Città di Vicenza

01/09/2010

Mensa scolastica, la giunta ha deciso per un aumento del 15% fatte salve le fasce sociali più deboli

L’aumento del costo del pasto della mensa scolastica a carico delle famiglie sarà di 60 centesimi nelle scuole primarie e secondarie di primo grado di competenza comunale. Un aumento ben al di sotto dell'euro così come l'assessore all’istruzione Alessandra Moretti aveva annunciato qualche tempo fa. Quindi il costo del pasto passa da 3,90 euro a 4,50 euro, mentre per le fasce sociali più deboli rimane inalterato a 0,80 euro e 2 euro.

"L’aumento corrisponde al 15% – precisa l’assessore Moretti – ed è dovuto in gran parte all’adeguamento Istat che non è mai stato applicato in questi ultimi 5 anni. Di fatto il Comune a fronte di un costo di 4,26 euro faceva pagare alle famiglie 3,90 euro. L'eccezionalità per quest'anno è dovuta, purtroppo, al costo aggiuntivo relativo al servizio di scodellamento, che non potrà più essere svolto dal personale ATA (esecutori scolastici), a causa del taglio agli organici della scuola statale effettuato dal Governo. Il costo di ciascun pasto quindi è salito a 5,46 euro perché la somministrazione verrà svolta dalla ditta appaltatrice per il servizio di mensa. Questa mattina tuttavia – spiega Moretti - abbiamo deciso in giunta di limitare la quota di aumento a carico delle famiglie a soli 60 centesimi, lasciando a carico del Comune la restante parte, che, all’anno, equivale a circa 500 mila euro. È stata una scelta molto sofferta – ammette l’assessore –, ma obbligata, a cui faremo fronte con un prelievo dal fondo di riserva, che servirà anche per altre emergenze di carattere sociale cui il Comune deve rispondere. La Giunta, però, ha voluto mantenere inalterate le agevolazioni tariffarie per le famiglie di Vicenza che appartengo alle fasce economicamente più deboli".

Lo scodellamento, del resto, è un’attività onerosa perché comporta una serie di operazioni: preparare le tavole dei refettori, fare le porzioni dei cibi, distribuirle, condire le pietanze con assistenza ai bambini, riordinare e pulire i tavoli e i locali con appositi prodotti, nel rispetto della normativa HACCP.

"E’ evidente dunque – aggiunge l’assessore - come le scelte sciagurate del Governo si ripercuotano direttamente sulle famiglie. I tagli governativi infatti indeboliscono l'ente locale che è incapace di sostenere totalmente i costi per i servizi essenziali alla persona".

"Per quanto riguarda gli aumenti Istat, tuttavia – annuncia Moretti -, stamane abbiamo stabilito che d’ora innanzi vengano applicati automaticamente anno per anno, così come avviene per l'aumento del costo della vita che incide sugli affitti, sui generi alimentari e sulle altre spese quotidiane".

Spiega inoltre Moretti: "Per una questione di equità sociale, abbiamo deciso di applicare un analogo aumento del 15 per cento anche alla retta del servizio di refezione scolastica per le scuole dell’infanzia comunali e statali, e al servizio dello scuolabus le cui tariffe non erano state mai aggiornate dal 2005".

L’assessore infine torna a chiarire la questione del nuovo menù: "Non si tratta di un piatto unico, ma di un menù frutto di una precisa scelta educativa che non è stata assunta per ragioni di risparmio. Tant’è vero che, seguendo un menù a rotazione, verranno serviti ai bambini due verdure, di cui una cotta e una cruda, il piatto forte, cioè un primo o un secondo, la frutta o il dessert. Le diete proposte rispettano le indicazioni nazionali per quanto riguarda l'apporto calorico e nutrizionale. È una scelta che è stata condivisa con i dirigenti scolastici, con il Comitato mensa e con l’Ulss stessa per andare incontro al gradimento dei ragazzi, proponendo loro i piatti che in questi anni sono stati maggiormente apprezzati. Senza dimenticare che con questo menù si va anche a combattere i tanti sprechi di cibo che si verificavano nelle scuole. Infine sono convinta che la qualità della mensa risulterà migliore grazie anche all’introduzione di due alimenti biologici: i pomodori pelati e i legumi".

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