di un rapporto costante con il Parlamento, il governo e le amministrazioni centrali dello Stato.
Riorganizzata con l’atto costitutivo del 7 giugno 1956, l’associazione ha conservato nei decenni la sua estensione a tutto il territorio nazionale, essendo nati i diversi Comitati dalle comunità di Esuli ospitati prima nei campi-profughi e poi nei «Villaggi» giuliano-dalmati costruiti in diverse città italiane in esecuzione di un programma speciale di edilizia popolare.
In quanto Associazione di carattere privato, si assumeva il compito di mantenere uniti su base volontaria gli esuli dai territori perduti attraverso le attività assistenziali e culturali dei Comitati locali, la celebrazione delle festività civili e religiose, la partecipazione e l’organizzazione di convegni di studio, conferenze in stretta collaborazione con le amministrazioni dello Stato, gli enti locali, le università e le scuole, le associazioni combattentistiche e d’arma e le istituzioni culturali. Le iniziative dell’associazione hanno portato un contributo determinante nel campo dei provvedimenti legislativi adottati dal Parlamento italiano per risolvere i problemi dell’esodo giuliano-dalmata, dalle leggi per l’edilizia popolare a quelle per l’indennizzo dei beni perduti nei territori ceduti (con il cui corrispettivo l’Italia ha pagato i danni dovuti alla ex Jugoslavia in forza del Trattato di pace). Per oltre 50 anni ha operato in questo senso l’Ufficio Assistenza diretto da Padre Flaminio Rocchi OFM. La natura apolitica e apartitica dell’Associazione è stata il presupposto essenziale della considerazione in cui è stata tenuta.
http://www.anvgd.it/

 

 

 

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