Città di Vicenza

16/04/2010

Qualità dell’aria 2009: cala, ma è sempre problematica, la concentrazione di pm10

Bene monossido di monossido di carbonio, benzene e metalli

Qualità dell’aria 2009: l’Arpav ha consegnato al Comune la relazione annuale che sintetizza un quadro già noto: sempre problematico, anche se in calo, l’inquinamento da pm10; fuori norma anche ozono e biossido di azoto, mentre migliora e rientra nei limiti di legge la concentrazione di monossido di carbonio, benzene e metalli.
Questa mattina i dati sono stati commentati dall’assessore all’ambiente Antonio Dalla Pozza e dal responsabile del servizio sistemi ambientali del Dipartimento provinciale Arpav Ugo Pretto.
"Il problema è complesso e il Comune sta cercando di affrontarlo in modo strutturale – ha detto l’assessore Dalla Pozza - . Anche il recente accorpamento delle deleghe all’ambiente e alla mobilità nella mia persona va in questa direzione. Il 2010 sarà l’anno del nuovo piano della mobilità cittadina con la valorizzazione di quella alternativa. Vorremmo incidere di più sull’inquinamento da emissioni industriali, ma in quell’ambito il margine d’azione è scarso. Massimo è il nostro impegno anche per quanto riguarda il controllo energetico e l’utilizzo di energia pulita negli edifici pubblici, a partire dalla recente installazione dei pannelli fotovoltaici sui tetti delle scuole. Di questi temi per anni l’amministrazione comunale non si è occupata: ora le cose stanno cambiando".
Quanto ai dati, dall’analisi prodotta da Arpav sulle rilevazioni del 2009 effettuate dalla rete di monitoraggio cittadina presentata dal dottor Ugo Pretto, risulta sempre problematica la concentrazione di PM10 nei mesi invernali, anche se c’è stata una netta diminuzione dei fenomeni acuti. Il valore limite per la protezione della salute umana (50 microgrammi per metro cubo da non superare per più di 35 volte nell’anno) è stato ampiamente sforato con 102 superamenti nella centralina di via Spalato, e 83 sia nel Quartiere Italia che a San Felice. Per la prima volta, tuttavia, sia Quartiere Italia sia corso San Felice hanno rispettato il valore limite annuale per la protezione della salute umana, pari a 40 microgrammi per metro cubo d’aria; solo via Spalato ha superato di pochissimo tale limite, con 41 microgrammi per metro cubo.
La serie storica, inoltre, evidenzia un progressivo calo della concentrazione dell’inquinante, probabilmente dovuto anche all’incidenza della crisi economica sulle emissioni industriali e sul traffico pesante, oltre che alla diffusione di combustibili e di veicoli meno inquinanti.
La presentazione della relazione annuale dell’Arpav è stata anche l’occasione per esaminare i più recenti dati disponibili per quanto riguarda la provenienza del PM10: nel 2005 su un totale di 185 tonnellate di PM10 prodotte, 80 provengono dai processi produttivi e 54 dai veicoli, che si confermano le principali fonti di questa tipologia di inquinamento. Le prossime analisi di questo tipo, curate dall’istituto nazionale ISPRA, saranno relative al 2010 perché si tratta di studi quinquennali.
Ritornando ai dati 2009, superamenti delle soglie fissate dalla legge si sono registrati anche per il biossido di azoto, in particolare a Borgo Scroffa, storica centralina che andrà dismessa a favore di altri investimenti per il miglioramento della qualità dell’aria.
Critica anche situazione dell’ozono, tipico inquinante estivo, con alcuni superamenti della soglia di attenzione di 180 microgrammi per metro cubo d’aria. "Questo inquinante diffuso anche in montagna, dove il maggior irraggiamento solare ne amplifica gli effetti, – commenta Dalla Pozza – dimostra più di altri che quello dell’inquinamento dell’aria non può essere un problema comunale, ma di carattere almeno provinciale. Senza dimenticare l’urgenza di un coordinamento regionale e di un aiuto finanziario da parte Stato".
Più incoraggianti, e tutti al di sotto dei valori limite, i dati del monossido di carbonio (inquinante tipico delle emissioni dei veicoli e delle caldaie, in calo costante dal 2006 ad oggi), del benzene (la concentrazione si è più che dimezzata dal 2001 al 2009), degli idrocarburi policiclici aromatici e dei metalli pesanti.
In calo, infine, anche la concentrazione del PM2,5, una porzione di particolato sospeso per il quale la normativa non ha ancora fissato il valore limite.
Da ultimo, uno sguardo ai costi: "E’ di 139 mila euro – conclude Dalla Pozza – il valore della convezione tra Comune e Arpav per l’attività di monitoraggio e rilevazione della qualità dell’aria svolta da quest’ultima. A questa cifra, in tema di inquinamento, vanno aggiunti almeno i costi delle domeniche senz’auto e delle altre iniziative di limitazione della circolazione, che oscillano tra i 50 e i 70 mila euro all’anno".

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